martedì 28 luglio 2015

Muore Sebastiano Vassalli ma resta in ottima salute l'abitudine italiana a commemorare per generiche allusioni - "raccontò i costumi degli italiani", "ci mancherà", "nei suoi libri la storia d'Italia", "uno scrittore sensibile e appassionato" - che rivestono la stessa identica funzione di quando, al liceo, avevamo sempre pronta una risposta vaga utile a non fare scena muta quando ci chiamavano alla lavagna e non avevamo studiato. Permane l'uso, anzi il riflesso condizionato, a sentirsi in dovere di un elogio quando muore qualcuno la cui attività riteniamo meritoria per quanto faticoso sia per noi fruirne, vergognandoci di ammettere che sì, Sebastiano Vassalli era famoso ma nessun passante sarebbe in grado di elencare i titoli dei suoi libri foss'anche in disordine cronologico, e che La Chimera, sì, La Chimera era proprio un bel romanzo ma molti italiani sedicenti colti, con la laurea in lettere addirittura, o ne hanno solo sentito parlare o magari l'hanno iniziato e non finito o l'hanno comprato e messo ad aspettare tempi migliori in bella mostra su una mensola, intonso. Quando muore uno scrittore, vogliamo fare bella figura perché abbiamo la coscienza sporca; noi nazione di non lettori, di fumosi chiacchieroni, di superficiali incapaci di distinguere il grano dal loglio, di refrattari alla parola chiara, ci siamo scatenati su twitter a postare copertine de La Chimera o foto baffute con l'hashtag #Vassalli e profondendoci in alti lai in vista della mancanza che ne sentiremo; senza nessuno che dicesse: giusto, Sebastiano Vassalli era una daga conficcata nella coscienza italiana, era uno degli ultimi testimoni di una generazione di intellettuali in via d'estinzione, aveva la fortuna di scrivere libri che compravamo e una tribuna sui giornali da cui ammonirci, ma ha spostato il carattere nazionale di un millimetro? No, perché siamo di cemento. Sebastiano Vassalli era un bravo scrittore, quindi non mancherà quasi a nessuno; non si sarebbe altrimenti rinchiuso nel Monferrato in splendido isolamento.