predetto che ho letto "Gomorra" (libro scritto da Saviano sulla camorra se nn lo sai) più di un anno fa, quando ancora nn era così popolare e che ero già bene a conoscenza dell'esistenza della mafia... il fatto che le minacce a questo giovane scrittore abbiano sensibilizzato il Paese è solamente positivo... a te più che gli insulti manderei delle molotov...ignorante!
PP
PP,
inizio specificando che in realtà tu sei un falso anonimo in quanto ti sei firmato con nome e cognome, ma io mi sono contenuto e mi limito a riprodurre le tue iniziali per due motivi: 1) la pronuncia dell’acronimo è “pipì”; 2) mi ricorda il film, credo I due marescialli, in cui Totò legge una lettera e interpreta “PP.VV.” come “pistole, proiettili e V2”. Questo ben si sposa con il tuo impeto bombarolo, oltre che con la tua dinamitarda destrutturazione della grammatica italiana alla quale ho comunque tentato di dare un senso senza per questo tradire la ruspante spontaneità della tua prosa. Mi compiaccio per la geniale coerenza di minacciare qualcuno di mandargli delle molotov (come, poi? a mezzo corriere espresso?) perché a quanto pare questo qualcuno non è sensibile a delle (fantomatiche) minacce di morte rivolte a qualcun altro. Quando mi spiegherai perché sono ignorante, mi degnerò di spiegarti perché lo sei invece tu.
Salviamo Gurrado dalle molotov!
Infatti, si potrebbe fare un appello su un quotidiano autorevole tipo Repubblica e diventerei famosissimo. Per fortuna un quotidiano più serio, il Riformista, mi ha offerto qualche giorno fa un motivo di consolazione (tale da spingermi addirittura a comprarlo, per la prima e ultima volta in vita mia) grazie a un lungo articolo di una persona intelligente come Andrea Di Consoli. Cito sintetizzando. Scrive Di Consoli che su Saviano c’è in giro tanta retorica, anche per chi passa per critico letterario. In rete circola un testo di Carla Benedetti in difesa di Saviano che è meglio non commentare, per quanto è offensivo e conformista quel che dice. Di Consoli spiega: Gomorra raccontava dal di dentro un clima, un’atmosfera, dei fatti precisi. Lo faceva da scrittore. Poi ha alzato il tiro. Ha insultato i camorristi. A quel punto lo scrittore è diventato un simbolo nazionale dell’anticamorra. Ora tutti sono dalla sua parte. Chi osa criticare Saviano?Ho riletto in questi giorni le pagine “a futura memoria” di Sciascia sui professionisti dell’antimafia. Saviano non è un professionista dell’anticamorra. Ha fatto qualcosa di ancora più grave: si è presentato agli occhi del mondo come un modello superiore di scrittore. Qual è il torto di Saviano? Aver occultato la verità, ovvero che lui non è diventato un simbolo per quel hce scrive, ma per come si pone, per il tono truce che assume. Saviano ha cercato lo scontro mediatico, e purtroppo l’ha ottenuto. Ora deve assumersene la responsabilità, anche perché la lotta alla camorra esiste già nei piani dello Stato, molto prima della sua comparsa, e se lui l’ha voluta impostare sull’insulto, sulla spacconeria personale, allora se ne assuma la piena responsabilità. Perchéla Capacchione , autrice de “L’oro della camorra” (Rizzoli), non fa tutte queste moine? Perché Saviano ha giocato a fare l’eroe. Ma lui era uno scrittore e tale doveva rimanere. Invece si è dimesso da scrittore, ed è diventato un eroe, senza però dire che quello che lui fa non lo fa più da scrittore, ma da eroe. Eppure: a cosa servono gli eroi? A niente. Ora, purtroppo, Saviano sarà vittima del suo stesso clichè. Quelle masse che lui ha chiamato a raccolta, come niente gli volterebbero le spalle se lui scrivesse un romanzo d’amore. Saviano adesso sarà costretto a scrivere Gomorra 2, e poi 3, 4, 5. Io non ci sto. Continuo a credere nella libertà della letteratura e nello scrittore Saviano, e non nel suo doppio eroico e mediatico e simbolico. Ciò nondimeno il nuovo Riformista non mi pare questo gran che, sembra la versione politically correct di Libero, e in tal caso è meglio l’originale che la copia. Anche Guia Soncini, che sul Foglio era sempre grandissima, sul Riformista brilla ma mi pare ridimensionata, un po’ intristita. Sono certo che migliorerà, fatto sta che non lo compro più.
inizio specificando che in realtà tu sei un falso anonimo in quanto ti sei firmato con nome e cognome, ma io mi sono contenuto e mi limito a riprodurre le tue iniziali per due motivi: 1) la pronuncia dell’acronimo è “pipì”; 2) mi ricorda il film, credo I due marescialli, in cui Totò legge una lettera e interpreta “PP.VV.” come “pistole, proiettili e V2”. Questo ben si sposa con il tuo impeto bombarolo, oltre che con la tua dinamitarda destrutturazione della grammatica italiana alla quale ho comunque tentato di dare un senso senza per questo tradire la ruspante spontaneità della tua prosa. Mi compiaccio per la geniale coerenza di minacciare qualcuno di mandargli delle molotov (come, poi? a mezzo corriere espresso?) perché a quanto pare questo qualcuno non è sensibile a delle (fantomatiche) minacce di morte rivolte a qualcun altro. Quando mi spiegherai perché sono ignorante, mi degnerò di spiegarti perché lo sei invece tu.
Salviamo Gurrado dalle molotov!
Umberto
Infatti, si potrebbe fare un appello su un quotidiano autorevole tipo Repubblica e diventerei famosissimo. Per fortuna un quotidiano più serio, il Riformista, mi ha offerto qualche giorno fa un motivo di consolazione (tale da spingermi addirittura a comprarlo, per la prima e ultima volta in vita mia) grazie a un lungo articolo di una persona intelligente come Andrea Di Consoli. Cito sintetizzando. Scrive Di Consoli che su Saviano c’è in giro tanta retorica, anche per chi passa per critico letterario. In rete circola un testo di Carla Benedetti in difesa di Saviano che è meglio non commentare, per quanto è offensivo e conformista quel che dice. Di Consoli spiega: Gomorra raccontava dal di dentro un clima, un’atmosfera, dei fatti precisi. Lo faceva da scrittore. Poi ha alzato il tiro. Ha insultato i camorristi. A quel punto lo scrittore è diventato un simbolo nazionale dell’anticamorra. Ora tutti sono dalla sua parte. Chi osa criticare Saviano?Ho riletto in questi giorni le pagine “a futura memoria” di Sciascia sui professionisti dell’antimafia. Saviano non è un professionista dell’anticamorra. Ha fatto qualcosa di ancora più grave: si è presentato agli occhi del mondo come un modello superiore di scrittore. Qual è il torto di Saviano? Aver occultato la verità, ovvero che lui non è diventato un simbolo per quel hce scrive, ma per come si pone, per il tono truce che assume. Saviano ha cercato lo scontro mediatico, e purtroppo l’ha ottenuto. Ora deve assumersene la responsabilità, anche perché la lotta alla camorra esiste già nei piani dello Stato, molto prima della sua comparsa, e se lui l’ha voluta impostare sull’insulto, sulla spacconeria personale, allora se ne assuma la piena responsabilità. Perché
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