lunedì 29 settembre 2008

Il giorno del Santo

Alla cortese attenzione di
Dio Padre Onnipotente
e, per conoscenza,
al Figlio Unigenito
e allo Spirito Santo

Gravina in Puglia, lunedì 29 settembre 2008

Signore, Signore,
scrivo in menzione della festa patronale della città (paese) di Gravina in Puglia (diocesi di Altamura), che in onore di San Michele Arcangelo vive oggi il suo culmine e il suo fulcro; in menzione della pluriennale tradizione locale di corredare i festeggiamenti di una vigilia, espletata ieri 28 settembre, e di una coda, prevista per domani 30 settembre; in menzione dell’eccezionale decisione per l’anno corrente di anticipare ulteriormente l’apertura della festa in onore del Santo fino a includervi parte della giornata di sabato 27 settembre, da mezzogiorno in poi; in menzione dell’inattesa accensione in detta data delle luminarie lungo le strade principali del centro cittadino (paesano) di Gravina in Puglia (dove mi onoro di essere temporaneamente domiciliato al momento e di risiedere dal dicembre 1980 d.C.), e della contestuale apertura dei festeggiamenti con balli folcloristici, presentazione della locale squadra di calcio nonché varie ed eventuali. Ecco.

Sono pienamente consapevole che non è necessario essere onnipresenti, onniscienti e onnipotenti per rendersi conto di come tale anticipazione delle celebrazioni sia stata spacciata da un (fantomatico) ente culturale e conseguentemente dal (fantomatico) governo locale sotto la dicitura “Festa Dei Nonni”, con tutte le maiuscole al posto in cui le ho riprodotte, commettendo così in un sol colpo le seguenti gravi mancanze:
- indebito utilizzo a scopo nonnesco delle luminarie destinate a San Michele;
- provocatoria istituzione di una surreale festa civile in sostanziale concomitanza con una festa religiosa;
- occulto suggerimento che esaltando per un sol giorno la sopravvivenza degli anziani ci si possa sentire invitati a prenderli a calci nelle gengive per i restanti trecentosessantaquattro (trecentosessantacinque in caso di anno bisesto);
- volgare spreco di tempo e soldi;
- immane casino sotto casa mia.

A seguito di tali considerazioni mi è parso più che ragionevole che ieri, giorno dell’effettiva inaugurazione della vera festa di detto San Michele Arcangelo, abbia piovuto per ore e ore prima di consentire l’accensione delle luminarie nonché un minimo passeggio dinanzi alle bancarelle, incidentalmente gestite quasi esclusivamente da maomettani e scintoisti. Ho altresì notato con ammirazione che la pioggia battente è stata fatta cessare poco prima dell’inizio dei Primi Vespri celebrati dal Vescovo nella locale Basilica Concattedrale (dove per tutto l’anno è custodita la pregevole statua in pietra del 1538 raffigurante il Santo), senza che questo comportasse tuttavia un effettivo miglioramento della gradevolezza delle condizioni atmosferiche.

Ora, sono perfettamente consapevole di come nella città (paese) di Gravina, come in ogni altro posto al mondo, su numero 46.000 (quarantaseimila) abitanti indubbiamente abbondino gli ipocriti, gli ignoranti, i ladri, i violenti, i delinquenti, i pressappochisti, gli sfaticati, i prevaricatori, gli incoscienti, gli scalmanati, i profittatori, i maldicenti, i disfattisti, i pluriomicidi, i superbi, gli avari, i lussuriosi, gli iracondi, i golosi, gli invidiosi, gli accidiosi e soprattutto i ballerini di gruppi folcloristici. Devo ciò nondimeno fare appello alla conclamata misericordia nell’avanzare istanza che, fra tutti questi quarantaseimila mascalzoni, sarà tuttavia possibile trovare diecimila buoni padri di famiglia? mille lavoratori indefessi? cento amministratori onesti? dieci esemplari sacerdoti? un tizio che muore e va in Paradiso?

Io che non sono padre di famiglia né lavoratore indefesso né amministratore onesto né tampoco esemplare sacerdote (e, dovessi morire fra mezz’ora, non accetto scommesse su dove andrei), ho se non altro ricevuto il talento della parola e mi faccio pertanto carico formale dell’auspicio di questi diecimila, mille, cento, dieci e uno nell’atto di

CHIEDERE

che quest’oggi i regolari festeggiamenti previsti in onore di detto San Michele Arcangelo non siano funestati da pioggia, vento o alcun fenomeno meteorologico avverso. Colgo l’occasione per far presente come lo scatenarsi degli elementi sui più, per colpa di pochi ideatori della Festa Dei Nonni, avrebbe effetti deleteri non solo per la comunità locale ma anche per la Chiesa universale, facendo sì che:
- la processione col Santo venga decurtata ovvero addirittura cancellata;
- i fuochi d’artificio in onore del Santo vengano sì pagati dal comitato per le feste patronali ma risparmiati e utilizzati in occasione di qualche festa privata di qui a qualche tempo;
- un’intera generazione di bambini si abitui a collegare pavlovianamente la festa patronale non già all’invocazione della protezione del Santo sulla presente città (paese) che ne avrebbe particolare bisogno bensì all’indizione di due o tre giorni di vacanza da scuola;
- un qualche sindaco Robespierre, dopo che si è avuta la brillante idea di trasformare la settecentocinquantesima Fiera di San Giorgio in prima Fiera di Gravina, possa avere l’ancor più brillante idea di trasformare le sentite celebrazioni liturgiche e civili per San Michele in Festa Dei Cugini o in Adorazione Dell’Equinozio D’Autunno o in Sagra Dello Gnomerello A Gratis.

L’unico vantaggio che conseguirebbe alla pioggia torrenziale nel corso del pomeriggio e della serata sarebbe la dispersione e, auspicabilmente, la morte per annegamento di tutti i componenti dei vari gruppi di ballo folcloristico. Per quanto doloroso, sono personalmente disposto a rinunciare a tanto per il bene di molti.

In chiusura non posso mancare di notare come già questa mattina sia sorto sulla città (paese) di Gravina un bel sole che, scintillando senza essere sporcato da mezza nuvola e rendendo oltremodo mite il clima circostante, ha invogliato la locale popolazione (me compreso) a recarsi anzitempo nella Basilica Concattedrale per rendere omaggio a detto San Michele; poteva altresì essere intuito senza forzatura alcuna che dalla sua teca addobbata il Santo di stanza in questa città (paese) abbia posato il proprio benevolo sguardo in pietra sul paesaggio rupestre antistante la facciata della Basilica Concattedrale e abbia concluso che in fin dei conti non tutto è male come sembra.

Certo della consueta disponibilità, porgo i miei più sentiti ringraziamenti,
G.

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