venerdì 7 novembre 2008

Letterine letterarie (8)

Gurrado,
non fregare, ci sono dei buchi.
Un po’ tutti

Avete ragione, ci sono due buchi: uno risale a venerdì 31 ottobre e l’altro a mercoledì 5 novembre. Cerco di giustificarmi senza venire accompagnato dai genitori.
Venerdì l’ottava porzione delle Letterine letterarie, che poi sarebbe questa, non è potuta uscire in quanto mi era appena stato commissionato un corposo lavoro da consegnare entro domenica sera, ma questi sono fatti miei. È un fatto vostro invece l’evenienza che una volta tanto non m’ero premunito scrivendo il pezzo in anticipo, come solitamente faccio per le questioni di non strettissima attualità (il calcio e Obama), in quanto il giorno prima per lavoro (in fin dei conti sono un disoccupato piuttosto occupato) ero andato a nientedimeno a Lodi dove, fra le varie cose che non vi riguardano, ho avuto modo di notare la decadenza del senso estetico dei lombardi, if any. Dal finestrino del pullman consideravo infatti se mai fosse ragionevole prendere un comune, piccolo ma significativo, che è dotato dell’altisonante nome di Cornegliano Laudense e cambiarne repentinamente il nome in Muzza.
Muzza, ditemi voi.
Di questo passo un altro paese dal bel nome che ho trovato sul mio itinerario, ossia Sant’Angelo Lodigiano (che detiene un campanile sul quale si staglia la sagoma, appunto, di un Angelo, e che è un paese oltremodo grazioso; benché io debba ammettere che sovente confonda luoghi e abitanti, e che di Sant’Angelo Lodigiano conosca solamente una signorina, che per l’appunto è oltremodo graziosa, così che decisamente le due cose s’intersecano), potrebbe vedersi un giorno cambiato il nome in, che so io, Ruzza, Tuzza, Puzza.
Ma al ritorno da Lodi, poco dopo aver superato Villanterio, in un naviglio fangoso ho visto un airone bianco con le zampe a mollo che s’è voltato per seguire col becco il tragitto visibile del pullman della Star – realizzando forse che vanno bene gli acronimi, ma chiamare Star la compagnia di pullman di Lodi è se non altro magniloquente – e così grazie all’airone candido e infangato il senso estetico è stato salvo.
(Intervallo.)
Mercoledì scorso invece ho avuto la giornata più surreale della mia vita, tale da sembrare scritta da Maurizio Milani. Mi sono svegliato alle sei del mattino e ho scoperto che aveva vinto Obama; allora sono andato a Rho (la capitale della Rhodesia, alla quale è intitolata una celebre lettera dell’alfabeto greco, che tuttavia preferisce mantenere l’anonimato) per vedere il Salone del Ciclo e del Motociclo, dove veniva presentato alla stampa un bel volume velocipedistico (Campagnolo: la storia che ha cambiato la bicicletta, di Paolo Facchinetti e Guido P. Olimpo, edizioni Bolis) al quale ho minimamente collaborato come redattore. Ora, a parte la gioia di conoscere Paolo Facchinetti che era direttore del Guerin Sportivo nel 1991 e quindi ha attivamente reso felice la mia infanzia, a parte l’inattesa partecipazione di Vittorio Adorni il quale dal vivo come in televisione si è rivelato persona di intelligenza e sensibilità straordinarie, a parte la vicinanza fisica della pista con dentro la 6Giorni di ciclismo e la possibilità di toccare con mano la maglia iridata di Alessandro Ballan (senza Alessandro Ballan dentro, ma con la sua bicicletta sotto) – a parte tutto questo, a un certo punto passa Berlusconi, ma non mi riconosce e quindi a stento mi saluta. Poco dopo, a Lambrate, mi chiama Camillo Langone per chiedermi che mestiere faccio veramente. Giro a voi la medesima domanda, e mi limito a concludere dicendo che in serata ho assistito alla presentazione di un libro di marketing intitolato Restituiscimi il cane. Giuro che è tutto vero, anche il fatto che ha vinto Obama.
Che poi mi chiedo perché tutti gli innumerevoli sostenitori italiani di Obama non ne approfittano per trasferirsi in America, così qui stiamo più larghi.
Fra l’altro la vita è breve, quindi temo di non poter più essere in grado di rispondere individualmente a ogni singolo commento. O mi faccio una segretaria (in tutti i sensi) o fondo le due cose e rispondo ai commenti solo e soltanto nelle Letterine letterarie del venerdì. Regolatevi di conseguenza.

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