venerdì 11 gennaio 2008

d'Annunzio in Eurostar

D’Annunzio, d’Annunzio, salvami tu! All’inizio de Il Fuoco stride il contrasto fra il primo tremar di cuore di Stelio Effrena, mentre taglia il Canal Grande in gondola, e il complessivo traballar di membra di me intento a leggerlo sull’Eurostar Bari-Milano, che parte alle 11:05 e arriva quando capita. D’Annunzio, d’Annunzio, tu che fosti di fianco alla Duse Foscarina, consolami del mio destino di rappresentante della minoranza italiana all’interno della carrozza 10; tu che al Vittoriale degli Italiani ti circondasti di ogni lusso sfrenato fino a morirne, spiegami perché mai io debba spendere 70 euri per avere accesso all’Eurostar degli Albanesi, col prezzo aumentato in proporzione al crescere del tempo di percorrenza e del cumulo di ritardi, senza nemmeno la consolazione della morte ma di nausee tutt’al più; tu che spirasti (così pare) attendendo i simultanei favori di una nobildonna e di una cameriera, giustificami dell’aver rischiato la vita per raggiungere il vagone ristorante cinque carrozze più indietro, scavalcando fetidi corpi immoti, e scoprire come la ristorazione consista nella scelta fra un tramezzino alla maionese verde e un panino americano al salmone marcio.


D’Annunzio, d’Annunzio, tu che schierasti in prosa magniloquente il superomismo patrio (“Su l’uguaglianza economica e politica, si andrà formando una oligarchia nuova, un nuovo reame della forza”), vieni e visita questa valle di lacrime proprie e tanfo altrui; vieni e stermina col tuo biplano la genìa dei critici letterari ottusi e paramarxisti, i quali tacciando di idee deliranti le più ragionevoli fra le tue considerazioni hanno contribuito ideologicamente al compimento dell’odierna democrazia ferroviaria: in cui è inammissibile potersi abbandonare silenti al flusso della parola tua, perché con l’occhio sinistro bisogna controllare a ogni passare e ripassar di bimbetto albanese che portafogli giacche e valigie giacciano sempre al posto proprio, e che la loro perdita non implementi vieppiù il costo del viaggio.

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