giovedì 1 maggio 2014

Dicono che sia la festa del lavoro ma io non me ne intendo. Le feste senza Messa mi lasciano perplesso e inoltre, indipendentemente dal calendario civile, devo comunque restare a casa a scrivere robe urgenti. Quanto meno c'è finalmente il sole; esco quindi a fare due passi prima che ricominci l'autunno. Ma se è la festa dei lavoratori, perché la Feltrinelli di Pavia è aperta? Devo dedurre che delle tre l'una:
- o i dipendenti della Feltrinelli non sono considerati lavoratori;
- o mentre in tutta Italia è il primo maggio, in Feltrinelli è il 2;
- o i commessi indaffarati a servire l'indefettibile clientela media riflessiva del dì di festa sono in realtà alti dirigenti che si prodigano nei bassi servizi onde garantire un giorno libero ai dipendenti più umili.

Vabbe'. Proseguo, prendo un caffè, noto un'edicola aperta (oggi riposano i giornalisti per far riposare i giornalai domani) e prendo l'Espresso. Titola "Che Papa è", in copertina campeggia Bergoglio in chiaroscuro. Passeggiando leggo svogliatamente il sottotitolo: "Popolarissimo, ma sui temi scottanti non si pronuncia. Ha avviato la rivoluzione in Vaticano, però la Curia frena. Insomma, Francesco il gesuita riuscirà a rovinare la Chiesa?". Mi fermo e rileggo, un po' interdetto. C'era scritto "rinnovare".