mercoledì 26 agosto 2015
Ogni volta che devo andare a Oxford accade qualche disgrazia, e infatti stamattina non appena ho fatto il biglietto del treno è venuta giù un'acqua battente che ancora non accenna a smettere e forse non solo funesterà l'intera trasferta di domani ma probabilmente durerà una quarantina di giorni, rendendo necessario costruire un'arca sulla quale far salire solo e soltanto due studiosi di sesso diverso per ogni materia così da garantire la salvezza della cultura: un professore e una ricercatrice di accadico, una lecturer e un dottorando di meccanica quantistica, un assegnista di studi voltairiani (bellissimo) con un'ospite a sua discrezione e così via. Comunque. Il principale motivo di orgoglio per questa trasferta a Oxford è avere scoperto che la rivalità con Cambridge è talmente radicata e capillare da essersi diffusa perfino nei bigliettai in stazione. Allo sportello infatti ho escogitato il numero di chiedere prima I wish to go to Oxford, desidero andare a Oxford, correggendomi poi con I would like to go to Oxford, mi piacerebbe andare a Oxford, e poi concludendo con un Well, I'm not so keen on that, dopotutto non sono così entusiasta di farlo, che per poco il bigliettaio non scavalcava la vetrata per venire a stringermi la mano ridendo.