Modesta proposta per
prevenire che i ricchi tedeschi
divengano un fardello
per i greci o per l’Unione Europea
e far sì che siano
utili all’interesse pubblico
È cosa ben triste, per quanti abbiano a cuore la civiltà europea
o abbiano frequentato il liceo classico, vedere le strade di Atene affollate di
donne che domandano l’elemosina con in braccio anche tre, quattro o sei pensionati
tutti vestiti di stracci, e che importunano così i turisti. Penso che tutti siano
d’accordo sul fatto che questa enorme quantità di pensionati, che piangono di
fronte agli uffici postali o cercano di forzare i cancelli delle banche, costituisca
un serio motivo di lamentela, in aggiunta a tanti altri, nelle attuali
deplorevoli condizioni del nostro continente. Per parte mia, dopo aver
riflettuto per molti giorni su questo tema dirimente e aver considerato con
attenzione i piani presentati dal governo Tsipras e dall’Eurogruppo, mi sono
reso conto che vi erano in entrambi grossolani errori di calcolo. È vero, un
greco può nutrirsi di feta per un intero anno solare con l’aggiunta di pochi
altri alimenti, per un valore massimo di spesa ben inferiore ai sessanta euro
al giorno; ma è appunto una volta superato lo scoglio del referendum di domenica
e conseguita la totale sparizione del contante che io propongo che i tedeschi
provvedano ai greci in modo tale da contribuire al nutrimento e in parte al
vestiario di undici milioni di persone.
Presenterò quindi ora umilmente le mie proposte che, voglio sperare, non solleveranno la minima obiezione.
Un irlandese di mia conoscenza, uomo molto istruito e pio, mi ha assicurato che
un tedesco sano e pasciuto è il cibo più delizioso, salubre e nutriente che si
possa trovare, sia in umido, sia arrosto, al forno o lessato; e non dubito che possa
fare la stessa ottima riuscita nella moussaka
o nel pastitsio. Espongo allora alla
considerazione del pubblico che, di ottanta milioni di tedeschi, due possono
essere riservati alla riproduzione della specie, così da non trovarsi in futuro
le dispense sguarnite. Dei restanti settantotto milioni si scarteranno le carni
più vizze, quali appartengono a vegliardi, filosofi e ministri delle finanze;
onde evitare sprechi fuori luogo costoro saranno essiccati, per mezzo in parte della
salatura e in parte della marinatura. Si potranno mangiare così come snack o preparare
come spezzatino con l’aggiunta di un po’ di acqua, un goccio concentrato di
pomodoro, cipolla e aglio selvatici; oppure del tutto disidratati, con qualche foglia
di ortica o spinacio a mo’ di condimento nei mesi più caldi.
I rimanenti svariati milioni verranno suddivisi per
stagionatura. I piccoli tedeschi di un anno di età potranno essere riservati
per le famiglie più in vista di Atene e delle principali città greche, dopo
avere avuto cura di avvertire la madre di farli poppare abbondantemente nel
corso dell’ultimo mese in modo da renderli rotondetti e paffutelli, pronti per
una buona tavola. Un bimbo di Düsseldorf o di Colonia renderà due portate per
un ricevimento fra amici; quando la famiglia pranzerà da sola, il quarto
anteriore o posteriore sarà un piatto di ragionevoli dimensioni e, anche dopo
surgelamento, con un po’ di pepe e sale sarà ottimo bollito, specialmente d’inverno.
Ho calcolato infatti che in media un tedesco appena nato pesa cinque o sei
chili e che in un anno solare, se nutrito passabilmente, arriva al peso standard
di un greco adulto.
I più parsimoniosi (e bisogna ammettere che l’attuale
congiuntura lo impone) potrebbero scuoiare il corpo del tedesco acquistato al
mercato o ricevuto da un ente benefico: la pelle germanica, serica ma
resistente, trattata artificialmente può essere tesa fino a fornire indumenti
freschi ma non per questo ineleganti. Per quanto concerne la città di Atene,
potrebbero apprestarsi mattatoi per codesta bisogna; e possiamo star certi che
non mancheranno i macellai, anche se io vorrei raccomandare di comperare vivi i
tedeschi e di prepararli caldi, così che non perdano il tipico retrogusto di
luppolo.
Una degnissima persona si è compiaciuta oggi di suggerirmi
un perfezionamento al mio progetto. Diceva che, dal momento che molti
gentiluomini greci in questi ultimi tempi hanno perso il lavoro e si ritrovano con
grandi avanzi di tempo libero, sarebbe stato possibile ovviare all’ozio sguinzagliando
per il Peloponneso giovinetti e fanciulle di ogni länder. Tuttavia, pur con la debita deferenza per questo mio
eccellente amico e ingegno di tanto merito, non posso essere completamente d’accordo
con lui. Giovinetti e fanciulle corrono troppo velocemente, per quanto infarciti
di salsiccia e crauti, e l’esercizio fisico può renderne la carne smilza e legnosa.
Meglio sarebbe impiegare all’uopo tedeschi adulti, appesantiti magari da una
vita di agi o da un paio di mandati al Parlamento Europeo, i quali non
opporrebbero troppa resistenza al cacciatore greco e sarebbero bersagli facili
per proiettili sparati anche con una certa qual imprecisione dilettantesca; inoltre
le loro carni più grasse saranno prelibate per chi vorrà rifocillarsi dopo le
fatiche e i rischi della caccia, e non mancheranno greci che vorranno farsi un
vanto di cibarsi di selvaggina pregiata. Come resistere alla tentazione di
bullarsi con gli amici di essere riusciti a prendere al volo un impiegato della
Banca Centrale Europea grosso così, o allo sfoggio di un pingue corpo di kanzlerin adagiato nella sperlunga ancora
nella posizione acquattata in cui la doppietta l’ha colta di sorpresa?
Non è improbabile che persone scrupolose possano criticare
con severità, benché ovviamente in modo ingiusto, la soluzione che propongo per
la crisi greca, reputando che rasenti la crudeltà nonostante sia stata
presentata con le migliori intenzioni. Io ritengo che i vantaggi offerti dalla
mia proposta siano molti e più evidenti di ogni possibile obiezione. Primo: per
mezzo dell’integrazione alimentare sarà possibile realizzare la cooperazione
europea a lungo vagheggiata e vanamente perseguita già nelle intenzioni di De
Gasperi, Schumann e Adenauer. Quando le budella dell’ultimo tedesco saranno
finite nell’ultima sugosa soutzoukakia
di Smirne, l’ideale fondante dell’Unione Europea sarà alfine compiuto. Secondo:
grazie ai bilanci storicamente in ordine, al vertiginoso tasso di occupazione e
al mirabile rapporto deficit/pil della Germania, nessun burocrate di Bruxelles
o Strasburgo potrà mai sognarsi di imporre restrizioni normative includendo la
carne di tedesco nelle sostanze alimentari vietate dall’Unione, alla stregua
della pajata o dei cannolicchi. Terzo: l’abitudine a cotale nutrimento non solo
risolleverà l’economia greca ma eviterà altresì che debba porsi la questione
della progressiva inutilità dei tedeschi; nel giro di pochi anni saremo infatti
portati a domandarci a cosa servano, come dimostra il recente caso del robot
che in uno stabilimento della Volkswagen in Assia ha ucciso un operaio, così avocandosi
liberamente la peculiarità per cui essi sono maggiormente rinomati da decenni
se non da secoli.
Non vedo obiezione possibile alla mia proposta, a meno che
non si insista nel dire che la popolazione dell’Unione Europea in questo modo
diminuirebbe drasticamente. Lo ammetto ben volentieri, ed è questo, di fatto,
uno degli scopi principali del mio progetto. Ciò consentirà infatti di salvaguardare
il continente scampando da altri espedienti: l’innalzamento dello spread, la
tassazione vessatoria delle proprietà immobiliari, l’indisturbata circolazione
di merci provenienti da territori malsicuri, il raddoppio dei prezzi dei beni
di consumo, il prelievo forzoso dai conti correnti, l’introduzione della
sobrietà coatta, l’abolizione della sovranità nazionale e il commissariamento delle
flatulenze. Inoltre l’area al centro del continente, che verrebbe a trovarsi
deserta una volta ultimata la procedura di alimentazione dei cittadini greci,
potrebbe essere agevolmente riattata ad ampio parcheggio.
Questa proposta, quasi interamente nuova, presenta un
progetto solido e concreto, di nessuna spesa e poco disturbo, che rientra
pienamente nelle nostre possibilità di attuazione e non fa torto alla naturale
vocazione germanica a correre in soccorso delle nazioni circonvicine. Dichiaro
con tutta la sincerità del mio cuore che non ho il minimo interesse personale a
cercare di promuovere quest’opera necessaria e che non sono mosso da altro
motivo che il bene generale dell’Unione Europea: non dispongo infatti di tedeschi
dalla vendita dei quali possa propormi di ricavare qualche euro né ho
intenzione di aprire adesso o in futuro un lucrativo ristorante di specialità
greche.
[Se siete riusciti a
leggere fino alla fine, probabilmente avrete riconosciuto una versione
sintetica e con qualche significativa variazione di un pamphlet del 1729: A
Modest Proposal for preventing the children of poor people from being a burthen
to their parents, or the country, and making them beneficial to the publick del decano Jonathan Swift di felice
memoria. La traduzione italiana è uscita da Rizzoli.]