martedì 18 novembre 2008

La Guzzanti, Beckett e Berlusconi

Rido, la gente non capisce.
(Enzo Jannacci)

Fra i vari motivi che uno può avere per scandalizzarsi aggiungiamo anche il fatto che voto Berlusconi e mi piace Sabina Guzzanti. Io medesimo fino a non molto tempo fa ritenevo che fosse in fin dei conti il sintomo di una schizofrenia neanche tanto larvata, poi ho visto Anno Zero. O meglio, poiché io non guardo mai Anno Zero, poiché io non guardo mai Santoro e derivati (non lo guarderei neanche se ci fosse, per assurdo, che so io la Granbassi), mi sono limitato a guardare su youtube gli inserti comici della Guzzanti (o meglio, trattandosi di una trasmissione di Santoro, mi sono limitato a guardare su Youtube gli inserti seri della Guzzanti).

Così mi sono convinto che di Sabine Guzzanti ne esistono due Una è nota a tutti ed è la barricadera che da quando le hanno chiuso Raiot l'ha giurata al regime e investe tutto il suo talento infinito nella lotta verbale, fino ad arrivare a soperchierie come la rissa televisiva con Giuliano Ferrara da Gad Lerner (anni fa) o (più recentemente) all'antipapismo omofobico del carnevale di Di Pietro. Tuttavia essendo per fortuna tale suo talento appositamente infinito, per quanto lei si sforzi a investirlo tutto ne avanza ancora parecchio che anima l'altra Sabina Guzzanti, imitatrice indistinguibile dall'imitato e comica dalla nobile tradizione.

La puntata di Anno Zero del 30 ottobre (ah, Santoro va in onda di giovedì? Non lo sapevo, di solito guardo Provaci ancora Prof) è stata utile soltanto a mettere in mostra queste due anime differenti e contrapposte. Il secondo intermezzo della Guzzanti, con Berlusconi che suonava la cetra e cantava mentre Roma era in fiamme, rientrava nel consueto accanimento barricadero e ha fatto ridere fino a un certo punto, perché sotto sotto l'astio personale era palpabile. Il primo intervento invece, con Berlusconi seduto dietro la scrivania che si lanciava in un monologo inarrestabile, raggiungeva l'obiettivo di far ridere favorevoli e contrari senza distinzione.




Perché? Perché si trattava di un pezzo che arrivava dritto dal teatro dell'assurdo (caratterizzato anche da monologhi fiume irti di contraddizioni) e quindi nella circostanza la satira politica e la parodia particolare cedevano il passo alla generalissima arte retorica benché impazzita. In quel momento la Guzzanti stava facendo Berlusconi ma anche Lucky di Aspettando Godot (quello del tennis ricorrente e dell'Accacaccademia di Antropopopometria). Se invece di ascoltare provate a leggere il monologo ve ne rendete conto facilmente:

Io devo esprimerle la mia più più più più condanna per non aver fatto la puntata per esempio l'altra volta sulla scuola nella quale sembrava che io avevo detto istruzioni dettagliate perché la polizia intervenga a reprimere gli studenti mentre la cosa che ho detto era molto semplice e cioè questa istruzioni dettagliate perché la polizia picchi gli studenti ma non nel senso fraintendoso che ha detto lei il quale poi Cossiga ha risposto perché non fate come abbiamo sempre fatto cioè infiltrate una talpa in modo che poi sembra che gli studenti sono terroristi e mettono le bombe ma io qua mi scusi già mi sono perso lei mi deve spiegare perché io dovrei mettere una talpa fra gli studenti per cosa che poi li mando all'Isola dei Famosi la Talpa o che cosa non mi è chiaro il punto la talpa che cosa che poi devo candidare la talpa che anche quella si vuole candidare che già son pieno di talpe questi casini questi Bossi che li ho inventati io e mangiano pane a sbuffo e a tradimento Dio li fa e io me li accollo sono credente ma c'è un limite abbia pazienza mi scusi ma io se dico questo della polizia non voglio far sembrare che siano violenti io ci tengo a sembrare io quello violento questo io credo che sia il massimo del del della gratificazione di un premier il quale sa che nel momento in cui dice la polizia sono io che mando la polizia perché quando dico una cosa è quella se posso prendermi mi conceda Santoro un mezzo millimetro di vanto visto che sono la modestia fatta persona nonostante tutto io quando ho detto Milan l'ho fatto quando ho detto Governo sono stato ora partito sono stato quando ho fatto un giornale l'hanno chiamato Il Giornale Santoro non l'hanno chiamato pie' di pagina qualcosa vorrà dire allora io ci tengo a dire che se il premier dice una cosa la cosa è quella perché con tutte queste talpe io poi non ne posso più perché poi le devo candidare cosa ci faccio con tutte queste talpe con tutti questi politici che ho messo in giro che io personalmente guardi Santoro li odio i politici non li posso vedere e e e non vada in giro a dire che li odio perché io non ho mai detto che li odio ma se posso farli fuori tàtàtàtà e non vada in giro dicendo che ho fatto la mitraglietta perché io non ho fatto nessuna mitraglietta Santoro per favore si contenga Santoro l'uso criminoso che lei sta facendo del servizio pubblico attribuendo ancora una volta al sottoscritto cose che non ha mai detto si vergogni questo è il contraddittorio in un Paese nel quale non si vogliono accettare le normali le normali norme democratiche abbiamo un'opposizione signori che scende in piazza un'opposizione che seppur pro forma scende in piazza e si prende il merito di una piazza che ho riempito anch'io perché se non avessi detto quella cosa della polizia che non ho detto neanche si sarebbe riempita la piazza.

Durava meno di tre minuti, ma Sabina Guzzanti avrebbe potuto continuare all'infinito: perché Berlusconi è così e perché siamo così più o meno tutti, lei compresa.

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