Quanto ai non amici (non per questo meno stimabili), Baudelaire lo struzzo metafisico regala una vignetta futurista: chomp buuurp bang. Christian Rocca (mediante articolo sul Foglio) spiega il fenomeno Obama a cinquanta milioni di Italiani che credono di averlo capito da soli; con lo stesso insight Maria Luisa Rossi Hawkins dimostra che la figlia di JFK sostiene lo stesso Obama perché è diverso, non perché è uguale. The Right Nation, nel delirio degli endorsement, ricorda che per Rudolph Giuliani è meglio correre solo che male accompagnato. Roberto Alfatti Appetiti (con un articolo sul Secolo d'Italia) fornisce una gustosa anticipazione da Metodo della Sopravvivenza, romanzo del paranazista Dante Virgili (PeQuod), gustosa abbastanza da far venir voglia di recensirlo pure a me (sempre che sopravviva al mal di gola, alla disoccupazione e alle citazioni da Primo Levi). Giancarlo Rinaldi illustra la tragedia di essere al contempo scozzese e tifoso della Fiorentina. Perla Scandinava invece canta. Dopo un mese di silenzio, Uto torna nella sua nuova veste di studente universitario fuori sede (ulteriore conferma che sarebbe meglio fermarsi subito dopo gli esami di maturità).
Il sito del Foglio fa il gioco del silenzio (ma è sempre possibile aderire via mail alla moratoria sull’aborto, se avete cuore). A quanto pare, con l'anno nuovo si sono suicidati tutti i collaboratori di Ore Piccole tranne me (poco male: valga la considerazione di cui sopra su Rudolph Giuliani). Infine, il meglio: su BooksBrothers c’è una lunga, profonda, appassionata intervista di Maurizio Cotrona a Cosimo Argentina. Cosimo, amico di vecchia data, è – nelle parole di Giancarlo De Cataldo – “uno scrittore appartato”, e questo non può che far del bene sia a lui come persona (gli scrittori sono pessime compagnie) sia a quello che scrive (la caciara non concilia la bella prosa). Si parla del potere della scrittura, di Taranto, del tifo violento e soprattutto di Maschio Adulto Solitario, il nuovo romanzo di Argentina che verrà pubblicato da Manni ad aprile. Il titolo di per sé è sensazionale, con l'acronimo MAS e tutte le implicazioni che comporta; l’entusiasmo con cui Cosimo me ne ha parlato lungo gli anni di lavorazione (ricevendone in cambio lo scarso entusiasmo col quale gli parlavo del mio) è senza precedenti; le prime righe del testo, pubblicate in esergo all’intervista, promettono più che bene, fanno venir voglia di leggere più oltre e, se manterranno, si tratterà di uno dei romanzi italiani meglio scritti dell’anno nuovo. Scommettiamo?
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