mercoledì 5 maggio 2010
In Inghilterra lo scandalo del mese, dell’anno e del decennio è la gaffe di Gordon Brown che negli ultimi fuochi di campagna elettorale dapprima ha incontrato un’anziana sostenitrice dei laburisti e poi, una volta tornato in macchina, l’ha definita “vecchia bizzoca” senza ricordare di avere ancora addosso un microfono acceso. È stato un po’ coglione ma l’unanime sdegno della stampa ha sottovalutato le attenuanti: la signora è grassa, vestita in maniera ridicola, pettinata da un criminale, il suo sguardo denuncia che chiaramente le mancano un paio di rotelle e per tutto il tempo non ha fatto altro che dare addosso alla politica del governo dicendo petulantemente cosa avrebbe fatto lei. Ora, una che non è in grado di controllare la dilatazione del proprio sembiante non promette di essere in grado di controllare l’intera nazione. La stampa invece ha protestato basandosi sulla radicata illusione della democrazia, ovvero che il politico debba rispettare tutti gli elettori come suoi simili (corollario: qualsiasi elettore potrebbe governare al posto suo; paralogismo: il voto di un imbecille vale quanto quello di una persona decente). Tutti hanno detto che Brown ha perso il voto della signora, che evidentemente si aspettava i complimenti; tutti hanno detto che Brown ha perso il voto di tutti coloro che si riconoscono nella signora, e sono indubbiamente tanti, posso confermarvelo io che abito in un piano rialzato e dal mio bovindo vedo passare in abbondanza indigeni deformi e stupidi; nessuno ha detto che forse Brown ha guadagnato il voto di coloro ai quali la signora – nelle sue infinite incarnazioni sul marciapiede, negli uffici, al supermercato – ha sempre fatto istintivamente un po’ schifo.
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