Ho sempre qualche difficoltà a spiegare che mestiere faccio. (A spiegarlo, non a capirlo). Sostenere che sono un filosofo è menzogna pura in quanto la mia attività preferita non è pensare bensì masticare. Potrei dire che sono uno storico della filosofia, ma questo non spiegherebbe allora perché per due anni e mezzo ho lavorato in una facoltà di lingue e letterature straniere - non sia mai che s'insospettiscono e mi chiedono indietro gli emolumenti. Non sono un letterato perché non ho la laurea in lettere (a interpretare il termine secondo la vulgata burocratica) né ho ancora scritto nulla che resterà eternato nei manuali di letteratura (a interpretarlo secondo la vulgata del senso comune). Qualcuno può suggerire di regolarmi in base al massimo titolo di studio conseguito; se non che il mio dottorato risulta in scienze della cultura e io non sono né scienziato né culturista. Sono uno storico delle idee? Non direi, o quanto meno preferirei di no visto che la definizione mi fa piuttosto venire in mente qualcuno impegnato a mettere in fila le lampadine che via via si accendono sulla testa dei passanti. Non è bello. Forse, molto forse, potrei definirmi storico del testo. Non ha molto senso ma suona bene e costituisce effettivamente il mio diuturno battonaggio, da Voltaire al Foglio: prendo le parole di qualcuno, le mastico (appunto), le digerisco e le rivendo in un contesto differente che le illumini di più.
Che ci crediate o no, questa è la necessaria premessa all'anticipo di questa settimana per Quasi Rete, che è Fiorentina-Atalanta 0-1 del 1993.