giovedì 26 giugno 2014

Maracanazo
da Pavia, Nigeria-Argentina

"Credi in Dio?" "Diciamo che lo stimo molto". Purtroppo non è mia, come intuirete, bensì di Walter Fontana; ed è la battuta su cui si apriva già nel 1991 l'antologia di freddure e sarcasmi passata alla storia col titolo Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano. Trovo significativo che sia stata catalogata col numero 1 in una raccolta onnicomprensiva e ancor più significativo che una buona metà del pubblico ritenga che sia di Woody Allen. Walter Fontana ieri era a Pavia per presentare Splendido visto da qui, il nuovo romanzo (Giunti) che presenta un futuro distopico diviso in zone militarizzate non comunicanti denominate come il decennio che gli abitanti di ciascuna area sono condannati a vivere a ripetizione: Sessanta, Settanta, Ottanta, Novanta e Zero. (Anche l'Argentina è divisa in psicoaree a compartimenti stagni. Chi vive a Sessanta cova un odio residuale nei confronti dell'Inghilterra per via della perfetta esecuzione arbitrale con cui gli argentini furono estromessi dal mondiale inglese. A Settanta si ritiene che l'importante è far funzionare l'Argentina e che dunque Videla, come el flaco Menotti, fosse una medicina destinata a far star bene il Paese per quanto amara potesse sembrare. A Ottanta, campeggia Maradona invitto). Walter Fontana è un umorista raffinatissimo, forse uno dei più grandi italiani viventi, che lega la battuta fulminante al contesto di una riflessione anche profonda. Splendido visto da qui è un romanzo sulla nostalgia, anzi, è un romanzo sulla paura del futuro e quindi contro la nostalgia: il sentimento che porta gli uomini a preferire di rivivere il già vissuto per timore di essere travolti dal non ancora e me a riguardare ciclicamente i giornali di venti-venticinque anni fa alla ricerca di qualcosa di nuovo nel sempre più vecchio. (A Novanta l'Argentina inizia ad avere paura del futuro, si è aggrappata a ciò che restava di Maradona, ne è stata delusa e ha iniziato a vagolare alla vana ricerca di qualcosa di simile. A Zero l'Argentina trova un sosia di Maradona e se ne innamora al punto da ritenere che possa diventare superiore a lui; Messi, per tutta risposta, non vince un accidente con la nazionale e in più, all'approssimarsi del Mondiale, inizia a vomitare tutt'attorno come lo Scrondo di Matrioska). Una decina di anni fa in Inghilterra era uscito Divided Kingdom, romanzo il cui autore Rupert Thomson immaginava un futuro distopico diviso in quartieri secondo la prevalenza, negli abitanti, di uno dei quattro umori del corpo. Era stato salutato come novello Orwell, come autore che univa una lucida prefigurazione di ciò che sarà a una fine interpretazione del mondo attuale, come sagace fustigatore dei costumi presenti, passati e futuri. Se Walter Fontana si fosse chiamato Walter Fountain sarebbe stato salutato alla stessa maniera mentre, essendo italiano in Italia, ci si limiterà a dire che Splendido visto da qui è il romanzo brillante e leggero del celebre autore dei testi televisivi di Claudio Bisio, della Cortellesi e della Gialappa's Band anziché ammettere che, nonostante il nome, nonostante la cadenza lombarda, nonostante la vaga somiglianza all'ultimo Arrigo Sacchi quando sorride, Walter Fontana ha avuto e sviluppato un'idea da scrittore vero (tant'è vero che per andare alla sua presentazione non ho guardato la partita dell'Argentina).