venerdì 23 novembre 2007

FF SS 2, ovvero: che viaggio a fare in regionale se poi mi costa più che andare in intercity?

La Lombardia è la regione più onesta d’Italia. Per andare da Pavia a Modena c’è un regionale che parte alle sette del mattino, con cambio a Voghera; per tornare da Modena a Pavia c’è un regionale che parte alle sette di sera, con cambio a Voghera. I restanti treni sono invece degli intercity e costano grossomodo il doppio (circa diciotto euro contro nove) pur impiegando grossomodo lo stesso lasso di tempo. Dovendo ieri andare a Modena, ho pianificato il mio viaggio secondo la rete di regionali, partendo con quello delle sette di mattino; il quale, comprensivo di cambio a Voghera, alle dieci mi ha scodellato puntuale a due passi dalla Ghirlandina con mia somma felicità. Dovendo altresì ieri tornare a Pavia, sono salito sul regionale delle sette di sera; il quale è arrivato in orario ma ha iniziato ad accumulare ritardo non appena posato il muso sul suolo lombardo.


Mi rendo conto che di questo la Lombardia non è colpevole, tutt’al più se ne può dedurre che è regione vagamente iettatoria. Risulta colpevole invece in quanto su territorio lombardo sale a bordo un controllore il quale, da me esplicitamente interrogato, mi illustra che nonostante le apparenze il treno viaggia in perfetto orario, così che io possa tranquillamente effettuare il cambio a Voghera nei dieci minuti di intervallo senza per questo essere un novello Ben Johnson. Risulta colpevole perché il regionale arriva invece a Voghera con undici minuti di ritardo (li ho cronometrati mentre in posa plastica attendevo di lanciarmi dal portellone); risulta colpevole perché alla stazione di Voghera i due treni che garantiscono la (non balzana, anzi frequentatissima) coincidenza per Pavia vengono fatti uno arrivare al primo binario e l’altro partire dall’ultimo; perché va a finire che il regionale Voghera-Pavia parte in orario nel momento in cui arriva in ritardo il regionale Modena-Voghera. Fin qui, tuttavia, si tratterebbe soltanto di sadismo o più probabilmente di un eccesso di ottusità e assoluta mancanza di senso comune, caratteristiche che impreziosiscono il soggiorno in Lombardia anche al di fuori delle sue stazioni ferroviarie.


Ma la Lombardia è la regione più onesta d’Italia – punto esclamativo – pertanto mentre io sono ancora fermo al binario con la faccia da persona che ha appena perduto una coincidenza per una combutta fra un controllore disposto a giurare il falso e un macchinista che aveva prescia di partire puntuale in un microcosmo di treni in ritardo, dal nulla (anzi dalla pioggia battente) si materializza un intercity; dal quale scende un cinghiale con il distintivo da controllore e senza frapporre indugio mi chiede se ho perso il regionale per Pavia. Rispondo di sì e lui dice di salire pure, perché Pavia è appunto la fermata successiva dell’intercity in questione. Mangio la foglia e gli chiedo se devo pagare la differenza. Il cinghiale teme che io non salga e mi risponde che posso pagarla a bordo. Mangio un’altra foglia e gli chiedo a quanto ammonti questa differenza. Si stringe nelle spalle dicendo che non sa con precisione, ma comunque mi invita a salire accennando a gesti a una cifra irrisoria.


Ragion per cui salgo e, nel momento in cui il treno si muove e io non posso più abbandonarlo se non a costo di morire (o di farmi molto male), il cinghiale mi raggiunge nello scompartimento vuoto e mi chiede di onorare il pagamento del supplemento rapido, che ammonta a undici euro e settanta centesimi. A differenza di lui e dei suoi colleghi corregionali, io sono una persona decente pertanto pago; non mancando però di fargli notare che:
- avevo viaggiato in regionale appositamente per evitare di pagare il doppio viaggiando in intercity;
- il regionale che mi conduceva da Modena a Voghera ha iniziato a rallentare in maniera sospetta non appena messa rotaia in Lombardia, accumulando alla fine il minimo ritardo utile a far saltare la coincidenza con il regionale successivo;
- a quel punto si è presentato un intercity che non era previsto nell’orario, e che viaggiava con un ritardo tale da arrivare non già prima del regionale per Pavia, ma subito dopo, come se fosse partito con l’intenzione di raccogliere a bordo chiunque fosse stato costretto a mancare la coincidenza fra i regionali;
- ho pagato undici euro e settanta centesimi di supplemento rapido per coprire una tratta che abitualmente ne costa due;
- grazie a questo giochetto di fortunate coincidenze, l’ammontare totale della spesa per un viaggio da Voghera a Pavia, indipendentemente dai giudizi estetici che si possono esprimere su sede di partenza e di arrivo, mi è costata all’incirca un euro a minuto (a Modena una puttana mi sarebbe costata di meno);
- ironia della sorte, l’esoso supplemento rapido per la tratta Voghera-Pavia mi è stato chiesto su un intercity che portava venti minuti di ritardo, a fronte di un viaggio di un quarto d’ora (in proporzione, è come se un treno da Milano a Bari portasse dodici ore di ritardo su dieci di tragitto).


Per fortuna la ben nota onestà istituzionale ed endemica dei Lombardi mi rassicura sul fatto che tal sospetto è infondato; e sono stato ben felice di pagare ventitremila lire di supplemento rapido al cinghiale travestito da controllore, augurandogli di spenderle quanto prima in onoranze funebri per sé e i suoi cari, per i quali auspico una morte lenta e atroce come un viaggio con Trenitalia.

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