A completamento del mio pezzo uscito sabato sul Foglio riguardo alle nuove tendenze del teatro britannico e in particolare alla messinscena dell'eutanasia al Fringe Festival di Edimburgo, devo segnalare che questo fine settimana sui palchi scozzesi tutte le attenzioni sono state accentrate su uno spettacolo in cui due attori si spogliavano progressivamente lanciandosi reciprocamente addosso della vernice. Bello, intenso, significativo; come hanno segnalato alcuni recensori, un percorso per giungere alla piena liberazione del popolo britannico, troppo spesso costretto da cliché e obblighi sociali.
Prima che io possa liberarmi e andare in giro per Cambridge nudo cosparso di vernice deve passarmi il raffreddore, frutto delle temperature improvvisamente estive del fine settimana (il mio povero corpo, che si era acclimatato sul tipico freddolino di queste latitudini, non ha retto); vi terrò aggiornati. Posso però segnalare che oggi un ulteriore passo è stato fatto verso la liberazione del popolo britannico, proprio stamattina, proprio a Cambridge, proprio mentre ero in fila da WH Smith per comprare il giornale. Il signore davanti a me, in attesa che si liberasse l'unica cassa monopolizzata da un tale che stava comprando dei Gratta & Vinci e si dilungava in chiacchiere con la cassiera che per educazione gli dava corda, a un certo punto ha fatto l'imponderabile: si è raschiato la gola per farsi notare. Non contento, in seguito ha sbuffato; e quando il troppo gli è parso troppo, ha anche fatto minacciosamente un passo in avanti verso la cassa. Non vedo l'ora di leggere la recensione della performance domani su Cambridge News.