venerdì 4 aprile 2008

I sinistri

Non voterò giammai per loro, ma in fin dei conti sono simpatici.

1. Addavenì baffone. Innanzitutto devo esprimere la mia gratitudine poiché questa mattina, a soli quattro mesi dalla mia richiesta, è stata riconosciuta l'equipollenza del mio titolo al dottorato statale di ricerca in filosofia. La faccenda è solitamente più rapida, ma un errore di trascrizione (non mio, ministeriale) aveva fatto sì che in prima battuta mi venisse riconosciuto il titolo di dottore di ricerca in antropologia. Poiché con l'antropologia io ho a che fare tanto quanto con la 'ndrangheta e con l'Ambrosiana Inter, ho inoltrato una protesta al ministero acciocché mi lavasse da quell'onta, se necessario col sangue mio o altrui. Devo dunque essere grato che oggi mi sia arrivato il documento corretto, retrodatato al 29 gennaio, firmato con mano malferma dal convalescente ministro Mussi - il quale, giova sottolinearlo, dopo tutto quello che ha passato in ospedale è tornato al lavoro come se niente fosse, senza lasciar trascorrere il tempo in malattia fino alla nomina del nuovo ministro (come invece si sospettava da più parti). Bravo, grazie. Giova specificare che non per questo voterò la Sinistra Arcobaleno, né ora né mai.

2. Addavenì barbone. Dite a Veltroni, il quale si vantava di essere stato più visto di Berlusconi su Rai2, che ieri sera ho approfittato dell'intervallo di Fiorentina-Psv per concedermi un quarto d'ora di Marco Ferrando. Dite quello che volete, ma lo trovo molto divertente e trovo ammirevole che ci siano ancora professori di filosofia disposti a parlare per un'ora in prima serata di dittatura del proletariato (ché alla fine quello vuole, con lo slogan Se ne vadano tutti, governino i lavoratori). Lombrosianamente, tuttavia, devo concedere che buona parte della simpatia che Marco Ferrando m'ispira deriva dalla sua somiglianza con il più importante comunista che la storia d'Italia ricordi - la stessa pelata, lo stesso accento, la stessa radice del cognome. Pensateci bene: Marco Ferrando è Maurizio Ferrini con la barba, e di fronte a questo mistero non capisco ma mi adeguo. Giova specificare che non per questo voterò il Partito Comunista dei Lavoratori, né ora né mai.





3. Addavenì sbarbina. Mi rincresce dover riconoscere che nessuno mi abbia rimproverato perché qualche giorno fa, in un momento di rabbia, ho definito "la lesbica" la candidata premier del senatore Turigliatto. Non si fa, non solo per educazione (mica lancio uova contro Ferrara, io) ma soprattutto perché Flavia D'Angeli, a sentirla parlare, si rivela persona intelligente e gradevole. E per nulla lesbica, stante che ha due figli. Visto che non se n'è accorto nessuno, tanto meno lei, mi accuso mi scuso e mi assolvo da solo. Giova ricordare che non per questo voterò la Sinistra Critica, né ora né mai.

Insomma è chiaro che non voterò giammai per loro, però sono caratteristici e aiutano a passare la giornata.

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