domenica 5 febbraio 2012
Bisogna rassegnarsi: l'intelletto degli anglosassoni è naturalmente superiore al nostro. Se non siete convinti, leggete sul Sole 24Ore di oggi la recensione a The Return of Lucretius to Reinassance Florence di Alison Brown (lo so, preferireste guardare Roma-Inter). La chiave di volta del volume è che Machiavelli è un autore pagano. Ma come, dirà il lettore che essendo italiano è un ingenuo, un illetterato, un rimbambito dalle reti Mediaset, un capitano che abbandona la nave che affonda e magari è pure ingannato dalle prove testuali del cristianesimo di Machiavelli fornite qualche anno fa da Maurizio Viroli (Il Dio di Machiavelli, Laterza): Machiavelli non era nato e cresciuto in un ambiente cristiano, fratello di un prete, membro di una confraternita, autore egli stesso di un'Esortazione alla penitenza? None, ci spiega questo nuovissimo libro pubblicato a Harvard, mica a Pizzighettone; Machiavelli era pagano perché possedeva una copia annotata del De Rerum Natura di Lucrezio; poiché Lucrezio era pagano - e se anche avesse voluto essere cristiano non avrebbe potuto per via di un disguido cronologico - ne deriva che Machiavelli, possessore del suo libro, era parimenti pagano. Colpito da cotanta arguzia, ho riconsiderato con rinnovata preoccupazione gli scaffali che mi stanno di fronte in quest'istante. Poiché possiedo un volume della Cambridge University Press sui romanzieri inglesi, è evidente che sono inglese; poiché possiedo l'Almanacco Illustrato del Calcio Panini, è implicito che sono un calciatore; possiedo inoltre l'ultimo numero di Vanity Fair, quindi sono donna senza se e senza ma; possiedo perfino le opere di Machiavelli, il quale possedeva quelle di Lucrezio, ragion per cui sono pagano anch'io per innegabile proprietà transitiva. Se è per questo possiedo anche della carta igienica, ma spero che su questo i miei critici postumi sorvolino.