venerdì 4 giugno 2010
Nella storia felice e poi dolentissima di Laura Antonelli, che dimostra ancora una volta come la maggioranza degli italiani ritenga inconsapevolmente la bellezza una colpa da punire prima o poi e non una maledizione da trattare con delicatezza e gratitudine, un dettaglio è sfuggito ai più. Prima che Lino Banfi facesse svegliare il ministro Bondi facendole attribuire il beneficio previsto dalla legge Bacchelli, l’unica istituzione che avesse sostenuto Laura Antonelli era stata la Chiesa, che le ha assicurato dei proventi extra, una signora per farle compagnia e il conforto della parola e della preghiera. Non era la Chiesa una manica di pedofili sessuofobi che auspicava la dannazione eterna per chiunque mostrasse una giarrettiera salendo su una scala? O la frase che si legge sui muri di tutte le chiese dedicate ai morti – omnis caro ad te veniet, tutta la carne ritorna a Dio – implica necessariamente che tutta la carne da Dio arriva, anche quella attraente e maliziosamente insaccata in una giarrettiera?
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