Incuriosisce piuttosto
la preparazione di Bugno. Già tipo ombroso di suo, aggiunge mistero a mistero
con una preparazione in chiaroscuro negli undici mesi che precedono la corsa
gialla: ad agosto 1991 vince la classica di San Sebastian, in riva
all’Atlantico, proprio lì donde partirà la Grande Boucle dell’anno dopo; a
settembre vince il Mondiale su strada a Stoccarda, infilando in volata Stephen
Rooks e lo stesso Indurain ma alzando le mani troppo presto e rischiando di
finire uccellato a sua volta sul millimetri estremi della linea di traguardo.
Poi sparisce. Forte di questi due auspici (San Sebastian, e davanti a Indurain)
entra in un lungo periodo di latenza che culmina nella scelta di non
partecipare al Giro del ’92 e lasciare che sia Chiappucci a venire messo sulla
graticola. Decide insomma di diventare Lemond e come lui salta la corsa rosa;
poiché il Mondiale l’ha vinto, il Giro anche, il tricolore pure, sceglie di
investire tutte le forze della primavera nella preparazione della corsa estiva.
A San Sebastian si vedrà.
Continua su Quasi Rete il feuilleton dell'estate, su come Gianni Bugno sia riuscito a non indossare mai la maglia gialla per manifesta superiorità. Online la terza puntata.