È stata l’estate della rave parade, del love party, di tutti i termini turchi utilizzati per indicare una masnada di fessacchiotti che si riuniscono per saltellare in una brutta città tedesca e di tutte le perifrasi in giornalese sfruttate fino al midollo per evitare di avanzare l’unica considerazione ragionevole: ossia che, con tutto l’accapigliarsi per pochi posti di lavoro di infiniti giovani europei, senza possibilità di distinguere gli scemi a prima vista, un po’ di selezione naturale non guasta.
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