sabato 23 novembre 2013

Eric-Emmanuel Schmitt ha un cruccio: voleva scrivere un romanzo filosofico ma il battage che ha accompagnato in Francia e in Italia La giostra del piacere (edizioni e/o) lo ha trasformato in un romanzo erotico.

Sul Foglio in edicola oggi intervisto Eric-Emmanuel Schmitt che rilascia dichiarazioni non convenzionali sul rapporto fra sesso e politica, sulla compassione per i potenti, sulla fraternità dell'abisso, sull'identità sessuale e sugli uomini che vogliono essere fiori anziché farfalle.

mercoledì 20 novembre 2013

Eric-Emmanuel Schmitt è in tournée in Italia per promuovere la sua ultima fatica, un romanzo erotico di 650 pagine. Gli amici della Nuova Libreria Il Delfino mi hanno guardato negli occhi e mi hanno detto: "Abbiamo pensato che tu sia la persona adatta a presentarlo". Ho accettato senza chiedere perché. Dunque domani giovedì 21 novembre presento a Pavia La giostra del piacere di Eric-Emmanuel Schmitt (edizioni e/o): libreria Il Delfino, piazza Cavagneria 10), ore 18. Accorrete numerosi. E vestiti.

mercoledì 13 novembre 2013

Non conosco le vostre abitudini notturne ma ci tengo a rassicurarvi: non siete ubriachi di prima mattina. Se avete letto il Corriere della Sera, a pagina 2 c'è veramente scritto "Deciderà il mercato: è questa la promessa del Partito Comunista per permettere alla Cina di continuare a crescere". E a pagina 42 la lettera aperta di Pierferdinando Casini inizia veramente con "Caro direttore, uno spettro si aggira per l'Europa". Se invece notate un'intervista a Mario Balotelli sulla Fenomenologia dello spirito, ecco, non so come dirlo, iniziate a preoccuparvi.

lunedì 11 novembre 2013

Oggi splende il sole sulla Lombardia e dunque, in questo clima favorevole, alle 18:30 presento nuovamente Il silenzio della felicità di Francesco Savio (ed. Fernandel), stavolta alla Feltrinelli di Corso Buenos Aires (Milano), con Annarita Briganti di Repubblica. Sarà presente l'autore; forse anche il figlio dell'autore.

sabato 9 novembre 2013

Purtroppo Ivan Illich era refrattario alle registrazioni, quindi non sappiamo come reagì durante la presentazione di un suo libro ad Harvard nel 1975, quando dalla platea s'alzò l'allora giovane femminista Norma Swenson e gli chiese: "Professore, ma lei ha mai visto un corpo umano?"

Sul Foglio di oggi saluto la coraggiosa iniziativa di Neri Pozza: pubblicare la prima edizione italiana di Genere di Ivan Illich, a trent'anni dalla sparizione dell'originale, completa di denuncia dell'inganno dell'uomo neutro, attacco all'idea di ruolo sessuale e spiegazione ecclesiologica del termine "bugger", che possiamo rendere gentilmente con "sodomita".

venerdì 8 novembre 2013

Segnatevi questi nomi: Adi, Adu, Andu, Cipur, Cisl, Cnru, Cnu, Cobas, Conpass, Csa-Cisal, Flc-Cigl, Link, Rete29Aprile, Snals, Sun, Udu, Ugl e Uil Rua. Hanno sottoscritto una nota contro il ministro Carrozza che, intervistato dalla Stampa, aveva auspicato l’introduzione di test Invalsi uniformati nelle università per capire “se gli studenti escono dagli atenei con una laurea in grado di essere alla pari con quelle degli altri Paesi”. In vigore dal 2008, il test Invalsi ha rivelato, in soldoni, che a pari conoscenza di italiano e matematica due studenti rischiano di venire valutati con più generosità al Sud e con meno al Nord. C’è inoltre una significativa disparità nei voti di maturità fra regione e regione, liceo e liceo: la votazione è nazionalizzata ma la valutazione no, quindi chi prende 100 in un liceo può essere meno bravo di chi prende 80 in un liceo di un’altra regione.

Adi Adu eccetera contestano in nome del politicamente corretto il fallimento dell’Invalsi, che “mira a imporre un particolare modello di scuola escludente, incapace di valorizzare le differenti intelligenze”; insinuano inoltre che classificare su scala nazionale le capacità dei laureandi “non può legarsi a doppio filo con l’altro intento sbandierato dal ministro, ovvero quello di abolire il valore legale del voto di laurea”. Ovvero, stabilire una volta per tutte che un 110 e lode preso in un’università seria vale più di quello preso in una scadente. Eppure tutti sanno che esistono università migliori e peggiori, e che per questo molti ragazzi vanno a studiare lontano in un buon ateneo anziché accontentarsi di uno così così sotto casa.

L’Anvur, che valuta i prodotti di ricerca, ha prodotto un primo discernimento orientativo delle università più valide, alle quali sarebbe dovuto andare uno stanziamento di 41 milioni. La Camera però lo ha bloccato per un dettaglio tecnico: lo stanziamento è destinato a investimenti e quindi non può andare sul fondo per le università. Tutti vogliono premiare il merito ma è bastato un cavillo per sabotare il principio su cui era stata messa in modo l’Anvur: più soldi alle università migliori. Con la protesta di Adi Adu eccetera, che hanno indetto “una settimana nazionale di dibattito e mobilitazione”, diventerà inaccettabile anche l’idea che studiare in un’università possa essere meglio che studiare altrove. Tanto vale restare tutti a casa.

Per questo l’intoppo ha fatto arrabbiare Gianni Chiodi, governatore Pdl dell’Abruzzo che sui social network ha parlato di “lobby dei mediocri”. A cosa pensava? Forse alla polemica che l’aveva visto protagonista in agosto, quando aveva suggerito di chiudere l’Università di Bari per la mesta posizione nella graduatoria Anvur. Sul Corriere del Mezzogiorno aveva replicatoNichi Vendola, contrario all’idea di borse di studio per finanziare studenti meritevoli che intendano frequentare un’università fuori dalla regione di residenza. Molto affezionato all’Università di Bari, dove si è laureato con un’inevitabile tesi su Pasolini, Vendola aveva detto che non avrebbe permesso i trasferimenti, “anticamera di una vera e propria emigrazione culturale verso le Università del Nord”. Così facendo però ha implicitamente ammesso un’altra cosa che tutti sanno ma nessuno dice, ossia che l’emigrazione degli studenti verso le università migliori va solo in direzione settentrionale; altrimenti avrebbe potuto salutare con gioia un finanziamento che avrebbe finalmente permesso ai ragazzi poveri di Milano, Bologna o Padova di andare a studiare al Sud.

lunedì 4 novembre 2013

Ho trascorso il fine settimana immerso in complicati calcoli filologici dai quali, grazie a un'adeguata analisi dei termini e a una complicata intersezione dei campi semantici, è emersa cristallina l'equazione seguente:

allerta meteo = piove.

Non nascondo l'emozione di fronte a questa scoperta che, in attesa di essere registrata su un supplemento del Vocabolario Treccani, può iniziare a cambiare sensibilmente il modo di parlare degli italiani. I qualunquisti potranno lamentarsi bofonchiando: "Allerta meteo, governo ladro". I delinquenti potranno strillare "Allerta meteo!" quando vedranno avvicinarsi una pattuglia della polizia. Gli sportivi potranno considerare amaramente che "quest'anno il Milan fa schifo, su questo non c'è allerta meteo". Se la sorte esagera nell'accanirsi contro di voi, potrete parlare di "allerta meteo sul bagnato". La controprova che l'equazione funziona risiede nell'espressione idiomatica che mai nessun meteorologo potrebbe contestare: "Tanto tuonò che ci fu allerta meteo". Anche la letteratura può beneficiarne e presto si potrà preparare una nuova edizione del d'Annunzio coi bei versi:

Allerta meteo
dalle nuvole sparse.
Allerta meteo su le tamerici
salmastre ed arse,
allerta meteo sui pini
scagliosi ed irti,
allerta meteo sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
allerta meteo sui nostri volti
silvani,
allerta meteo sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri, etc.

mentre Domenico Modugno rimpiangerà di non poter cantare "Ciao ciao bambina, un bacio ancora, e poi per sempre ti perderò: vorrei trovare parole nuove, allerta meteo sul nostro amor". A beneficio invece dei compilatori dei dizionari di sinonimi e contrari, faccio presente che quando non piove è allarme riscaldamento globale. L'ultima volta è stata venerdì mattina, quando ci siamo svegliati e inaspettatamente - nonostante che fosse il primo novembre - c'era il sole anziché i consueti nuvoloni carichi di allerta meteo. Un primo tentativo di denunciare benché in forma poco elaborata il sovvertimento climatico risale già alla poesia Novembre di Giovanni Pascoli:

Gémmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
etc. etc.
di foglie un cader fragile. E' l'estate,
          fredda, dei morti.

Per venire incontro agli studenti delle scuole meridionali che falliscono i test Invalsi solo a causa di un complotto ministeriale ordito ai loro danni, faccio la parafrasi: "L'aria è limpida e splendente come se fosse una gemma e il sole è così chiaro che tu cerchi gli albicocchi fioriti, eccetera eccetera, foglie secche che cadono dagli alberi e vengono calpestate. E' l'allarme riscaldamento globale di Halloween".

sabato 2 novembre 2013

Ci siamo tuffati in modo irredimibile nella rutilante era dello psicoreato. Si sta diffondendo un senso di giustizia massimalista e ottuso che si preoccupa meno di ciò che le persone fanno e più di quello che pensano o potrebbero essere portate a pensare.

Su Tempi in edicola questa settimana scrivo un lungo articolo che, secondo i nuovi criteri di giudizio, è contro le donne, i gay, i vecchi, i poveri, i parlamentari inglesi, i pellerossa, parte degli abitanti di Lodi e il pubblico del teatro Fraschini. Portatemi le arance.

[Ora è disponibile anche online su Tempi.it]