Abbiamo le cifre definitive e incontestabili. Per le primarie del Partito Democratico hanno votato tre milioni trecentomila elettori, quattro milioni e seicentoventimila dei quali hanno votato per Veltroni. Per fare un raffronto, sabato scorso alla manifestazione di AN hanno partecipato novecentomila persone, che hanno sfilato fra i due Colossei di Roma insieme ad almeno cinque Michele Vittorie Brambille. Secondo gli ultimi sondaggi il 72% degli italiani è pregiudizialmente avverso al Governo, a cui si aggiunge un 64% che è avverso a ragion veduta. Di questi, settecentonove sostengono di essere sottosegretari a qualche cosa. È stato espresso diffuso apprezzamento per il progetto di ridurre i parlamentari a sette, limitando a novecentoquarantacinque i senatori a vita, che saranno nominati dai dodici Presidenti della Repubblica in carica al momento. Ieri sera il film tv La Baronessa di Carini è stato guardato da ventisei milioni di italiani. A Francavilla, un’automobilista russa, a bordo delle sue otto automobili, ha investito dodici famiglie che uscivano da centosessantaquattro locali. Il fumetto del signor Bonaventura festeggia i suoi primi settemila anni. L’Italia ha sconfitto la Georgia per nove a zero. Cécilia Sarkozy ha deciso di divorziare circa trenta volte da suo marito. L’Inter è in testa al campionato con centocinquanta punti di vantaggio sulla Juve e quattromila sulla Fiorentina. In Iraq sono stati rapiti otto preti cattolici e ne sono successivamente stati rilasciati sessantatre. Io sono almeno trecentonovantadue persone.
Tutti guardano a Veltroni, ma è curioso pensare come Gawronski abbia preso la stessa percentuale grazie alla quale l’Unione ha vinto le politiche del 2006. Svelato intanto il titolo del prossimo libro di Mario Adinolfi: Generazione Uno per mille.
A ben guardare, Veltroni aveva auspicato la candidatura nelle sue liste di Veronica Lario, moglie di Berlusconi. Enrico Letta è nipote di Gianni Letta, braccio destro di Berlusconi. Pier Giorgio Gawronski, quale che ne sia la grafia corretta, è figlio di Jas Gawronski, europarlamentare di Forza Italia e già portavoce di Berlusconi. Massimo D’Alema pubblica per Mondadori, che è di Berlusconi. Francesco Rutelli è sposato con Barbara Palombelli, editorialista del Tg5, che è di Berlusconi. È evidente che con il Partito Democratico si realizza alfine il sogno di Prodi; un incubo, presumo.
Parisi aveva promesso la massima trasparenza ai seggi, e infatti non l’ha visto nessuno.
Tuttavia rattrista dire che sono state segnalate alcune irregolarità. A Roma, Goffredo Bettini ha stabilito che si votava a peso. A Napoli, ci sono state file ai seggi fino a mercoledì prossimo. A Torino, qualcuno ha votato davvero per Gawronski. A Palermo, è stato considerato sedicenne chiunque fosse nato negli ultimi sedici anni. A Genova, le schede per votare Veltroni costavano un euro, tutte le altre ne costavano venticinque. A Firenze, una volta esaurite le schede, per risparmiare tempo sono state fotocopiate quelle già votate. A Bolzano, è stata sparsa la voce che fossero le primarie per la SPD. A Modena, che fossero le primarie per il PDS. A Milano, ha comunque vinto la CdL. A Bologna, nel seggio 46, è spuntata una scheda non votata con ben visibile la scritta PRODI nell’angolo a destra; adesso è caccia all’uomo.
Com’è come non è, il PD era nato da due ore e improvvisamente tutti i leader del centrodestra davano pieno appoggio retroattivo alla manifestazione di AN.
La massiccia partecipazione alle urne rafforza il Governo, sostiene la candidata Rosy Bindi, ministro del Governo (14% dei suffragi). È stata una festa di democrazia che premia l’operato del Governo, sostiene il candidato Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (10% dei suffragi). Il Governo è più forte, sostiene il prossimo ex Presidente del Consiglio Romano Prodi (0% dei suffragi). Intanto anche il centrodestra applaude al plebiscito che ha incoronato Walter Veltroni capo dell’opposizione.
Vei Veltro’! Le primarie sono vinte; ora ti mancano solamente il Nobel e l’Oscar, e poi farai la fine di Al Go’.
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