giovedì 18 dicembre 2008

Eros e thanathos su Facebook

Ma Facebook sta uccidendo il corteggiamento? Il dubbio m'è venuto quando ho notato - ma prima mi rendo conto che devo spiegare delle cose fondamentali alla buona cinquantina di milioni di Italiani che ancora, per loro fortuna non hanno aperto la propria brava paginetta con la propria brava faccina sul social network più devastante dell'universo. Italiani, sappiate dunque che Facebook si struttura così: a ciascuna persona viene attribuita una pagina che ricalca uno schema simile a tutte le altre; basta fornire (almeno) una foto e dei dati sensibili (che ne so, l'indirizzo mail, in che città vivete, se gradite i film de paura, se siete single o sposati o coppia aperta o è troppo complicato per spiegarlo), dopo di che avete a disposizione una casella di posta privata e una bacheca pubblica. Ovviamente a foto, informazioni, casella e bacheca possono accedere solo gli amici che vi siete scelti (per la serie: chi è causa del suo mal). La differenza fra la casella di posta e la bacheca è la stessa che passa fra una raccomandata che vi arriva sulla scrivania e un saluto generico graffitato sul muro esterno di casa vostra.

Ma Facebook - dicevamo - sta uccidendo il corteggiamento? Per ovvi motivi non posso essere a conoscenza dei contenuti delle caselle private, a eccezione della mia che comunque mai vi svelerò, ma posso agevolmente leggere cosa viene scritto sulle bacheche altrui. Per i maschi, Facebook è utile solo a una cosa: ottenere l'amicizia (ossia la possibilità di farsi i fatti) di vecchie amiche dimetnicate, donnine con cui avevate litigato senza ricordare tuttavia il motivo, compagne di scuola che non vi degnavano di mezzo sguardo, compagne di facoltà che non vi degneranno mai di mezzo sguardo, passanti di cui sapete solo nome e cognome, sorelle cugine di amici maggiorenni fino a un certo punto, giovani supplenti che all'epoca non potevate concupire, colleghe ritrose, stronze generiche, tizie e caie, commesse, lattaie, postine, bariste e in generale signorine ingenue che hanno avuto l'ardire di presentarvisi con virile stretta di mano. A questo punto, parte la tattica d'approccio che, essendo ritenuto troppo invasivo l'intervento diretto in casella di posta, nella quasi totalità dei casi si verifica in bacheca (o commentando una foto lo stato sentimentale un dato di fatto della signorina in questione, che ai fini dell'indagine è esattamente lo stesso).

Un rapido survey dei profili delle mie amiche più gnocche - che per ovvie questioni di privacy fonderemo in un'unica amica estremamente gnocca gratificandola del nome di Marianunzia - rivela una sconfortante pallosità nelle tecniche per attaccare discorso. Sull'immaginaria bacheca virtuale di Marianunzia, infatti, troviamo abitualmente scritto (ricopio diligentemente, punteggiatura compresa):
"Nunziaaaaa ciao kme stai???"
"Ho matchato con te e sono sconvolto dalla quantità delle cose in comune!!!"
"Grande Nunziaaaa ma kme stai?? è da tanto che non ci sentiamo" [si tratta peraltro dello stesso di prima, non ci vuole un filologo per capirlo]
[segue il solito pirla che se vede citato un verso di una canzone trascrive l'intero contenuto del testo, forse per far vedere che la conosce, forse per far vedere che sa leggere]
"Ma ciao! Ma come non vieni? Vabbè alla prossima festa devi venire"
"Ehehehehehe. E gli esami ttt bene? PS: sicuramente."
"Wei, miss M, ahaha tutto bene?"
"Buongiorno miss"
"cazzo era il tuo compleanno!"
"Ciao bella!"
"Tanti auguri Marianunzia, come stai? Spero tutto bene, ti scrivo solo ora perché stamane ero impegnato con il concorso per la *** ma non potevo non farteli. In bocca al lupo per tutto e un bacio."
"Ciao!!!!1"
"ciaoooooo"
"ma ciaooo, finalmante anche tu su facebook"
"io son sempre qui, per cui quando vuoi fatti sentire"
"ma ciao...... come si sta a ***.......da dio....... eh ehhhh"
"ehila ciao come va? sono 4 anni che non vedo la gente di ***. vedo che studi a ***, cosa fai?"
[in commento a un test] "e cosa è uscito? ciao Marianunzia!"
"Minkia che super [segue riferimento al mestiere di Marianunzia]!"
"Ciao Marianunzia...mi passeresti le foto della festa?? Dai dai dai...hehe"
"perché non metti questa foto nel profilo? è bellissima"
[commento della stessa persona a un'altra foto completamente diversa] "wow......bellissima questa! ciaooooo"

E qui mi fermo perché temo che sia contagioso. Giuro che non ne ho inventata mezza. La mia signorina informatrice, interrogata direttamente su come reagisce a una media così repellente di approcci su Facebook, ha risposto che il più delle volte non reagisce affatto. A dire il vero la mia signorina informatrice non fa molto testo perché quando qualcuno la infastidisce un tantino lei diventa affabile come una Demogorgone, né saprei darle torto; quindi eviterò di sottolineare che seleziona fra i suoi amici solo uomini in grado di esprimere concetti compiuti e non già di battere a caso sulla tastiera, ed eviterò altresì di riferire che qualora le dovesse malauguratamente arrivare un approccio del tipo di cui sopra la sua reazione più generosa consiste nel chiamare a raccolta buona parte delle sue amiche e ridere per mezzo pomeriggio alle spalle del mentecatto di turno.

Sempre che non sia morto, nel frattempo. Un signorino informatore mi ha fatto notare che l'unica maniera di liberarsi da Facebook è eliminare scientemente il proprio profilo: cosa che - oltre a comportare alcune difficoltà in quanto Facebook è un Dio geloso, che si compiace del chiedere per centinaia di volte al tuo indirizzo mail perché e percome te ne vai, e non andartene, e pensaci due volte, e pensaci tre, e dai torna fra noi, e ti ricordi quant'era bello - può avvenire solamente a seguito di un atto esplicitamente volto all'autoeliminazione. Da Facebook, sostanzialmente, ci si suicida.

Questo complica parecchio le cose in caso di morte accidentale. Se io per esempio questa sera andassi a cena e inghiottissi inavvertitamente un ferro da stiro, il mio profilo su Facebook continuerebbe a prosperare imperterrito. Continuerebbero ad arrivarmi nella casella postale le circolari del gruppo "Roman Catholic" e di quello "Le donne preferiscono gli uomini di destra". Continuerei ad apparire nelle didascalie di foto imbarazzanti via via recuperate da amici ignari. Verrei invitato ad aderire ai gruppi "Financial Times forever", "Tira anche tu una scarpa", "Scuola elementare Madonna Pellegrina" e "Ricostituiamo il PCI". Mi sommergerebbero di test quali "Scopri quanto sei catanzarese" o "A quale principessa Disney corrispondi?". Si lamenterebbero perché non segnalo più le presentazioni a venire nella pagina "Pavia città di lettori".

A meno che qualche anima bella non si prendesse la briga di accorgersi che sono morto, ed eventualmente di diffondere la notizia. In tal caso sono sicuro che si verificherebbe l'uso funerario della bacheca pubblica: diventerebbe uno spazio d'esibizionismo nel porgere il saluto estremo. "Ci manchi." "Senza di te non è come prima." "Per l'ultima volta ciaoooooooo". "Non ti ho mai rivolto la parola ma avrei voluto". "E ora chi segnala le presentazioni di Pavia città di lettori?". "Se me la chiedevi te la davo." "Posso tenermi il libro che mi hai prestato?". "Grazie di tutto, a presto anzi spero di no." "Brutta merda, mi dovevi dieci euri."

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