L'Italia, com'è noto, geme sotto una dittatura. La Gran Bretagna è invece la patria della libertà (nonché dell'amore, ma è un altro discorso): al momento non si sa ancora se e quando si vota nel 2010 in quanto lo scioglimento della House of Common viene deciso dal Primo Ministro. Ne consegue che a stabilire se e quando Gordon Brown se ne andrà sarà un suo potente alleato: Gordon Brown. Non c'è una lunghezza fissa per la legislatura. Si sarebbe potuto votare a maggio 2007, quando s'è dimesso Blair facendosi sostituire da Gordon Brown (e dal più potente alleato di Gordon Brown: Gordon Brown); la prassi è che il Primo ministro non viene eletto ma nominato dalla Regina; costei abitualmente accorda l'incarico al capo del partito che ha vinto le ultime elezioni, anche nel caso in cui le ultime elezioni si fossero svolte due anni prima. Brown sembra orientato per votare a marzo, in maniera tale da cogliere i Conservatori di sorpresa e senza un programma preciso: ma i suoi consiglieri gli suggeriscono di pazientare fino a maggio, così da sfruttare appieno l'inarrestabile rimonta dei Laburisti segnalata dagli ultimi sondaggi (da -10% a 9%). D'altra parte la Gran Bretagna ha un sistema di voto tutto suo e soprattutto non è un Regno bipolarista: alla House of Common sono rappresentati 16 partiti (quasi il triplo dell'Italia), di cui tre in doppia cifra percentuale. Sarebbe plausibile (è il mio pronostico, segnatavillo) che i Conservatori prendano più voti degli altri partiti ma non abbastanza seggi da avere una maggioranza - ossia la metà più uno della House of Common. A quel punto si finirà a un governo di coalizione Lib-Lab, ossia con i Laburisti appoggiati dai Liberali, che è un po' come dire Belzebù appoggiato da Beppe Grillo. Il gabinetto potrebbe essere presieduto da un laburista à la page come David Miliband, il quale politicamente ha tre innegabili pregi: 1) Hillary Clinton lo trova sexy; 2) è un convinto assertore del riscaldamento globale (qui c'è neve da dieci giorni); 3) ha una faccia più intelligente di quella di suo fratello Ed, ministro del climate change (versione politically correct del "ministro dei temporali" cantato vent'anni fa da Fabrizio De André). A questo punto l'unica residua tenue speranza di salvare la Gran Bretagna da sé stessa va riposta in due persone. Una è l'unico alleato di Gordon Brown e come tale peggior nemico di David Miliband: Gordon Brown. L'altra è il miglior alleato del leader dei Conservatori David Cameron: Gordon Brown.
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