Per Maurizio Ferraris la realtà è una ciabatta, che giace incontrovertibilmente sul pavimento sia che un uomo la veda e la raccolga, sia che un cane la afferri con le fauci sia che, scendendo via via nella scala della percezione, un verme ci strisci o dell'edera ci si arrampichi o un'altra ciabatta la incocci. La ciabatta è un fatto, non un'interpretazione; è ontologica anziché liquida come invece sembra essere un po' tutto da qualche tempo a questa parte. Si dirà che la ciabatta è fascista?
Sul Foglio in edicola oggi parlo del Manifesto del nuovo realismo di Maurizio Ferraris (appena uscito da Laterza) paragonando la sua ciabatta fascista alla pantofola conservatrice di Xavier de Maistre.