lunedì 6 ottobre 2008

Sesta giornata

Ormai guardare il calcio è un secondo lavoro, o un primo per chi non ne ha. Tecnicamente, la settimana è iniziata di martedì con la prima metà di Champions League, nel corso della quale abbiamo scoperto che la Juventus non è così forte come io per primo credevo (perché va bene che il Bate Borisov è una realtà in crescita, ma prendere due goal fuori casa in contropiede in meno di mezz’ora è da polli) e che la Fiorentina è l’ennesima diversa incarnazione, stavolta in salsa viola, del consueto provincialismo italiano: la massima competizione continentale torna al Franchi dopo un’infinità ma – pessimo segno – l’inno della Champions finto classico non risuona perché si è rotto l’impianto di amplificazione. Allo stesso modo giornalisti e tifosi si dicono sicuri che la Fiorentina farà un sol boccone dello Steaua Bucarest (o della Steaua, il suo sesso non è mai stato chiaro) il quale (o la quale) invece oppone strenua resistenza, fa impazzire la difesa della Fiorentina con ficcanti lanci lunghi e conferma che, uno, la Romania è una delle realtà calcistiche più interessanti e, due, nel calcio europeo maglie e storia contano sempre qualcosa ragion per cui sarebbe stato bene ricordare che lo/la Steaua ha vinto una Coppa dei Campioni (nel 1986, anche se ormai sembra il 1896) e la Fiorentina invece giammai.

Mercoledì un gufo s’è posato esattamente davanti alla finestra di casa mia per tutto il primo tempo di Inter-Werder Brema, in netto contrasto con la mia decisione ultrasportiva di supportare, per istintiva simpatia nei confronti di Mourinho, il cammino dell’Inter in Europa (fino al giorno in cui perderà la semifinale o la finale, ovviamente). È quindi colpa del gufo il sovvertimento delle sorti tale che l’Inter, che dominava, ha finito per pareggiare mentre la Roma, che subiva, s’è inventata una settimana trionfale.

Giovedì coppa Uefa, ossia Milan. Curiosamente, la partita di Zurigo è andata in onda sul circuito Odeon, che in Puglia è appannaggio di una rete locale – di modo tale che, come Scopigno non avrebbe mai detto di poter vedere Comunardo Niccolai in mondovisione, io non avrei mai detto di poter vedere Ronaldinho su Teleregione. Unica contentezza della serata, il fatto che abbia segnato finalmente Shevchenko. Per il resto, c’è stata la conferma del sospetto avanzato nei due giorni precedenti, ossia che il livello medio delle squadre italiane si stia irrimediabilmente imbrocchendo. A parte la Sampdoria, che avrebbe avuto più difficoltà a giocare contro dei manichini di cera, il Napoli ha capito che l’Europa non è ancora casa sua (ciò porterà, temo, a un tracollo psicofisico in campionato), mentre l’Udinese stava riuscendo a perdere una partita già vinta due settimane fa.

Venerdì ancora reti locali – Telenorba stavolta – per seguire col fiato sospeso Bari-Mantova, la partita che doveva spiegare se il Bari può veramente quest’anno pensare alla Serie A usurpata dal Lecce. Io ci credo. Inizia a crederci anche la squadra, a quanto pare, che da un lato conserva l’imbattibilità e dall’altro inizia a vincere (perfino in casa) le partite decisive.

Sabato il resto della serie B, grossomodo coincidente col Modena che è riuscito a pareggiare a Parma (poi magari non basterà, ma sono soddisfazioni), e l’antipasto di serie A. Ibrahimoviç è sempre lui: fa un goal indescrivibile e poi se ne mangia uno che avrei potuto segnare anch’io se non fossi italiano e bianco e ciò mi impedisse a priori di giocare nell’Inter (razzisti). Il Lecce che pareggia a Lazio, come avrei detto da piccolo, non è certo sintomo di un campionato livellato verso l’alto.

Domenica, poi, non succede nulla. La Juventus perde in casa, la Roma perde in trasferta, il Napoli perde l’orientamento. Il Milan pareggia a Cagliari per la legge dei grandi numeri (se ci pensate era inevitabile: nelle cinque precedenti giornate il Milan non aveva ancora pareggiato, e prima o poi doveva farlo, e il Cagliari non aveva ancora fatto un punto, e prima o poi doveva farlo). In testa alla classifica c’è l’Udinese, con la Lazio e l’Inter: segno che il campionato non è ancora iniziato.



Ormai è lunedì mattina e sono stanchissimo, troppo calcio mi uccide.

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