lunedì 2 gennaio 2012
Se qualcuno nutriva dubbi sul fatto che il bando dei botti di fine anno a opera di vari sindaci sortisse un effetto diverso dalla moltiplicazione degli infortuni dovuti ai medesimi botti, evidentemente non ha mai imparato che la proibizione è la più ampia strada che conduca alla licenza. Inoltre le morti e i ferimenti da esplosivo rudimentale sono la conseguenza collaterale della non geniale strategia comunicativa dei sindaci, che hanno incentrato il motivo della proibizione sullo spavento che i botti causano agli animali invece che alle vecchiette o ai bambini o ai deboli di cuore o ai duri d'orecchio che non possono sopportare rumori forti e improvvisi pena la completa sordità. Il mondo va così, fra uomo e animale è in atto da millenni un misterioso gioco a somma zero e se si difendono troppo i diritti degli animali alla lunga si finisce per ledere i diritti degli uomini: il diritto al calore e alla bellezza per non trasformare le volpi in pellicce, il diritto alla conoscenza scientifica per non trasformare i criceti in cavie, il diritto al piacere del palato per non trasformare i cavalli in bistecche, il diritto alla qualità degli utensili per voler sostituire la plastica al corno e così via. Detto questo, l'annosa questione dei botti di fine anno presenta una soluzione che non solo salverebbe la capra del divertimento e i cavoli della sicurezza ma è altresì sotto gli occhi di tutti. Funziona in questa maniera: il 30 novembre ogni comune sgombra un ampio stabile abbandonato in periferia; dall'1 dicembre e per tutto il mese le forze dell'ordine esercitano ronde costanti per individuare chi possieda esplosivi di stagione; gli esplosivi sequestrati vengono accumulati nello stabile di cui sopra, dove vengono rinchiusi anche i possessori; alla mezzanotte del 31 dicembre si accende la miccia. L'effetto è garantito.