venerdì 16 gennaio 2009

Letterine letterarie (16)

Gurrado,
parlaci d’amore. Qui si parla di libri, di calcio, di altri libri, di pubblicazioni diverse, ancora di libri, di Papi e di carriera. Complimenti, ma non ti sembra che sia arrivato il momento di altre escalation, non solo professionali? Non pensi che sia tempo di sposarti, cioè, di organizzarti in vista di un futuro matrimonio? Forse non ti senti portato al matrimonio perché non ti senti pronto a garantire stabilità e fedeltà, ma come puoi vederti solo, benché magari eroticamente attivo, per il resto della vita? Niente compagne, niente figli, solo libri? Sono sicura che fra dieci anni ti ritrovo con una moglie, varia prole e una decina di tristi amanti. Ci tengo a specificare che questa non è una proposta di fidanzamento, anche perché a me i fidanzamenti non piacciono: li ritengo passaggi intermedi inutili e devastanti. Qualora un giorno dovessi incontrare qualcuno di diverso, lo sposerei in meno di un mese.
Maria

Maria, quest’anno è appena iniziato ma vorrei che finisse in fretta perché mi ci sono ritrovato con un sacco di cose da fare, professionalmente parlando, e le escalation estranee alla carriera finirebbero per farmi perdere del tempo che già non ho. Questo almeno per quel che riguarda le escalation erotiche; per quel che riguarda le escalation sentimentali, l’adolescenza è finita da molto tempo e mi stupisce quando amiche di, che so io, magari trentadue, trentatre, trentacinque anni mi mandano l’augurio di trovare (per sé e per me) un amore per sempre (fermo restando che lo augurano per sé e per me separatamente, almeno spero). Sarò cinico ma dico io, non hai trovato l’amore per sempre a quindici anni, non l’hai trovato a venti, non l’hai trovato a ventinove trenta trentuno e ti metti a cercarlo quando rotoli verso la quarantina? O si tratta di una frase di circostanza, un po’ come quando si dice che mangiando lenticchie al 31 si guadagnano molti soldi a partire dall’1, o si tratta di una pia intenzione, come quando si decide di dimagrire e nel frattempo si continua a festeggiare indefessi, o si tratta di un tentativo più o meno patetico di convincersi che c’è ancora uno spiraglio, un po’ come quando si pensa che il 2009 sarà meglio del 2008 e intanto l’invasione mussulmana del mondo civile procede senza tentennamenti (esclusi i tentennamenti del mondo civile, ovvio). Il fatto che personalmente oggidì non mi senta chiamato al matrimonio più di quanto non mi senta chiamato al sacerdozio (anzi, anche meno magari, non fosse che il sacerdozio presenta alcune clausole sulla castità che mi aprirebbero dei contenziosi) non toglie che il matrimonio degli altri sia un’istituzione che sostengo volentieri e me l’augurerei io stesso se non sapessi di essere alla lunga poco domestico e quindi inadatto a svegliarmi ogni mattina per trovare sempre la stessa persona tra i piedi in casa mia. Diciamo che preferirei evitare tutto l’armamentario di rendiconto, pretese, lamentele, senso del dovere incombente, minacce implicite che si porta dietro il fidanzamento prima e il matrimonio poi. Proprio mi secca l’idea di dover rendere conto a qualcuno di quello che faccio – indipendentemente dalla fedeltà, che tradizionalmente ha poco a che fare col sacro vincolo del matrimonio, parlo anche solo del voler andare a fare un weekend a Padova, o del vedere una partita di Coppa Italia per conto mio, o del leggere in silenzio, o dell’andare a Messa di mattina presto, o di lasciare le cose mie lì dove le ho messe e non dove verrebbero inevitabilmente spostate. Non che la prospettiva mi sorrida, ovviamente, ma al momento non sembro promettere di meglio. L’alternativa dell’accoppiamento forzato mi sembra ancora più triste e l’attività erotica in sé e per sé alla lunga è stancante e interferisce notevolmente con la carriera, a meno di finalizzare la prima alla seconda – cosa che tradizionalmente però riesce meglio alle femminucce. E fra dieci anni chissà, la mia non è una promessa (non mi sposerò, etc.) ma solo il delineamento di quella che al momento mi sembra la strada più verosimilmente praticabile. Poi cambiano circostanze ed esigenze, ovviamente – ma non sempre cambiano in meglio: ragionando mi sembra lampante che verso la metà del XXI secolo sarà molto difficile che un eventuale figlio si sistemi prima dei venticinque-ventisette anni, e che quindi per evitare di mantenerlo fino a quando si va in pensione sarebbe meglio farlo entro i trentacinque anni, ma è meglio non fare un figlio solo quindi se il secondo va fatto entro i trentacinque il primo va fatto intorno ai trentatre, e guai a chi fa figli senza sposarsi, quindi bisogna sposarsi entro i trentadue, ma se vogliamo fare almeno un periodo di matrimonio senza figli per ambientarsi a casa, calibrare la coppia, etc etc., bisognerebbe sposarsi entro i trent’anni ma prima di sposarsi sarebbe bene restare fidanzati un paio d’anni per capire se ne valga la pena (poiché superare un Natale coi parenti acquisiti può essere fortuna, superarne due è talento), quindi bisognerebbe trovare la fidanzata definitiva a ventott’anni, e anche se sembro giovane sono ormai all’ultima cartuccia e molto probabilmente è bagnata – quindi meglio pensare al lavoro e alla carriera e fidanzarsi coi libri altrui e con la propria gloria. Auguri per il tuo venturo matrimonio-lampo ma cerca di ricordare questo, anche se non è scritto sui Baci Perugina: nessuno è diverso, al massimo può essere un po’ peggio.

…marziane queste trasmissioni in cui si possono guadagnare centinaia di migliaia di euro senza saper fare nulla.
Walter

Scusi, e lei?

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