martedì 29 settembre 2009

Il maresciallo von Franzeskiner

Sabato sera nel corso del Tg1 delle 20 è stato trasmesso per errore un estratto di una puntata di Sereno Variabile eccezionalmente condotta non già da Osvaldo Bevilacqua ma da Dario Franceschini. Questi, vestito per l'occasione di una camicia a quadri grassi, ha raggiunto la sorgente del Po per ribadire l'inscindibilità dell'Italia e per scandire fissando dritto la telecamera che la Padania non e-si-ste.

Così facendo, il temporaneo sostituto di Osvaldo Bevilacqua (nonché di Bersani) è riuscito con mossa geniale a massimizzare il dissenso dalla sorgente del Po in giù, mettendosi subitaneamente dalla parte dell'oppressore antipatico e poco dilettevole, una specie di maresciallo Radetzky in gita di diporto. A ben guardare è evidente come la Lega sia l'unico partito di ispirazione sinceramente risorgimentale, considerata la sua passione per le camicie di un colore sgargiante, per un leader carismatico che una ne fa e cento ne pensa e per bandiere e lingue tanto locali quanto lo erano il tricolore e l'Italiano prima del 1861. Se fosse vissuto centocinquant'anni fa, il maresciallo von Franzeskiner non avrebbe mancato di convocare Rai Unen durante una passeggiata salutare e ribadire l'inscindibilità dell'impero Austro-Ungarico e scandire fissando dritto la telecamera che l'Italia è un'espres-sio-ne ge-o-gra-fi-ca.

D'altra parte come lo si può spiegare a lui, ultimo erede del generale von Gasperen, il celebre trentino imprestato all'Italia?

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