lunedì 15 novembre 2010
Bionde, rosse, castane, addirittura more: non conta il colore dei capelli né tampoco quello degli occhi, sono tutte dei gran pezzi di gnocca che non perdono occasione per correre a riversarsi sulle strade dell’Ucraina onde protestare contro non si sa bene cosa – anche perché, e temo di non essere l’unico, il dettaglio che scrivano i motivi della propria protesta sul petto nudo, unito alla manifesta superiorità fisica delle donne russe, mi distoglie dal contenuto per farmi, diciamo così, concentrare sulla forma. Se volete ulteriore documentazione, sappiate che si tratta di un gruppo organizzato, che si chiama “Femen” e che per fortuna protesta spesso e forse anche volentieri, per quanto mi preoccupi vederle svestite alle temperature inclementi di quelle latitudini selvagge. Poi, passata la naturale empatia che si prova vedendo bionde, rosse, castane e addirittura more tirate via da poliziotti che tentano di acchiapparle per i capezzoli, mi sorge spontaneo un dubbio: ma perché in Ucraina alla minima cosa le strade si riempiono di stangone in topless mentre in Italia, con tutto quello che succede, al massimo possiamo sperare che Anna Finocchiaro vada a indignarsi da Lilli Gruber?
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