domenica 13 ottobre 2013

Aosta, Bergamo, Cagliari, Caserta, L'Aquila, Lecce, Mantova, Matera (Matera?), Palermo, Perugia, Pisa, Ravenna, Reggio Calabria, Siena, Siracusa, Taranto, Torino, Urbino, Venezia: inutile, fra le candidate a capitale europea della cultura per il 2019 Pavia non c'è ma avrebbe potuto esserci, se non altro in quanto città universitaria. In ciò sarebbe stata degna epigona di Oxford dove, se arrivate in treno, la prima cosa che noterete sarà il cartello ferroviario con la dicitura "Oxford: city of learning and culture" ossia "Oxford: città dell'istruzione e della cultura", così saprete quello che vi attende e farete in tempo a scappare. Io ci ero arrivato in autobus dall'aeroporto, quindi pazienza.

Se invece a Pavia togliessimo l'Università, ovvero eliminassimo con un tocco di bacchetta magica tutti i corsi, gli esami, i seminari, gli orari di ricevimento dei docenti, i docenti, gli studenti, i bidelli, le conferenze, le attività culturali parallele, la goliardia e le biblioteche, non solo non potremmo candidarla a città capitale europea della cultura ma otterremmo esattamente Pavia di domenica. Ogni domenica Pavia potrebbe concorrere al titolo di capitale europea della tristezza e proprio stamattina ha posto con grande autorevolezza la propria candidatura, diventando automaticamente favorita verso le 10 quando giù per Strada Nuova ho visto procedere nella mia direzione una banda che suonava la versione luttuosa di "Saran belli gli occhi neri, saran belli gli occhi blu, ma le gambe, ma le gambe, a me piacciono di più" seguita da uno stendardo e uno striscione retti dai rappresentanti dell'associazione mutilati, invalidi, storpi, infermi, menomati, minorati, handicappati, paralitici e impotenti; seguivano nell'ordine inevitabilmente un'ambulanza a passo d'uomo, poi l'autobus 6, poi l'1A, poi un taxi con dentro un passeggere pronto a uccidere chicchessia e infine un'auto d'epoca guidata da un signore d'epoca che dava l'impressione di trovarsi imbottigliato nel traffico dal 1963.

Forse dovrei approfittare delle domeniche per viaggiare, per andare ad Aosta, a Bergamo, a Cagliari, a Caserta, all'Aquila, a Lecce, a Mantova, a Matera (Matera?), a Palermo, a Perugia, a Pisa, a Ravenna, a Reggio Calabria, a Siena, a Siracusa, a Taranto, a Torino, a Urbino, a Venezia e percorrendone le strade chiedere ai passanti se almeno qualcuno di loro ricorda che Genova è stata capitale europea della cultura nel 2004, se almeno uno di loro sa che oggi la capitale europea della cultura è Kosice.