sabato 5 gennaio 2013

Gay Talese aveva scelto di evitare la carriera di romanziere (lo ricordava tempo fa Camilla Baresani) per paura di rivelare i propri vizi più intimi benché velati da falso nome. Si trattava probabilmente di un retaggio ancestrale dovuto all'ascendenza calabrese, che però non ha impedito alla narrazione del vizio di emergere impetuosa nei massicci reportage "Onora il padre" (1971) e "La donna d'altri" (1980). In questi due libri Talese affronta con ogni dettaglio due implicazioni complesse del vizio: la morte violenta e il sesso estremo.

Morte violenta e sesso estremo a volontà nel mio articolo in edicola sul Foglio di oggi.