L’oroscopo intanto minaccia la mia illibatezza con un’incursione omosessualista, avvertendo me e tutti i Sagittari dei dintorni che “tra voi e un collega potrebbe nascere presto una bella storia d’amore”. Non sorprende che, di conseguenza, “in serata farete molta fatica a prendere sonno”. Segue la doppia pagina sugli eventi programmati in giornata. A Torre d’Isola, “dipinti e vetri d’arte”. A Valle Staffora, “il ballo delle quattro province”. A Voghera, non si sa perché solo lì, “la festa della mamma”. A Magenta, che è in provincia di Milano, “il mondo degli ungulati”. Grande sorpresa a Pavia, che mica per niente è il capoluogo: “Lennon alla Feltrinelli”.
E poi le api a Garlasco, le volpi a Sannazzaro, i lupi a Ruino: su Qwerty, blog di Tempi.it, questa settimana recensisco La Provincia Pavese.
giovedì 31 maggio 2012
domenica 27 maggio 2012
Ieri pomeriggio, passando per caso di fianco all'Università di Pavia, ho notato una quantità di persone seduta sull'erba ad ascoltare il magistrato Antonio Ingroia. La presenza sul palco del magistrato Antonio Ingroia era segnalata dallo sventolio di bandiere della sezione studentesca di un noto partito politico. In realtà, nel momento in cui passavo, non stava parlando il magistrato Antonio Ingroia bensì il giornalista Saverio Lodato, il quale - mi sono fermato un minuto ad ascoltare per bassa curiosità - stava dicendo che forse non tutti sanno che in parlamento siedono onorevoli indagati per reati mafiosi, fra i quali spicca il presidente del Senato Schifani. Ora, parte che a quanto ne so io il presidente del Senato Schifani è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, l'interessantissima chiave di volta della concione del giornalista Saverio Lodato era che in Italia l'asticella della legalità dev'essersi abbassata di molto se si consente a degli onorevoli indagati di sedere ancora in parlamento per il solo fatto che i processi intentati contro di loro non siano ancora giunti a sentenza definitiva di terzo grado. Si tratta di una visione innovativa della giurisprudenza italiana in quanto, se si segue il ragionamento del giornalista Saverio Lodato, per i parlamentari indagati deve vigere la presunzione di colpevolezza e, soprattutto, per gli stessi parlamentari non bisogna attendere il terzo grado di giudizio come invece per i cittadini che hanno la fortuna di non essere parlamentari. Il magistrato Antonio Ingroia, che ha passato la vita sui codici, avrebbe avuto tutta la competenza di far notare l'incongruenza giuridica, ai confini dell'incostituzionalità, che viziava l'appassionato lambicco del giornalista Saverio Lodato. Invece è rimasto muto, assiso con le mani in tasca sotto il sole che si avviava al più romantico tramonto; mi chiedo pertanto, e chiedo a giuristi più versati di me in cotali diatribe, se per il magistrato Antonio Ingroia possano configurarsi gli estremi dell'incriminazione per concorso esterno in sesquipedale cazzata.
venerdì 25 maggio 2012
Se gli uomini, intesi come maschi, avessero ancora le palle (dovrebbero trovarsi lì sotto; controllate) sarebbero felici che Dominique Strauss-Kahn abbia compiuto un atto estremamente scandaloso che nessuno aveva osato aspettarsi: si è difeso, nel corso di un processo in cui parte già condannato dalla pubblica opinione, e s'è difeso attaccando, ragionando sottilmente, dimostrando che alla sbarra non c'è un comportamento eventualmente delittuoso ma un generico atteggiamento censurabile, e che il suo non è un interrogatorio sull'atto ma una retorica e codina arringa sul non-si-può-dire. Ha ridicolizzato la sua grande accusatrice in toga, che guarda caso è una giovane donna abbastanza attraente ma nel complesso rassicurante, rivelando che decine (centinaia? migliaia?) di sue coetanee e replicanti, impeccabili professioniste e fidanzatissime, di tanto in tanto dismettono l'usbergo quotidiano e si vestono da donne poco rispettabili per comportarsi in maniere poco rispettabili in ambienti poco rispettabili, senza che tutta questa scarsa rispettabilità costituisca reato di sorta; l'ha costretta ad ammettere di non avere alcuna nozione di cosa avvenga in queste favoleggiate riunioni libertine, di non sapere bene di cosa si stesse parlando in sede d'interrogatorio, di non avere ben chiaro nemmeno, di fatto, di cosa lo stessero accusando. Strauss-Kahn, che ha perso l'opportunità di concorrere alle elezioni presidenziali più facili della storia per un mezzo complotto talmente maldestro che bisognava proprio essere americani per non accorgersene, ha sbaragliato il campo dei pensatori binari per i quali tutte le povere cameriere nere sono buone e tutti i ricchi economisti bianchi sono malvagi; ha toccato i nervi scoperti delle tricoteuse pronte a scendere in piazza sull'esclusiva base della presunzione di colpevolezza del maschio; ha fatto emergere il lato oscuro tipico delle donne (e sottolineo delle donne) alcune delle quali hanno improvvisamente ricordato di essere state violentate tre, cinque, dieci anni prima; di più, ha fatto brillare la labile ipocrisia che può trasformare ogni rapporto fra consenzienti in stupro (a meno che non si raccolga preliminarmente una dichiarazione firmata per il trattamento degli organi genitali) e quella, ancora più indicibile perché più solida e inverata nei secoli, che distingue artificiosamente il disinteressato commercio dei corpi dalla transazione esplicita, mentre è ovvio che per definizione il rapporto sessuale si basa sulla fruizione di un vantaggio da parte di entrambi i contraenti, sia esso piacere fisico o guadagno pecuniario o prestigio sociale o procreazione o promessa di matrimonio - e guardate che non lo sostengo mica io o l'efferato marchese ma il mite fabiano George Bernard Shaw. Strauss-Kahn è stato ardimentoso al punto da rivelare la turpitudine di una società retta dall'ottuso femminismo di massa di femmine toste e maschi molli, che non capiscono ma si adeguano; ha puntato il dito mostrando il piano inclinato di un'Europa sempre più irregimentata nel politicamente corretto, in cui ogni scopata sarà stupro, ogni telefonata sarà stalking e ogni "Come ti chiami?" sarà molestia sessuale. Lo ha fatto per difenderci e scamparla ma non credo che alla lunga spostare il processo sul piano dei massimi sistemi gli convenga: vedrete, lo condanneranno perché il fatto non sussiste e noi ci ridurremo a venerarlo come martire nelle catacombe in attesa dell'ultima castrazione.
giovedì 24 maggio 2012
Magari pretende pure che ce la beviamo, il campione del mondo Mark Cavendish, quando dichiara che il Giro è «casa mia», «la corsa che amo, si sente ovunque la passione di voi italiani», e che «il Tour è lavoro, il Giro è amore», «il Tour è pressione, il Giro è passione». D’altronde per quattro anni ha vissuto in Italia, tempo più che sufficiente a scoprire che in Italia ci sono «buon cibo» e «grandi paesaggi», e che inoltre qualsiasi cosa facciano gli italiani lo fanno «col cuore» anche se si macchiano di una certa «mancanza di puntualità» e «voglia di far casino». Cose inaudite, mai nessuno straniero si era espresso sull’Italia con altrettanta perspicacia.
Per fortuna non c'è solo l'intervista a Cavendish ma tutto quello che serve per sopravvivere alle tre settimane più intense d'Italia: su Qwerty recensisco il numero speciale di Sportweek (settimanale della Gazzetta dello Sport) dedicato alla guida del Giro.
Per fortuna non c'è solo l'intervista a Cavendish ma tutto quello che serve per sopravvivere alle tre settimane più intense d'Italia: su Qwerty recensisco il numero speciale di Sportweek (settimanale della Gazzetta dello Sport) dedicato alla guida del Giro.
mercoledì 23 maggio 2012
Ora che siamo famosi possiamo anche ritirarci: ecco il servizio di Monica Onore con il quale la trasmissione "Ti racconto un libro" di Iris Mediaset ha parlato di Anticipi, posticipi mostrando come solo uno dei due autori sia telegenico. Il video è stato caricato su youtube da Francesco Savio, che mica per niente è padre di famiglia e quindi ha maggiore confidenza con le nuove tecnologie (internet, la televisione, il pallone).
martedì 22 maggio 2012
Un po' di conti. L'Italia, in quanto nazione una (1) e indivisibile, è dotata di numero un (1) primo ministro, indivisibile pure lui: si chiama Mario Monti. Questi presiede un governo sostenuto da tutti i partiti rappresentati in parlamento a eccezione di due (2): in ordine alfabetico, l'Italia dei Valori e la Lega Nord. Al di fuori del parlamento, le forze più ostili al governo Monti sono ancora due (2): in ordine alfabetico, il Movimento a Cinque (5) Stelle e la Sinistra Ecologia e Libertà. Complessivamente, si può dedurre che i principali partiti di opposizione in Italia siano quattro (4). Le quattro (4) città principali in cui si è votato durante questa tornata di elezioni amministrative sono state, sempre in ordine alfabetico, Genova, Palermo, Parma e Verona. In queste (4) città hanno rispettivamente vinto i candidati di Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Movimento a Cinque Stelle e Lega Nord, che per una curiosa coincidenza capitano essere appunto i quattro (4) partiti di opposizione al governo Monti. Si può anche effettuare la prova inversa, partendo dal computo delle principali città chiamate alle urne e arrivando al novero dei partiti d'opposizione su scala nazionale. Cambiando l'ordine dei fattori, il risultato non cambia: ieri sera, oltre ad Angelino Alfano, avrebbe dovuto sentirsi in dovere di dimettersi qualcun altro.
lunedì 21 maggio 2012
Massimo Gramellini mira a diventare il nuovo Saviano non solo nella produzione di oracoli che, adeguatamente ridotti a fascetta di questo o quel libro, diventano altrettante patenti di leggibilità ma anche anzi soprattutto nella monopolizzazione dei sensi di colpa. Su La Stampa di oggi, a pagina 1 e 44, Gramellini si morde il labbro per essere andato ieri, munito di felpa granata d'ordinanza, allo stadio comunale per festeggiare la promozione del Torino mentre l'Italia veniva giù a colpi di bombe e terremoti.
Si tratta, ho notato, di una tendenza piuttosto diffusa sui quotidiani odierni: sminuire la portata di un'impresa sportiva ritenendo che l'acchito della morte su vasta scala, e spettacolare, debba far figurare ingenuo e infantile chi ha via via esultato in cuor proprio per il ritorno in serie A del Torino, il ritrovato podio di Valentino Rossi, la promozione del Pescara di Zeman, la vittoria di Maria Sharapova agli Internazionali di Roma e il primo trofeo conquistato dal Napoli dopo il tramonto di Maradona. La morte è la morte e lo sport è lo sport, l'una è una cosa seria e l'altra è un gioco, non si possono, non si devono - sostengono i soloni dal cipiglio volitivo - mescolare i due piani inconciliabili. Chi esulta per un goal (o un ace, o una bandiera a scacchi) mentre tutti sono impegnati a sforzarsi di provare affetto per persone che non conoscevano o simpatia per luoghi che ignoravano merita di essere trattato alla stregua di un incivile.
Non è vero. Alle 15:18 di ieri stavo ascoltando Tutto il Calcio Minuto per Minuto quando si sono succeduti eventi tumultuosi. Il cronista di Sassuolo-Reggina ha chiesto la linea per segnalare che a Modena si era avvertita un'ulteriore forte scossa, con conseguente panico fra gli spettatori. La scossa, a pochi secondi dall'intervento, si era propagata fino a Pavia facendo tremare il pavimento sotto la mia sedia (abito a un secondo piano alto, che sovrasta il terzo di tutti gli edifici circostanti). Intanto era arrivata la notizia che Damiano Cunego si era precipitato giù per la discesa di Valcava e stava tentando di far saltare il Giro d'Italia con un'azione ai confini dello sconsiderato.
Ebbene io stamattina, ponderando le tante pagine dedicate ai morti e le altrettante dedicate ai campioni, su cui si riverberavano incontrollati i sensi di colpa à la Gramellini, ho ricostruito le mie istintive azioni nel corso dei tumultuosi eventi di cui sopra: poco dopo le 15:18 mi ero alzato, avevo spento la radio ed ero corso fuori dalla mia stanza non a cercare riparo ma a piazzarmi davanti al televisore per contare i minuti e i secondi che rendevano Cunego maglia rosa virtuale per ore e ore, combattendo la disperazione circostante con la più immediata (benché ingenua e infantile) delle speranze disponibili sul piatto della domenica pomeriggio. La brevità della vita, la conferma di non disporne che ogni tanto la cronaca si pregia di ricordarci, l'asfitticità delle sempre più ansiogene raccomandazioni di sicurezza antisismiche, antimafie e antiterroristiche mi spingono a utilizzare il latino, sperando di spiegarmi: vivere non necesse, exultare necesse.
Si tratta, ho notato, di una tendenza piuttosto diffusa sui quotidiani odierni: sminuire la portata di un'impresa sportiva ritenendo che l'acchito della morte su vasta scala, e spettacolare, debba far figurare ingenuo e infantile chi ha via via esultato in cuor proprio per il ritorno in serie A del Torino, il ritrovato podio di Valentino Rossi, la promozione del Pescara di Zeman, la vittoria di Maria Sharapova agli Internazionali di Roma e il primo trofeo conquistato dal Napoli dopo il tramonto di Maradona. La morte è la morte e lo sport è lo sport, l'una è una cosa seria e l'altra è un gioco, non si possono, non si devono - sostengono i soloni dal cipiglio volitivo - mescolare i due piani inconciliabili. Chi esulta per un goal (o un ace, o una bandiera a scacchi) mentre tutti sono impegnati a sforzarsi di provare affetto per persone che non conoscevano o simpatia per luoghi che ignoravano merita di essere trattato alla stregua di un incivile.
Non è vero. Alle 15:18 di ieri stavo ascoltando Tutto il Calcio Minuto per Minuto quando si sono succeduti eventi tumultuosi. Il cronista di Sassuolo-Reggina ha chiesto la linea per segnalare che a Modena si era avvertita un'ulteriore forte scossa, con conseguente panico fra gli spettatori. La scossa, a pochi secondi dall'intervento, si era propagata fino a Pavia facendo tremare il pavimento sotto la mia sedia (abito a un secondo piano alto, che sovrasta il terzo di tutti gli edifici circostanti). Intanto era arrivata la notizia che Damiano Cunego si era precipitato giù per la discesa di Valcava e stava tentando di far saltare il Giro d'Italia con un'azione ai confini dello sconsiderato.
Ebbene io stamattina, ponderando le tante pagine dedicate ai morti e le altrettante dedicate ai campioni, su cui si riverberavano incontrollati i sensi di colpa à la Gramellini, ho ricostruito le mie istintive azioni nel corso dei tumultuosi eventi di cui sopra: poco dopo le 15:18 mi ero alzato, avevo spento la radio ed ero corso fuori dalla mia stanza non a cercare riparo ma a piazzarmi davanti al televisore per contare i minuti e i secondi che rendevano Cunego maglia rosa virtuale per ore e ore, combattendo la disperazione circostante con la più immediata (benché ingenua e infantile) delle speranze disponibili sul piatto della domenica pomeriggio. La brevità della vita, la conferma di non disporne che ogni tanto la cronaca si pregia di ricordarci, l'asfitticità delle sempre più ansiogene raccomandazioni di sicurezza antisismiche, antimafie e antiterroristiche mi spingono a utilizzare il latino, sperando di spiegarmi: vivere non necesse, exultare necesse.
di che si parla?
almanacco del giorno stesso,
selvaggio e sentimentale
venerdì 18 maggio 2012
Se domani (sabato 19 maggio) non sapete cosa fare, tenete presente che a Gavirate, fra lago Maggiore e lago di Varese, c'è un piccolo festival letterario che si chiama Fuori chi legge!, sul quale potete trovare ogni informazione cliccando qui. Dopo la lettura dei racconti dei finalisti del Premio Chiara Giovani, alle 18 ci sarà un concerto dei tre tenori: Fabio Geda, Francesco Savio e me medesimo. Nonostante che, esasperato dai cantanti che scrivono libri, Geda abbia effettivamente minacciato di incidere prima o poi un disco, tenendo in considerazione che siamo stonati siamo scesi a più miti consigli e abbiamo deciso di limitarci a parlare. Secondo voci di corridoio, Geda e Savio spiegheranno ai giovani gaviratesi l'importanza di leggere libri oltre alla Gazzetta dello Sport; io, il contrario. Dopo di che, doverosamente visitato lo stand gastronomico degli alpini, fra i fumi del vinbrulè arriverà Finale a sorpresa: dalle 20:30 su pubblico schermo verrà trasmessa la finale di Champions League fra il Chelsea, la squadra di Abramovich, e il Bayern Monaco, la squadra di Benedetto XVI, mentre Savio e io commenteremo a voce alta l'eterna sfida fra cattolici e protestanti.
mercoledì 16 maggio 2012
Cos’hanno in comune Giorgio Napolitano, Elsa Fornero, Aung San Suu Kyi, Maurizio Lupi e Giorgione Chinaglia? Indubbiamente, sono tutti bipedi; però la risposta esatta è che si spartiscono l’iconografia di questa prima pagina del Secolo ricca di fotografie. La più grande è dedicata a Napolitano: si mangia quasi metà dello spazio e l’inserimento del titolo nel campo della foto ricorda – nessuna intenzione polemica in questo, è solo un dato di fatto – il Manifesto degli anni ’90. Furba l’idea di titolare con una dichiarazione a prima vista sconcertante del Presidente, ma l’effetto di straniamento risulta troppo carico perché oltre alle necessarie virgolette le sue parole vengono riportate con un superfluo corsivo e una barocca sottolineatura.
Oggi su Qwerty si recensisce il Secolo d'Italia. Sì, esiste ancora.
Oggi su Qwerty si recensisce il Secolo d'Italia. Sì, esiste ancora.
venerdì 11 maggio 2012
Il bimbo Attilio e la bimba Genoveffa non dovranno più preoccuparsi di desiderare intimamente di essere in realtà la bimba Attilia e il bimbo Genoveffo perché il maestro, o la maestra, durante i primi anni di istruzione li chiamerà col generico appellativo di “analfabeta”.
Su Tempi in edicola questa settimana esprimo preziosi consigli per tutti i dirigenti scolastici che vorranno seguire la strada delle elementari di Castelfiorentino, dove è stata eliminata la differenza fra grembiulini per maschietti e grembiulini per femminucce onde non instillare nei pargoletti il velenoso germe della discriminazione sessuale.
Che memoria corta abbiamo in Italia, corta e piena di merda come una scala da pollaio. Ogni volta che accade qualcosa di grave ci agitiamo, ci shakeriamo, trasudiamo “Ciao Tizio” e “Ciao Caio”, fingiamo di conoscere da decenni morti sconosciuti, li chiamiamo per nome di battesimo e magari ripetiamo i loro slogan decontestualizzati, appendiamo le gigantografie con la scritta “Ci mancherete”, insultiamo i colpevoli se ci stanno antipatici o li giustifichiamo se ci stanno simpatici, atteggiamo la bocca a culo di gallina per riprometterci “Mai più”, troviamo il coraggio di guardare negli occhi familiari e superstiti per dire loro “Non ci dimenticheremo”; e poi ci dimentichiamo, travolti dall’inevitabile vitalità quotidiana, dalla pigrizia, dal pressappochismo, dalla distanza e da altre morti che ci spingono a fare a gara a chi dice per primo “Ciao Sempronio”, a chi sceglie la foto più bella del deceduto fresco, a chi promette a più persone possibili che non dimenticheremo e finché non ci si dimentica e così via in eterno.
Finisce il campionato e finiscono anche gli anticipi su Quasi Rete. L'ultimo è un triste e piovoso Parma-Bologna finito 1-1 nel giorno in cui compivo dieci anni.
Finisce il campionato e finiscono anche gli anticipi su Quasi Rete. L'ultimo è un triste e piovoso Parma-Bologna finito 1-1 nel giorno in cui compivo dieci anni.
giovedì 10 maggio 2012
La teologia portatile di TeleSette è piuttosto confusa; cerchiamo di rintracciarne le linee guida. In copertina campeggia un inequivocabile santino con Alissa Jung e Paz Vega, ossia “Maria di Nazaret” e Maddalena. “Maria di Nazaret” è scritto proprio così, fra virgolette, probabilmente in riferimento al titolo della miniserie in cui le due attrici recitano o forse nel timore che si possa confondere la copia con l’originale. Fra le due la più ieratica è però Maddalena, che si porta la mano al cuore; e in generale le due hanno la stessa espressione che si rinviene nelle stampe agiografiche che ritraevano (tutti insieme) Giovanni XXIII, Kennedy e Kruscev.
Su Qwerty provo a capire cosa cambi nel magazine tascabile TeleSette quando arriva la Settimana Santa (brutte sorprese per Mel Gibson).
Su Qwerty provo a capire cosa cambi nel magazine tascabile TeleSette quando arriva la Settimana Santa (brutte sorprese per Mel Gibson).
mercoledì 9 maggio 2012
I più attenti di voi avranno notato che il triennio in mezzo al quale ci troviamo - 2011, 2012, 2013 - presenta considerevoli analogie col triennio leggermente sfasato di quasi vent'anni fa. Nel 1992 era crollato il sistema politico che conoscevamo a seguito dell'emersione di ampie sacche di malaffare e corruzione unita alla montante irritazione popolare per i sacrifici sempre più esosi imposti dall'adesione all'Unione Europea. Nel 2011, uguale. Nel 1993 l'Italia era allo sbando, il governo tecnico di Ciampi aveva creato un preoccupante vuoto politico oltre che pecuniario, i suicidi si moltiplicavano, il centrosinistra aveva trionfato alle elezioni amministrative mentre nel centrodestra si era creato un baratro dovuto all'implosione del partito di maggioranza relativa; preoccupava l'avanzata populista e antipolitica del piccolo Movimento Sociale che diventava il rifugio estremo di chi non voleva rassegnarsi a votare altrove. Nel 2012, uguale. Sempre nel 1993 Achille Occhetto, sulla scorta degli arridenti risultati delle amministrative, lodava la propria gioiosa macchina da guerra preconizzandone il trionfo alle prossime elezioni politiche. Nel 2012, Nichi Vendola ha sostenuto che il centrosinistra della foto di Vasto è condannato a vincere. Nel 1994 arrivano le agognate elezioni politiche e le vince Berlusconi, che non era stato calcolato. Nel 2013, vedremo.
martedì 8 maggio 2012
I più attenti di voi avranno notato che si sono tenute le elezioni amministrative. Ieri, tutt'a un tratto, me ne sono accorto anch'io e mi sono messo a commentarle su twitter. Gli amici di Tempi hanno esercitato una collazione delle mie reazioni a caldo, via via lanciate nella rete, che potete leggere sul sito del settimanale e pure qui sotto.
Oh, però a Trani il Pdl ha il 33% e
il Pd il 5% (scrutinio ultimato in una sola sezione).
A Gravina in Puglia (BA) scrutinate
0 sezioni su 34: è l'unico risultato che induca all'ottimismo.
Su 241 sezioni dei comuni baresi non capoluogo, in 4 ore ne
sono state scrutinate 16. Speriamo che presto arrivi qualcuno a colonizzarci.
Nel tempo in cui in provincia di Bari hanno
scrutinato 16 sezioni su 241, in provincia di Pavia hanno eletto 13
sindaci.
A Garbagnate (MI) Pd al 36%
e Pdl al 6%: un sesto dei voti a un sesto dello scrutinio.
Ad Alberobello (BA) il candidato di Alberobello
Futura rivaleggia con quello di Alleanza per Alberobello e quello di
Alberobello in Comune. Che paesino egocentrico.
Sammichele (BA): L'Idea Insieme 43%, Sammichele nel
Cuore 27%, Sammichele che vogliamo 25%, Italia dei Valori 4%.
Occhio a Sannicandro (BA), dove la lista
Sannicandro Libera sta massacrando la lista Sannicandro Futura. Originalità.
Ad Alessandria un candidato sostenuto dai Pensionati, un
altro dai Consumatori Pensionati, nessuno dai Pensionatori Consumati.
Secondo fonti del Pdl non c'è nessun vincitore
fra i partiti e tutti i mariti sono un po' cornuti.
A Trani hanno scrutinato una sezione su 53 e poi
ci dev'essere stata un'invasione di alieni.
A Belluno Pd al 22%,
Beppe Grillo al 10%, Pdl all'8% ma com'è noto le
amministrative non hanno alcuna implicazione politica.
In Grecia il vincitore delle elezioni Antonis Samaras rinuncia all'incarico di formare un governo.
Ora tocca a Beppe Grillo.
A Brindisi testa a testa fra una lista che si
chiama Progettiamo Brindisi (Pb) e un'altra che si chiama Partito Democratico
(Pd).
Credevo che la provincia di Bari fosse il peggio del peggio
poi ho scoperto quante sezioni hanno scrutinato a Catanzaro.
Preoccupante Cuneo: Pdl al
7%, Lega al 9%, Udc al 10%, Pd al 9%,
Beppe Grillo al 9%. Accolto l'appello a evitare la frammentazione.
A Parma Pdl al 4,7%. Tanto per rendere l’idea: Altra Politica al 4,6%, Civiltà Parmigiana al
5%, Comunisti Italiani al 6%, Parma Unita all’8,5%.
Genova: Pd a 25%, Beppe Grillo al 14%, Pdl all'8% ma
notoriamente le amministrative non hanno alcuna implicazione politica.
Va bene Genova ma nessuno sottolinea il bel
risultato del Pdl a Isernia: 26% contro l'8% del Pd con
una sola sezione scrutinata.
A Lucca Pd al 22% e Pdl all'8%
ma le elezioni amministrative non hanno implicazioni politiche.
Va specificato che
a Taranto il centrosinistra è composto da Pd, Sel, Idv, Psi, Udc, Api, Udeur, due coccodrilli
e un orangotango.
A Verona il Pdl al 5% ma la costola
del Pdl pro-Tosi al 37%. L'unica ormai è sperare che il Pdl diventi la
sezione italiana della Lega.
Clamorose notizie dalla Puglia:
a Gravina hanno scrutinato una sezione.
Meno male che Ibrahimovic non è iscritto
al Pdl.
A Trani il Pdl vola al 32% contro il
7% del Pd dopo che sono state scrutinate ben tre sezioni in sei ore.
A Brindisi il Pdl è fermo all’8%. Secondo me paga la
scelta di allearsi con Fli.
A Gravina avevano scrutinato una sola sezione; poi ho
cenato lautamente, ho fatto due chiacchiere e quattro passi, mi sono lavato i
denti e a Gravina avevano ancora scrutinato una sola sezione.
Rassicuranti i risultati di Catanzaro: sei ore di
spoglio e 0 (zero) sezioni scrutinate. Stesso identico risultato a Lecce. Sarà
un effetto dell’antipolitica.
Nostalgia canaglia: a Genova La Destra allo 0,9%,
Partito Comunista allo 0,6%, Psi allo 0,9%. Netta affermazione della Dc con
l'1,7%.
A Isernia hanno scrutinato una sezione e poi
devono essersi impressionati.
Liste civiche alla Spezia: Aria Pulita e Salute, Lega
Cittadina dei Pensionati, Donne, Fare Spezia, Via la Casta (a prima vista avevo
letto “Viva la casta”), Scienza e Coscienza.
In Sicilia, come sempre, le elezioni le vince Pirandello.
A Parma c'è una lista civica che si chiama Siamo
Voi!, col punto esclamativo.
Il Pdl passa dal 4% di Parma al 21% di Piacenza. A
Guastalla non si vota.
A Pistoia il Terzo Polo (Udc+Fli) si presenta
con un solo simbolo e prende il 4%; la lista Spirito Libero il 7%.
Qualcuno mi chiede: ma come fai a sapere i risultati di
tutte le elezioni? So che è difficile crederlo, ma in Italia c’è una cosa che
si chiama Ministero dell’Interno.
Liste civiche a Rieti: Rilancio, Rieti al Centro, Incontro
Democratico, Mettici del Tuo, Nati per Rieti, Rieti Migliore, Rieti Virtuosa,
Rieti Superstar.
Liste civiche a Taranto: Aria Pulita, Ambiente e
Lavoro, Rinnoviamo Insieme, Giovani in Azione, Taranto in Discussione,
Rinascere, Mamme per Taranto.
A Verona non sottovalutate la lista civica
Identità Scaligera con lo 0,29%, unica alleata di Forza Nuova che ha preso lo
0,33%.
Nella ridente Bitonto (BA) si presenta invece la
lista civica Confederazione Duosiciliana.
Inquietante Giovinazzo (BA): Pd 29%, Pdl 6%, Fli 4%, Udc3%, Sel 4%, Idv 4%.
Psi e Mpa insieme (ma perché?) al 7%, la civica Città del Sole l'11%.
Pare che a Gravina gli scrutatori siano ancora vivi in
quanto sono arrivati a fare lo spoglio della terza sezione.
A Santeramo in Colle (BA) una lista civica che si
chiama Democratici ha il 12% esattamente come il Pd.
Sempre a Santeramo, mio natio borgo selvaggio, c'è una
lista civica dalla misteriosa sigla MFL, il cui simbolo è un
inequivocabile fascio littorio.
In compenso a Terlizzi, paese natale di
Nichi Vendola, per ora Sel ha il 2%.
Buongiorno. Vi è piaciuto votare così, ieri? Bene, sappiate
che stamattina su Radio1 è tornata a farsi sentire la voce di Romano Prodi.
Non per dire, ma a Trani il Pdl ha il
28% e il Pd ha il 6%; Beppe Grillo l'1,8% e la Democrazia
Cristiana il 3,8%. (Un amico commenta: si vede che da un annetto non arrivano
più i quotidiani).
A Verona Beppe Grillo ha il doppio dei
consiglieri comunali del Pdl (2 contro 1).
Si scrutina da 21 ore e a Gravina manca l'ultima
sezione che non permette di sapere se il sindaco è eletto o se si ballotta.
Garibaldi, Garibaldi, perché l’hai fatto?
lunedì 7 maggio 2012
Nonostante che non riesca quasi mai a imporsi decentemente a casa propria, la sinistra italiana è molto brava nel vincere le elezioni all'estero. Bisogna tuttavia notare alcune piccole evoluzioni. Ad esempio, nel 2004, all'indomani delle votazioni spagnole un caro amico militante mi salutò con un caloroso: "Hai visto er compagno Zapatero?". Sembrava l'alba di una nuova era radiosa; poi, ovviamente, Zapatero ha governato e ognuno ha tratto le conseguenze del caso, a cominciare dagli spagnoli. Fatto sta che oggi, otto anni dopo, richiesto di un commento alla storica affermazione di François Hollande nelle presidenziali francesi, lo stesso amico sempre caro ma non più militante mi ha risposto con una poesiola di Trilussa: "Un Gatto, che faceva er socialista / solo a lo scopo d'arivà in un posto, / se stava lavoranno un pollo arosto / ne la cucina d'un capitalista. // Quanno da un finestrino su per aria / s'affacciò un antro Gatto: -Amico mio, / pensa- je disse -che ce so pur'io / ch'appartengo a la classe proletaria! / Io che conosco bene l'idee tue / so' certo che quer pollo che te magni, / se vengo giù, sarà diviso in due: / mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni!- / -No no:- rispose er Gatto senza core / io nun divido gnente co' nessuno: / fo er socialista quanno sto a diggiuno, / ma quanno magno so' conservatore".
sabato 5 maggio 2012
Interrogati sul fenomeno, gli esperti Vittorio Spinazzola e Giuliano Vigini hanno puntato il dito contro lo stallo della narrativa, la crisi delle istituzioni, le nuove strategie comunicative, la vendita al supermercato e un pubblico mediatizzato. Non hanno tuttavia preso in considerazione la principale novità dei libri di questi narratori impuri: si tratta di volumi scritti direttamente dai personaggi, che sottraggono allo scrittore il ruolo di autore e intermediario.
Sul Foglio in edicola oggi spiego perché in Italia i libri di successo sono scritti da personaggi-autori o da autori-personaggi, e suggerisco carriere alternative per gli autori-scrittori.
Sul Foglio in edicola oggi spiego perché in Italia i libri di successo sono scritti da personaggi-autori o da autori-personaggi, e suggerisco carriere alternative per gli autori-scrittori.
venerdì 4 maggio 2012
Il derby, come l’Iliade, nella realtà dei fatti è diverso da come ce lo ricordiamo. Non è sfida psicologica, non è guerra di dichiarazioni, non è nemmeno (anche se un po’ sì) contrapposizione di scenografie spettacolari all’ingresso delle squadre. È partita, azione appunto, e meriterebbe un cantore che lo raccontasse usando predicati verbali su predicati verbali, a scandire i rovesciamenti di fronte e a diradare la nebbia di fuffa che ne circonda l’attesa. Quasi vent’anni fa, ad esempio, il derby si era trasformato in un’ordalia psichica.
Tempo di derby. Su Quasi Rete l'anticipo di questa penultima settimana non può che essere Inter-Milan 1-1, direttamente dall'aprile 1993.
Tempo di derby. Su Quasi Rete l'anticipo di questa penultima settimana non può che essere Inter-Milan 1-1, direttamente dall'aprile 1993.
giovedì 3 maggio 2012
Soprattutto ci sono delle foto che ritraggono i vari passi del procedimento col quale si ottiene la carta e che definire affascinanti è inadeguato, visto che eternano una sorta di scena primaria, vi fanno vedere l’invisibile ovvero com’era fatto – in linea teorica – il giornale che avete in mano prima di diventare giornale, prima ancora che qualcuno pensasse a quali parole scriverci.
Su Qwerty arriva la prima recensione del primo. Non poteva che essere IL - il maschile del Sole 24 Ore, ora diretto da Christian Rocca.
Su Qwerty arriva la prima recensione del primo. Non poteva che essere IL - il maschile del Sole 24 Ore, ora diretto da Christian Rocca.
mercoledì 2 maggio 2012
Roberto Saviano, che si è creato una carriera letteraria basata anzitutto sulla mitologia (non si sa quanto fondata) del savianicidio, ha finalmente compiuto il dovere di uno scrittore, ossia inventare - o scovare - una parola nuova. Su twitter ha notato che dall'inizio del 2012 non so quante donne sono state ammazzate dal proprio fidanzato o marito o amante e ha chiamato questo fenomeno "femminicidio". Purtroppo però ha anteposto alla parola un cancelletto (per i non addetti ai lavori, quelli che magari hanno altro da fare in luogo di blaterare su twitter: #) che l'ha trasformata in hashtag, ossia (sempre per i non addetti ai lavori, quelli che magari hanno una vita vera che non si svolge interamente su un computer) in un tema caldo del quale possono discutere tutti quelli che su twitter scrivono la stessa parola preceduta dallo stesso cancelletto: #femminicidio. Una parola col cancelletto davanti è come un nome con alla fine il cerchietto del marchio registrato, un po' come il Garibaldi® della pubblicità con Neri Marcorè: smette di essere una parola (o un nome) e diventa una categoria di pensiero vendibile a tutti quelli che si sentono in dovere di pensare alla stessa maniera di Saviano. Uno scrittore che marchia col cancelletto il proprio neologismo commette pensiericidio e non merita lettori ma pecore; buon per lui, perché le pecore sono e saranno sempre più dei lettori. Col cancelletto davanti alla parola Saviano le ha messo un lucchetto che di fatto impedisce che qualcuno salti su e dica: ma perché "femminicidio"? queste signore sono state uccise in quanto mogli fidanzate o amanti di qualcuno e non in quanto femmine, quindi non sarebbe stato meglio "partnericidio" o "compagnicidio" visto che la categoria dell'"uxoricidio" sta inevitabilmente passando di moda insieme a qualsiasi termine che veicoli o suggerisca l'idea desueta di famiglia? soprattutto, se si fosse trattato effettivamente di "femminicidio", perché i mariti fidanzati e amanti di queste signore non sono scesi in strada a sparare all'impazzata a chiunque facesse mostra di essere dotata di cromosoma XX, limitandosi invece ad accanirsi con la persona con cui condividevano il sentimento? non li avrà forse spinti a comportarsi così qualche ragione personale che nulla ha a che vedere con il sesso della vittima, ma semplicemente col fatto che la vittima fosse la loro moglie o fidanzata o amante? non si sarebbero comportati alla stessa stregua se fossero stati insieme a un efebo, a un dromedario o a un comodino? o nella fattispecie si sarebbe trattato di #efebicidio, #dromedaricidio e #comodinicidio? Niente da fare, non si può dire, mi vergogno anzi che qualcuno abbia anche solo pensato di farlo. Anche perché nel tempo che qualcuno avrebbe impiegato a formulare tale sestuplice domanda l'opinione pubblica già si sarebbe spostata sul preoccupante fenomeno del canicidio, grazie agli eroi che hanno fatto irruzione in non so che laboratorio per sottrarre a morte sicura dei beagle che altrimenti sarebbero stati usati come cavie per non so quali cure. Bene, bravi, bis, hanno ragione da vendere: non ci si comporta così coi poveri cani innocenti, mica si può pretendere che dei quadrupedi muoiano per la sola eventualità di salvare vite umane in un futuro ipotetico; non si può sempre sacrificare l'uovo oggi per la gallina domani, macchiandosi reiteratamente di ovicidio; non ci si può nascondere dietro la scusa della ricerca medica per esercitare il piacere di accanirsi contro un cane e perseguitare tramite esso l'intera razza canina; se così fosse, con chi parlerebbero le zitelle quando cala la tristezza vespertina? se così fosse, a chi ci ridurremmo a dare i nostri avanzi? ai poveri? e dove andremmo a finire di questo passo, a dare ragione ai passanti sbranati nottetempo dai randagi? Ecco, io non so voi ma mi sento molto consolato dalla consapevolezza che esistano Saviano e il femminicidio, i liberatori dei beagle e il canicidio, perché altrimenti c'è il rischio che qualche testa calda, a furia di sentirsi dire che in Nigeria la setta islamica Boko Haram (che significa più o meno "Ovest cacca") di tanto in tanto fa saltare qualche chiesa e schiattare cristiani a decine o ventine per il solo fatto che sono cristiani, potrebbe perdere il senso delle proporzioni, dimenticare quali sono le priorità della nostra civiltà, ritenere che veramente qualcuno possa ammazzare qualcun altro solo perché appartenente a una religione diversa e mettersi a parlare di cristianicidio senza il previo permesso di Saviano.
martedì 1 maggio 2012
Frequently Asked Questions:
Domanda - Chi scrive questo blog?
Risposta - Antonio Gurrado.
D - A che serve questo blog?
R - A niente.
D - Cosa si trova in questo blog?
R - Tutto.
D - Come funziona questo blog?
R - Meravigliosamente.
E questo è solo un assaggio. Da oggi Candido ha un fratellino perché sul sito di Tempi curo Qwerty, il blog che recensisce i giornali.
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