Uno può criticarli finché vuole ma una cosa bisogna riconoscere ai (post)comunisti: l’organizzazione capillare. Prima di truccare le elezioni vere fanno sempre le prove generali fra di loro.
Come in America il Partito Repubblicano è noto come GOP (Grand Old Party), così in Italia il Partito Democratico potrebbe fregiarsi di un acronimo difforme dal nome anagrafico: ad esempio il GBS party, ossia il partito dei generici buoni sentimenti. Ai quali non sono pregiudizialmente avverso, visto che di tanto in tanto (molto di rado) portano alle generiche buone idee; come quella di Goffredo Bettini, gran ciambellano del veltronismo applicato, il quale suggerisce di boicottare le Olimpiadi in Cina. La ragione per cui è giunto a questa saggia idea, ossia che la Cina appoggia e fomenta la dittatura birmana a grande scorno dei monaci buddisti, è indicativa dei futuri metodi del pensiero democratico. Appare evidente che, se la Cina si fosse limitata ad impedire che atleti, allenatori, massaggiatori, accompagnatori, giornalisti, tifosi e passanti portassero entro i patri confini simboli religiosi e reazionari quali Crocifissi e Bibbie, a Goffredo Bettini non gliene sarebbe potuto fregare di meno. Resta da chiarire se il Partito Democratico riterrà consolatoria l’eventualità che le partite di calcio delle prossime Olimpiadi vengano giocate con palloni cuciti da retrogradi sacerdoti protestanti appositamente condannati per smercio clandestino di testi sacri. Speriamo pertanto che la fine del mondo arrivi prima.
Ma è vero che Guglielmo Epifani, per distrarsi e non pensare troppo a ciò che attende governo e sindacati entro fine mese, cioè l’apocalisse, ha scritto la prefazione a Filosofia per Disoccupati di Jean-Louis Cianni? Io dal canto mio potrei agevolmente scrivere Disoccupati per Filosofia.
Come sempre, l’Unità sa qual che fa. Sbugiardata su La7 dall’ingenuo Staino, il quale racconta della sua vignetta che-non-è-stata-propriamente-censurata-ma-che-era-meglio-non-pubblicare-in-quanto-ritenuta-troppo-politicamente-violenta-date-le-circostanze-specifiche (quella per intenderci in cui la figlia chiede a Bobo: “Papà, ma tu voterai Veltroni per disciplina di partito?”, e Bobo risponde: “Ma che partito? Lo voterò per disciplina!”), oggi il quotidiano del Ministero per l’Informazione Sterilizzata corre ai ripari pubblicando in terza pagina, nell’ordine: la vignetta incriminata di Staino; un testo spavaldamente ritenuto satirico in cui Staino riproduce la pervicace argomentazione con la quale il direttore l’ha convinto che era meglio di no; un tristissimo abbozzo di meta-vignetta in cui la figlia stessa guarda la vignetta in questione e dice a Bobo: “Papà, ma questa vignetta fa schifo!”, e Bobo risponde: “Zitta, o mi diranno che anche mia figlia mi censura”. Per come la vedo io, censurare qualcosa e fingere di non averlo fatto è indegno, ma in politica questo e altro; costringere un autore a scrivere pubblicamente che il suo lavoro fa schifo è un po’ troppo sovietico, o se non altro poco democratico. Urge aggiornarsi.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha nuovamente espresso la propria preoccupazione riguardo al fenomeno delle morti sul lavoro, con particolare riferimento alla senatrice Rita Levi Montalcini.
Si dirà che un tempo erano Fronte Popolare, poi sono diventati Partito Comunista, poi sono stati Partito dei Democratici di Sinistra, poi genericamente Progressisti, poi sono diventati Democratici di Sinistra senza più partito, si sono ramificati nell’Ulivo, poi in Uniti per l’Ulivo, poi nell’Unione con l’Ulivo dentro, da oggi sono Partito Democratico senza più sinistra, domani chissà che altro. Il dato di fatto è che in data odierna viene definitivamente sancito, a plebiscito popolare, il compromesso storico che rende indistinguibili PCI e DC. Nel ricordare che per molto meno, durante il primo governo Prodi cioè dieci anni fa, venne giù il soffitto della Basilica di Assisi, non riesco a rassegnarmi all’idea che questo nuovo e indistinto avversario ma anche interlocutore mi privi del mio miglior nemico, i proteiformi DS, che (onore delle armi, scrivo senza un briciolo di ironia) avevano un pensiero coerente, una scuola politica, una storia identitaria, personalità di spicco e quel tantino di cattiveria che in politica non guasta mai. Alla stessa maniera non riesco a elaborare il lutto per Piero Fassino, segretario adamantino, talentuoso capo dell’opposizione, persona onesta, adeguata, consapevole. E che di conseguenza si ritrova senza incarichi nel governo né nel nuovo partito.
In definitiva l’unica cosa rossa che mi convince e mi piace oltremodo è la camicetta scollata di Alessandra Mussolini.
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