venerdì 28 dicembre 2012
Su Tempi in edicola questa settimana è l'ora del Te Deum, come sempre per l'ultimo numero dell'anno. Ogni collaboratore scrive un articolo in cui ringrazia Dio per qualcosa di bello. Io ho ringraziato per...
"Ma come! Hai trentadue anni, sei precario, guadagni così così, non sai che mestiere farai fra dodici mesi, non hai una famiglia, non hai nemmeno una casa perché vivi in una camera in fitto in un collegio universitario. Avevi avuto l'occasionissima di scappare da questa nave dei folli che è l'Italia ma, dopo due anni e mezzo a Oxford, anziché fingere di dimenticare progressivamente la tua lingua, hai scelto di continuare a lavorare nelle università ma tornando in Italia. Sei come il protagonista del tal romanzo di Bernard Malamud, il giovane ricercatore che si trasferisce in un nuovo ateneo e quando i professori gli chiedono se ha una foto della fidanzata nel portafoglio risponde che non ha nessuna foto, né la fidanzata, né il portafoglio. Fra le mani non stringi nulla se non il poter sentirti in diritto di scendere in strada a protestare coi tuoi coetanei realizzati più o meno come te; e invece niente, non solo tiri avanti ma ti metti pure a fischiettare tutto soddisfatto?".