Lui (alzando lo sguardo): “Non te ne stavo parlando, infatti, e anzi stavo mangiando in silenzio concentrandomi sulle trenette al pesto; tuttavia sospettavo che tu non votassi per lui.”
Lei (con gesto evasivo): “Per carità, Berlusconi non lo voterebbe nessuno.”
Lui (sollevando il sopracciglio sinistro): “Preferisci Veltroni?”
Lei (mostrando la lingua): “Bleah.”
Lui (disorientato): “Fini?”
Lei (mostrando i denti): “Per carità.”
Lui (corrucciato): “
Lei (sgomenta): “Che cos’è la cosa rossa? Il solito doppio senso?”
Lui (candido): “Io non faccio mai doppi sensi. Ma per chi voti allora?”
Lei (adamantina): “Il voto è segreto.”
Lui (anticostituzionale): “Lo so; ma, se non fosse segreto, per chi voteresti?”
Lei (sospensiva): “…”
Lui (interrogativo): “?”
Lei (sospirando): “Io voglio votare per Hillary.”
Lui (cogitabondo): “Il governatore del Friuli?”
Lei (puntigliosa): “No, quello è Illy. Io voglio votare per Hillary, Hillary Clinton.”
Lui (nazionalista): “Sei americana?”
Lei (femminista): “No, ma sogno una donna presidente.”
Lui (politico): “Be’, non so quanto ne valga la pena. Non sta andando mica tanto bene, che so io, in Germania o in Cile.”
Lei (transnazionalista): “Che c’entrano adesso il Cile e
Lui (storico): “C’entra che il presidente del Cile è Michelle Bachelet e il cancelliere della Germania è Angela Merkel.”
Lei (critica): “E con questo?”
Lui (ginecologico): “Sono due donne.”
Lei (risentita): “Lo sapevo. Qual è il problema?”
Lui (argomentativo): “Sono entrambe donne, sono presidenti ma non mi sembra che alla fine governino tanto meglio degli uomini.”
Lei (scandalizzata): “Stai dicendo che governano male solo perché sono donne? Sei davvero così maschilista?”
Lui (politico): “No, dico che è indifferente, insomma, che non basti essere donne; ritengo che sia importante intuire chi possa governare meglio in base al programma, e non in base al sesso.”
Lei (sdegnata): “Sì sì sì. Si sentono le unghie che scivolano sulla superficie dello specchio. Il problema è che tu sei il solito maschilista violento e omosessuale represso, e pensi che non si possa governare bene se non si ha un uccello fra le gambe.”
Lui (ingurgita una sovrabbondante forchettata di trenette, che lo scongiura provvidenzialmente dal rispondere: “Molte donne ne hanno uno, ma raramente è il proprio”).
Lei (assertiva): “E non guardarmi con quell’aria derisoria di chi ha capito tutto. Non puoi dire che gli uomini governano meglio delle donne, solo perché sono uomini.”
Lui (mastica).
Lei (trasognata): “Io voglio votare Hillary… Una donna alla Casa Bianca, questo sì che sarebbe un sogno. Ve la faremo vedere noi come si governa il mondo!”
Lui (ruttando): “E Obama?”
Lei: (colta di sorpresa) “Obama? Obama… Certo, sarebbe bello che ci fosse finalmente un nero alla Casa Bianca.”
Lui (bianco): “Solo perché è nero?”
Lei (riscandalizzata): “Sì, perché? Stai dicendo che governerebbe male solo perché è nero? Sei davvero così razzista?”
Lui (non prende il secondo).
Lui sono io. Lei potrebbe essere chiunque. Mi sono limitato a stenografare.
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