lunedì 16 gennaio 2012
Sto vanamente cercando un termine che descriva il mio sentimento alla notizia (inattesa, non sapevo che i termini della condanna decorressero oggi) del ritorno in libertà di Adriano Sofri. Entusiasmo? Contentezza? Serenità? Equanimità? Inutile, posso rigirare il vocabolario finché voglio ma non riuscirò a trovare nessuna parola che corrisponda alla seguente definizione: "Sentimento che si prova nel momento in cui si comprende che ogni possibile divergenza ideologica e tutte le più caute distinzioni intellettuali sono incommensurabilmente minutissime di fronte alla consapevolezza che una persona che si legge e si ammira quotidianamente possa fare la sua prima passeggiata dal 1990 senza dover necessariamente dire dove va".