giovedì 29 settembre 2011

Gli ideatori della Generazione TQ sono stati sagaci abbastanza da non inserire in nessuno dei loro tre manifesti fondativi la parola "crisi", perno riconosciuto delle derive più stucchevoli della letteratura ombelicale.

Sul nuovo numero di alfabeta2 però gli adepti della medesima Generazione TQ si lasciano andare a considerazioni lacrimevolissime sul destino proprio e sull'altrui, tanto che a stento mi sono trattenuto dall'interpretare la loro sigla come "Tristoni Quaresimali" (fra parentesi, un critico letterario che mi prega di tacere il suo nome suggerisce che si potrebbe chiamarli Generazione T9, visto che talvolta pare che scrivano attivando il riempimento automatico). Poiché mi spiace che la gente soffra, sul Foglio in edicola oggi suggerisco loro un inatteso antidoto che possono trovare in Malafede, romanzetto (nel senso che è un romanzo breve) pubblicato da Lantana e scritto da Maurizio Cotrona, allievo di origine tarentina del noto gesuita Antonio Spadaro.