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Allora, questa Nicole Minetti: riesce a fare girare la testa anche a chi non la sopporta. [Di qui in poi ciò che scrivo è fasullo] Ho notato che il progressista medio, quando vuole muovere una critica a questo reo secolo, porta avanti sempre due esempi in parallelo. Uno è Nicole Minetti. L’altro è la legge elettorale, che senza preferenze non consente di eleggere i propri rappresentanti in parlamento ma li fa nominare con oscuri magheggi da un’oligarchia composta in buona sostanza da tre persone che iniziano con la B. E l’esempio classico a questo punto, caschi il mondo, è proprio Nicole Minetti: che solo per essere stata l’igienista dentale (non già mentale) di Berlusconi, per non dir peggio, ha ottenuto un seggio pronto alla regione Lombardia; non fa una grinza. Qui casca l’asino, cioè il progressista: perché la regione Lombardia, così come ogni regione d’Italia, elegge i propri rappresentanti esprimendo regolare preferenza. Quindi Nicole Minetti è stata votata dagli elettori che hanno scritto il suo nome sulla scheda e non dagli oscuri magheggi di chi s’è limitata a candidarla. Se gli elettori non avessero messo la croce sul simbolo e non avessero scritto “Minetti” a caratteri stampatelli, non ci sarebbe nessuna Nicole Minetti al parlamentino longobardo. All’inverso, se per assurdo una trota venisse candidata al consiglio regionale della Lombardia e i lombardi si precipitassero in massa a votare per essa, la trota avrebbe pieno diritto di sedere nel consiglio regionale della Lombardia. [Di qui in poi ciò che scrivo è veritiero] Nulla da eccepire se non, dal mio punto di vista, questo: va bene la mamma inglese, va bene che erano gli anni ’80, ma esistono davvero preti che accettano di battezzare una bambina Nicole?
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