martedì 30 luglio 2013
Stamattina ho atteso invano che Laura Boldrini e Cécile Kyenge intervenissero a sedare una rissa che era scoppiata al bagno 137 di Rimini, non lontano dai miei piedi. Qualora non avessero voluto esporsi al rischio di strappare un attaccapanni usato come arma impropria dalle mani degli extracomunitari impegnati a rotolarsi sotto l'ombrellone altrui, le due rappresentanti delle istituzioni avrebbero potuto approfittarne per consolare i bambini che piangevano, tranquillizzare i vecchietti che trepidavano, trattenere le famiglie che scappavano, risarcire i bagnini del danno economico che subiranno in conseguenza del danno d'immagine o quantomeno stigmatizzare la vendita di merce rubata o contraffatta da parte degli immigrati suddetti. Le due alte rappresentanti delle istituzioni tuttavia non si sono viste, forse impegnate in un qualche convegno su integrazione e multiculturalismo. Poco male; quando dall'ombrellone dietro il mio ho sentito una signora condannare l'intervento della polizia dicendo "Eh, poveri immigrati", ho capito che presto non mancheranno molte altre occasioni.
lunedì 29 luglio 2013
Un tempo a Trento avevo la fidanzata; ora invece ci ho l'amico Carlo Martinelli che oggi sul quotidiano Trentino (che in Alto Adige si chiama "Alto Adige") dedica a Voltaire cattolico un box nel novero dei libri da portare sotto l'ombrellone, sempre ammesso che in Trentino e soprattutto in Alto Adige ci siano gli ombrelloni.
martedì 23 luglio 2013
"Eccomi volterriano", scrive sul Giornale in edicola oggi un imponente Camillo Langone scatenato dalla lettura di Voltaire cattolico. Coglie l'occasione per parlare di Vladimir Luxuria e dei soliti papisti più papisti del Papa (tutto si tiene). Potete leggerlo anche sul sito del quotidiano.
sabato 20 luglio 2013
Ultimo forse a essere
nato passista, scalatore, cronoman e velocista tutt’insieme, Gianni Bugno
decide di non partecipare più al Tour de France. Il giallo avrebbe donato alla manifesta
superiorità della sua classe ma è meglio lasciare perdere; finché ci sarà
Indurain non c’è speranza e andare in giro per la Francia a fare il treno merci
non è confacente.
Su Quasi Rete la quinta e ultima puntata del feuilleton giallo che racconta la storia di come Bugno non vinse ai il Tour. Guest star, Marco Pantani coi suoi ultimi capelli.
Su Quasi Rete la quinta e ultima puntata del feuilleton giallo che racconta la storia di come Bugno non vinse ai il Tour. Guest star, Marco Pantani coi suoi ultimi capelli.
mercoledì 17 luglio 2013
Se oggi non avete comprato Libero male, perché tutta la pagina 32 è dedicata a Voltaire cattolico: Gianluca Veneziani parla del mio libro e Marco Respinti ricostruisce il suo contesto intellettuale.
Se non volete spingervi fino all'edicola, potete comunque ascoltare Edoardo Camurri che legge l'articolo di Veneziani stamattina su Radio Tre: trovate il podcast della trasmissione "Pagina 3" cliccando qui (minuto 14:00, se non avete la pazienza di ascoltare tutto).
Se non volete spingervi fino all'edicola, potete comunque ascoltare Edoardo Camurri che legge l'articolo di Veneziani stamattina su Radio Tre: trovate il podcast della trasmissione "Pagina 3" cliccando qui (minuto 14:00, se non avete la pazienza di ascoltare tutto).
Nel 2400 gli storici
della religione dibatteranno con rigore filologico della “Lumen Fidei” e della
controenciclica con la quale, su Repubblica del 7 luglio, Eugenio Scalfari ha
chiesto a entrambi i Papi ragione del perché Dio non abbia mantenuto il patto
stipulato con Abramo. Dedurranno magari che a inizio XXI secolo il
cattolicesimo italiano era diviso fra un prodotto di massa, l’enciclica in
vendita a poco prezzo, e un prodotto d’élite, ovvero le requisitorie di una
setta di illuminati di chiara matrice gnostica, i cosiddetti “laici”.
Ma l'analisi storiografica non finisce qui, perché da sabato è in edicola "Miracoli", il settimanale che cambierà radicalmente le carte in tavola per gli storici della religione del 2400.
Ma l'analisi storiografica non finisce qui, perché da sabato è in edicola "Miracoli", il settimanale che cambierà radicalmente le carte in tavola per gli storici della religione del 2400.
martedì 16 luglio 2013
Quando il Tour parte dal
Puy-du-Fou, il 3 luglio, Bugno è subito terzo nel prologo, dietro a Indurain
che resta in giallo e ad Alex Zülle, davanti però a Monsieur Prologue Thierry Marie, a Tony Rominger, a Jalabert e a
Chiappucci che comunque si difende alacremente. Sembra che l’iridato abbia
passato i mesi precedenti a prepararsi al momento giusto in cui carpire la
maglia gialla, non appena Indurain dovesse avere un capogiro, un raffreddore,
un foruncolo al soprasella.
Poi però cosa succede? E, soprattutto, perché? Lo racconto nella quarta puntata di Le Tour, jamais il feuilleton giallo di Quasi Rete.
Poi però cosa succede? E, soprattutto, perché? Lo racconto nella quarta puntata di Le Tour, jamais il feuilleton giallo di Quasi Rete.
sabato 13 luglio 2013
Incuriosisce piuttosto
la preparazione di Bugno. Già tipo ombroso di suo, aggiunge mistero a mistero
con una preparazione in chiaroscuro negli undici mesi che precedono la corsa
gialla: ad agosto 1991 vince la classica di San Sebastian, in riva
all’Atlantico, proprio lì donde partirà la Grande Boucle dell’anno dopo; a
settembre vince il Mondiale su strada a Stoccarda, infilando in volata Stephen
Rooks e lo stesso Indurain ma alzando le mani troppo presto e rischiando di
finire uccellato a sua volta sul millimetri estremi della linea di traguardo.
Poi sparisce. Forte di questi due auspici (San Sebastian, e davanti a Indurain)
entra in un lungo periodo di latenza che culmina nella scelta di non
partecipare al Giro del ’92 e lasciare che sia Chiappucci a venire messo sulla
graticola. Decide insomma di diventare Lemond e come lui salta la corsa rosa;
poiché il Mondiale l’ha vinto, il Giro anche, il tricolore pure, sceglie di
investire tutte le forze della primavera nella preparazione della corsa estiva.
A San Sebastian si vedrà.
Continua su Quasi Rete il feuilleton dell'estate, su come Gianni Bugno sia riuscito a non indossare mai la maglia gialla per manifesta superiorità. Online la terza puntata.
Continua su Quasi Rete il feuilleton dell'estate, su come Gianni Bugno sia riuscito a non indossare mai la maglia gialla per manifesta superiorità. Online la terza puntata.
venerdì 12 luglio 2013
Potremmo
dire che Voltaire era così impegnato a programmare il suo viaggio in Italia che
non trovò mai il tempo di andarci. Leggiamo cosa testimonia lui stesso nelle
sue lettere. Nel 1749 – ultracinquantenne – parla per la prima volta
espressamente di un “soggiorno in Italia”, scrivendo a sua nipote M.me Denis.
Leggendo queste parole, ci si immagina che questo soggiorno sia imminente e per
certi versi inevitabile. Qualcosa però va storto, stando a quanto scopriamo da
una lettera scritta l’anno dopo: Voltaire dice al marchese di Puisieulx, il
quale sta per andare in Italia, che non vede l’ora di seguirlo. Tuttavia non lo
fa. Un mese dopo, scrive che deve rimandare il viaggio all’anno seguente.
L’anno seguente, ossia il 1751, Voltaire è perentorio: “Raggiungerò l’Italia in
maggio”, annuncia; e, piuttosto sorprendentemente, si trasferisce in Prussia,
dove trascorre alcuni anni alla corte di Federico il Grande. Passa un altro
anno e nel 1752 Voltaire viene assalito dai primi dubbi: “Vorrei ancora vedere
l’Italia prima di morire”, scrive poco prima di accantonare il progetto del
viaggio in Italia per diciassette anni, durante i quali si trasferisce sul confine
franco-ginevrino, prima nella tenuta di Les Délices, poi in quella di Ferney,
dove resta per tutta la vita. Improvvisamente, nel 1769, Voltaire apprende che
un suo conoscente sta per attraversare le Alpi e andare in Italia; gli scrive
quindi lamentando di essere, ahilui, troppo vecchio per affrontare un viaggio
del genere e, a quanto si deduce dalle lettere successive, anche per soltanto
pensarci o parlarne mai più.
Sul Foglio in edicola oggi trovate un paginone con dentro la traduzione italiana del discorso che avevo tenuto la notte dello scorso 7 giugno all'Institut Français di Londra, in occasione di My night with philosophers, per giustificare la scelta del titolo del mio nuovo libro, Voltaire cattolico (Lindau).
mercoledì 10 luglio 2013
E Bugno? Al Giro vince due tappe, al solito, ma rasenta lo psicodramma: distanziato da Chioccioli in classifica nelle prime tappe, recupera il distacco in una magistrale cronometro da Collecchio a Langhirano salvo un unico fatale secondo, che lo priverà del ritorno in rosa e lo farà affondare sotto il peso del rovello un paio di giorni dopo sul Sestriere accumulandogli addosso minuti su minuti. Bugno, si dice, in realtà pensa al Tour.
Su Quasi Rete continua il romanzo dell'estate: Le Tour, jamais, ovvero storia di come Gianni Bugno riuscì a non vestire mai la maglia gialla per manifesta superiorità. Online da oggi la seconda puntata.
Su Quasi Rete continua il romanzo dell'estate: Le Tour, jamais, ovvero storia di come Gianni Bugno riuscì a non vestire mai la maglia gialla per manifesta superiorità. Online da oggi la seconda puntata.
domenica 7 luglio 2013
La differenza fondamentale che intercorreva fra Gianni Bugno e Claudio Chiappucci era che Bugno era come il gentiluomo che s'incravattava e si preparava in ogni dettaglio per inginocchiarsi davanti a una donna, con tutto il rischio che magari costei gli rifiutasse l'anello; Chiappucci era come il gentiluomo che tocca il culo a tutte tanto prima o poi qualcuna ci sta. Quando arrivano al Tour del 1990, il momento sembra d'oro per entrambi.
Il racconto dell'estate. Contro il logorio del ciclismo moderno, su Quasi Rete illustro la maniera sensazionale in cui Bugno riuscì a non indossare la maglia gialla neanche un pomeriggio, e Chiappucci invece sì. Oggi la prima puntata: cose che potete trovare solo sul blog letterario della Gazzetta dello Sport.
Il racconto dell'estate. Contro il logorio del ciclismo moderno, su Quasi Rete illustro la maniera sensazionale in cui Bugno riuscì a non indossare la maglia gialla neanche un pomeriggio, e Chiappucci invece sì. Oggi la prima puntata: cose che potete trovare solo sul blog letterario della Gazzetta dello Sport.
venerdì 5 luglio 2013
Oggi, su Avvenire, una bella e densa recensione di Andrea Galli a Voltaire cattolico. Potete leggerla direttamente sul sito del quotidiano della Cei.
lunedì 1 luglio 2013
Segnalo la recensione di Oscar Buonamano a Voltaire cattolico sul blog barese della Repubblica, nella quale si traggono interessanti spunti proprio su come recensire i libri dai gran ceffoni che a un mostro sacro come Voltaire tirava il nostro Giuseppe Baretti.
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