venerdì 31 dicembre 2010
Il quinto motivo, ma certo non ultimo in ordine per importanza e anzi preminente rispetto agli altri, per il quale ringrazio Iddio quest’anno è che ho iniziato il 2010 su due gambe e l’ho finito su altrettante. Detta così sembra una banalità ma in mezzo – o meglio all’inizio, esattamente il 6 gennaio, per punirmi del fatto che stessi andando in ufficio durante una festività religiosa che nel Regno Islamico di Gran Bretagna e Pakistan è ovviamente feriale – c’è stata la rottura della caviglia destra dovuta a un sasso sbalzato sul marciapiede accuratamente coperto di una trentina di centimetri di neve, roba da affondarci il polpaccio a ogni passo. In condizioni climatiche normali (tradotto: altrove) sarebbe stata una storta, mentre in condizioni climatiche estreme (tradotto: a Oxford) è stata una frattura; ma per fortuna una frattura semplice, interna, roba che si rimette a posto al prezzo di un gesso, due stampelle, quaranta giorni di pazienza, parecchia depressione e un po’ di fisioterapia. Per fortuna il giorno dopo la definitiva consegna dell’ultima stampella ero già in grado di andare in Texas, per fortuna in aereo e non a piedi. Ora, lo sketch più famoso della tv italiana non è mai stato andato in onda per preventiva censura, in quanto si riferiva al presidente Gronchi (o Einaudi) che, accompagnando De Gaulle (o Francisco Franco) in un palco alla Scala, fece per sedersi ma non trovò la sedia: dalla platea si vide Gronchi (o Einaudi) che misteriosamente spariva mentre De Gaulle (o Franco) lo seguiva con lo sguardo preoccupato, divertito, imbarazzato. Per la trasmissione Un due tre Tognazzi e Vianello avevano architettato quanto segue: Tognazzi (o Vianello) doveva tentare di sedersi e cadere sul pavimento e allora Vianello (o Tognazzi) di rimando doveva chiedergli: “Ma chi ti credi di essere?”; al che l’altro doveva replicare: “Tutti possono cadere”. Ecco, il grande insegnamento del 2010 spezzaossa è che indubbiamente tutti possono cadere ma altrettanto indubitabilmente non tutti riescono a rialzarsi, quindi accontentiamoci e speriamo in meglio.
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