sabato 7 settembre 2013

In The Art of the Novel, in cui sono raccolte tutte le prefazioni anteposte da Henry James ai propri romanzi, viene spiegato che molte delle sue impeccabili pagine narrative non erano che il frutto di lunghe passeggiate che gli suscitavano episodi e riordinavano i pensieri. Io, oggi, avevo intenzione di scrivere ma non sapevo cosa; forse qualcosa su Corrado Augias, celebre autore de I segreti di Roma, I segreti di Parigi, I segreti di Londra, I segreti di New York, il quale, avendo finito le città o magari i segreti, ha scritto Inchiesta su Gesù e ora, freschissima, Inchiesta su Maria; ormai il cerchio si chiude attorno a San Giuseppe, mentre si vocifera che i Re Magi stiano già latitando in un qualche paradiso fiscale.

Eppure, sarebbe valsa la pena di scriverne? Immerso in questi pensieri camminavo chiedendomi se fosse possibile scindere la forma dal contenuto, ovvero se si potesse scrivere nella consapevolezza di non avere nulla da scrivere, a parte Corrado Augias, quand'ecco che all'angolo fra Strada Nuova e Piazza Vittoria, lì dove riluce Annabella, nel punto di massima intensità peripatetica a causa dell'incrocio fra cardo e decumano,  mi si para dinanzi un giovinetto e mi porge un volantino. Lo raccolgo, presumendo che si tratti del banchetto per la sottoscrizione dei referendum radicali, ma mi accorgo che il simbolo è diverso - una spada bianca a separare due lettere maiuscole su fondo nero - e che inoltre gli attivisti all'ombra del gazebo sono tutti ragazzini, in numero pari alla metà di agenti delle forze dell'ordine che li circondano, e ciascuno a sua volta alto e grosso la metà di ogni poliziotto.

Proseguendo la camminata, perizio il volantino. Sarà forse la pubblicità di una qualche mascherata medievale? Reca infatti il ritratto stilizzato di un battaglione di guerrieri tardoantichi, lancia in resta e spazzolone in testa, sovrastati dal motto "Fiero l'occhio svelto il passo". Macché. Si tratta del gruppo Lotta Studentesca, il cui programma non è la riorganizzazione dell'umanità per centurie bensì - spiega il retro - "sensibilizzare l'opinione pubblica sul futuro incerto che attende noi giovani". Li attendono infatti, in stampatello grassetto, "precariato, apprendistato, disoccupazione, cassa integrazione, licenziamenti. Etc...". Soprattutto non li attende "alcuna prospettiva di un qualsiasi lavoro fisso", sottolineato addirittura a significare che tale è la meta verso la quale marcia invitto il battaglione stilizzato; è la scrivania sempiterna, con ferie pagate e scatti d'anzianità, ciò che esige lo spadone erto fra la elle e la esse maiuscole, torreggiante nel cerchietto nero.

"Anche tu", impetra il volantino preparandosi a un profluvio di punti esclamativi, "aiutaci in questa cruciale battaglia peril nostro futuro!!!". Peril tutto attaccato, come l'aulico termine inglese per periglio. E culmina, l'appello, in cubitale: "No al governo Monti!!!". Rileggo; è scritto proprio Monti. O sanno qualcosa che io non so, i giovani centurioni, oppure l'occhio sarà pur vispo, fiero, quello che è, ma il passo proprio svelto non mi sembra.