Urge tornare a Modena entro la fine del mese, non perché – come mia madre si pregia di sospettare ad alta voce – io abbia ivi contribuito a un decisivo incremento delle nascite illegittime, ma perché dall’ultima settimana di novembre in poi la torre del Duomo, vulgo la Ghirlandina, verrà restaurata, impacchettata, occultata alla vista mia e altrui per un paio d’anni.
(Io non m’innamoro facilmente ma quando vedo la Ghirlandina non capisco più nulla: non capisco più nulla quando la scorgo mignon trascinando dietro di me l’enorme bagaglio sulla strada che dalla stazione porta al centro, nel medesimo istante in cui si svolta l’angolo del retro di Palazzo Ducale o Accademia che dir si voglia; non capisco più nulla quando la osservo dal basso in alto partendo da uno dei suoi spigoli marmorei, così che sembri enorme, sovrumana e infinita; non capisco più nulla quando do appuntamento lì sotto alle signorine e poi invece di guardar loro guardo lei; non capisco più nulla quando la pavento incombere pendula su Piazza Grande o mi auguro che caschi sulla Feltrinelli; non capisco più nulla quando tizio o caio perde tempo a indicarmi le sue bifore trilobate, o trifolate, né quando la vedo riprodotta e tradita nelle vetrine di souvenir kitsch o su libri fotografici scritti o meno da Dario Fo. Non capisco più nulla, infine, quando me ne vado mio malgrado da Modena e dal vetro posteriore del pullman la osservo via via rimpicciolire, illuminata e candida, man mano che avanzo sulla Via Emilia Ovest: allora so che non avrò pace finché non tornerò a vederla svoltando l’angolo del retro di Palazzo Ducale percorrendo la strada della stazione a improponibili orari mattutini, e altrettanto so che il ragazzo seduto sul sedile posteriore penserà inevitabilmente, materialmente, terronescamente che io sia il solito ricchione intellettuale. Ma io per la Ghirlandina sono pronto a diventare una specie di King Kong che perpetuamente la abbracci, quindi figuratevi se mi formalizzo.)
Per far sopravvivere me e duecentomila modenesi a due anni senza Ghirlandina è allo studio un progetto che, da quanto ho visto qualche giorno fa sul Corriere della Sera, consiste nell’avvolgerla in metri e metri quadri di carta decorata così da renderla una sorta di enorme pacco regalo, sistemato di fianco al Duomo invece che sotto l’albero, che io e duecentomila modenesi non vedremo l’ora di scartare in un giorno di Natale che nessuno sa quando arriverà.
Non mi piace, però riconosco con l’assessore Lugli che è meglio coprire un monumento con un’opera d’arte contemporanea (piaccia o non piaccia) che con la pubblicità di uno pneumatico o di un telefonino (meglio cambiare, no?). Senza voler entrare nel merito della durata del restauro (c’è chi dice che due anni sono troppi) né della sua organizzazione (c’è chi dice che non è necessario coprire tutta la Torre ma che basterebbe lavorare su un lato per volta, lasciando ai ghirlandomani come me la visione dei restanti tre quarti), prima che il restauro inizi mi permetto di proporre tre soluzioni alternative:
- per evitarmi il trauma di svoltare l’angolo del retro di Palazzo Ducale e vedere un enorme pacco regalo si potrebbe optare per una soluzione alla Andy Warhol: avvolgere la Ghirlandina con una fedele riproduzione su tela di ciascuno dei lati, ognuno colorato di un colore diverso dall’originale (il giallo e il blu del gonfalone comunale, il rosso Ferrari, il rosa quota);
- longilinea e nobile com’è, la Ghirlandina è la donna più bella di Modena e potrebbe essere temporaneamente sostituita dalla gigantografia di quattro fra le tante bellezze locali (sarò lieto di fornire una consulenza gratuita in proposito);
- oppure sarebbe il caso di coprirla con una fedele riproduzione di ciò che si vedrebbe dietro ciascuno dei versanti se la Ghirlandina non ci fosse, lasciando il cielo in alto lì dove svetta e rendendola temporaneamente trasparente; così che quando un giapponese di passaggio in Piazza Grande, indicando piccato la pagina modenese della propria guida dell’Europa Meridionale, chiederà ragione dell’ingombrante assenza gli si potrà rispondere senza tema di smentita che la Ghirlandina non c’è, che è andata a farsi ancora più bella, che ripassi fra un paio d’anni quando tutto sarà meglio.
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