Dice che è un risultato storico per il calcio italiano l'aver qualificato cinque squadre agli ottavi di Europa League, vulgo Coppa Uefa, impresa che riporta - ma per eccesso - alle stagioni in cui allo stesso turno se ne erano qualificate quattro: Inter, Juventus, Napoli e Roma nel 1989; Atalanta, Bologna, Inter e Roma nel 1991. Magari. A beneficio di mia madre che segue con grande attenzione questo blog ma non altrettanto la storia del calcio, specifico che erano gli anni in cui la Coppa Uefa diventava riserva di caccia delle squadre italiane che la vinsero nel 1989 col Napoli, nel '90 con la Juventus in finale sulla Fiorentina, nel '91 con l'Inter in finale sulla Roma, nel '93 di nuovo con la Juventus, nel '94 di nuovo con l'Inter, nel '95 col Parma in finale sulla solita Juve e nuovamente, ma sul Marsiglia, nel 1999; in aggiunta alle finali perse dal Torino nel '92 e dall'Inter nel '97, che a sua volta nel '98 vinse sulla Lazio l'ultima finale tutta italiana.
Anzi, dice che l'impresa di ieri è superiore a quelle passate perché stavolta abbiamo qualificato agli ottavi della competizione europea più vasta e più rappresentativa dello stato di salute di una nazione calcistica non quattro ma cinque squadre, nostro record assoluto. Ma è vero? Urge qualche considerazione a margine. Per prima cosa nei lontani anni del dominio era impossibile qualificare cinque squadre agli ottavi in quanto quattro era il numero massimo di partecipanti per nazione. Inoltre se abbiamo così tante squadre in Uefa è perché ne abbiamo sempre meno in Champions League, e quindi stiamo beneficiando di una situazione di ripiego: la Fiorentina, quarta nello scorso campionato, non ha potuto qualificarsi nemmeno ai preliminari della competizione principale in quanto sono diminuiti i posti che spettano alla nostra federazione; il Napoli, terzo, è stato estromesso ai preliminari di Champions ed è retrocesso in Uefa così come ha fatto tre mesi dopo la Roma, seconda l'anno scorso, che non mi sembra molto più debole di alcune squadre che oggi stanno galleggiando negli ottavi di finale di Champions League - eppure lì non c'è.
Dice infine che il trionfo delle cinque italiane in Uefa è indicativo del ritorno dell'Italia ai passati fasti, quando dominava questa competizione e l'Europa calcistica tutta: prova ne sia che mentre noi abbiamo cinque squadre agli ottavi la Spagna ne ha due e Inghilterra, Germania, Olanda e Belgio una soltanto ciascuna. Se però allarghiamo lo sguardo anche alla Champions League e sommiamo le trentadue squadre che partecipano complessivamente agli ottavi di finale, ne usciamo ridimensionati:
l'Italia ne ha sei (una soltnnto nell'aristocrazia europea), la Spagna cinque (ma ben tre in Champions), l'Inghilterra quattro (sempre con tre in Champions); l'orrenda Germania ne ha cinque, ma quattro di esse sono al piano di sopra e solo una nello scantinato dove noi dominiamo in lungo e in largo. Non c'è molto da vantarsi, se siamo forti in Europa League è perché siamo vasi di coccio in Champions, e qualificare molte squadre agli ottavi implica è meglio che qualificarne poche ma significa anche che ci stiamo ridimensionando, che stiamo diventando piccola borghesia mentre ai tempi del filotto in Coppa Uefa eravamo lì lì per instaurare una monarchia assoluta. I fatti dimostrano che il passato non sta ritornando. Non ritorna mai.