venerdì 14 agosto 2009

Come trasformare il Vangelo in un romanzo russo

Sto facendo una cosa complicatissima, quindi abbiate la compiacenza di seguirmi nel ragionamento anche se intricato; altrimenti piantatela qua prima di iniziare.

Per guadagnarmi il caviale quotidiano, in questi giorni devo analizzare, attenzione, un'opera di Voltaire scritta nel 1766 e ovviamente, attenzione, composta in Francese. Se non che, attenzione, si tratta di un dialogo, quindi le parole utilizzate, per quanto scritte da Voltaire, vanno ascritte, attenzione, ai due personaggi nonché interlocutori del dialogo. Se non che i due personaggi sono Epitteto e suo figlio i quali, attenzione, sono Greci antichi (specifico per chi si è laureato in Lettere Classiche dopo la riforma Berlinguer: a cavallo fra I e II secolo d.C.). I Greci notoriamente, attenzione, parlano in Greco; fatto sta che se i Greci sono protagonisti di un testo francese devono, attenzione, parlare in Francese. Come si fa a far parlare in Francese degli antichi Greci? Che domande, col Nuovo Testamento.

Attenzione. Il Nuovo Testamento è l'unico testo greco la cui conoscenza, attenzione, non oggi ma nel 1766 fosse diffusa anche fra i lettori comuni. Inoltre questi lettori comuni potevano risalire facilmente al testo Greco leggendo il Nuovo Testamento nella versione della Bibbia di Port-Royal, attenzione, tradotta da Lemaitre de Sacy. Attenzione, sulla i di Lemaitre ci vuole l'accento circonflesso ma non so come si mette. Leggendo Lemaitre (con l'accento circonflesso) il lettore comune poteva risalire a un lessico neotestamentario grecizzante che era, attenzione, facilmente riconoscibile in alcune espressioni peculiari (sul genere di quelle che sono rimaste ancora nelle versioni italiane del Nuovo Testamento, termini desueti che non hanno praticamente più riscontro al di fuori del Vangelo, come ad esempio "la fiaccola sotto il moggio"). Allora Voltaire (senza accento circonflesso) decide di far parlare Epitteto e suo figlio con questi termini peculiari tratti da Lemaitre così che, attenzione, il lettore comune potesse facilmente risalire tramite il Nuovo Testamento a quella che poteva essere una verosimile parlata greca a cavallo, come ci insegnano i nostri amici laureatisi in Lettere Classiche dopo la riforma Berlinguer, di I e II secolo d.C.

Avete capito? Io più o meno. Il fatto è che per scrivere tutta questa faccenda, in Italiano prima e in Inglese poi, ho dovuto necessariamente riportare tutte le citazioni evangeliche in Francese; di modo tale che, attenzione, sto raccontando di un Nuovo Testamento in cui si parla pià Francese che in Guerra e Pace. Ad esempio riferisco di come Gesù, apprendendo della morte del suo amico, corra a Betania e chiami a gran voce: "Lazare, venez dehors!"; oppure di come San Giovanni Battista tuoni lungo le rive del Giordano: "Je vous baptise dans l'eau, mais celui qui doit venir après moi vous baptisera dans le Saint-Esprit et dans le feu"; o di come in piena Giudea un giovine si avvicini a Gesù e lo interroghi: "Bon maitre (con l'accento circonflesso), quel bien faut-il que je fasse pour acquérir la vie éternelle?".

Sì, forse facevo meglio a laurearmi in Giurisprudenza.

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