Onde ora avendo a traverso tagliato
Questo Pagan, lo fe’ si destramente,
Che l’un pezzo su l’altro suggellato
Rimase senza muoversi niente:
E come avvien, quand’uno è riscaldato,
Che le ferite per allor non sente;
Così colui, del corpo non accorto,
Andava combattendo, ed era morto.
(Matteo Maria Boiardo, Orlando Innamorato, LIII[1])
intellexit se mortuum esse.
(Seneca, Apokolocyntosis Divi Claudii)
Ieri sera il teledipendente medio (io) aveva l’imbarazzo della scelta. Su Rai1 Inter-Juventus. Su Rai2 Mona Lisa Smile, che è un film tanto carino. Su Rai3 una puntata speciale di Ballarò su un argomento particolare del quale non s’è capita un’acca. Su Canale5 Aldo Giovanni e Giacomo. Su Sky Sport1 Atalanta-Milan. Su Sky Sport2 la vibrante, meravigliosa, eroica vittoria per mezzo canestro della Lottomatica Roma sul parquet catalano (barcellonese?) del Palau Blaugrana. Il tutto condito da frequenti e insistite incursioni su Sky Tg24 e su La7 – non tanto per vedere la bella faccia di Parisi ospite di Ferrara, bensì per cogliere l’attimo della notizia più agognata della settimana, la fine del prodismo (e il conseguente, almeno per lui, inizio del podismo). Questa continua angoscia, la reiterata attesa di una notizia che mai arrivava nei fatti, e che al contempo era già accaduta nelle menti, mi è parsa ricalcare la tre giorni di attesa della morte del Papa nell’aprile 2005. Senza voler offendere la sensibilità di nessuno, una volta tanto: è solo che mi sembra di ritrovarne lo schema, il medesimo atteggiamento morboso e ripetitivo nei media, dovuto a chi li fa come a chi se ne pasce traendone sommo piacere (io).
La morte diluita e televisiva del Papa era iniziata di giovedì con lo Speciale Tg1 in cui Fabio Zavattaro, nel deserto notturno di piazza San Pietro, dava la notizia dell’improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute (il cui equivalente politico è stata la conferenza stampa in cui Mastella ha reso nota la sua improvvisa uscita dalla maggioranza). Erano seguiti, di venerdì, i titoli allarmati dei giornali (replicati nel caso-Mastella) e il primo affollarsi di fedeli-curiosi (ora per lo più senatori incerti) attorno al futuro cadavere. Una mia amica romana, alla quale avevo chiesto se pensava di aggregarsi alla ciurma, mi aveva risposto con una domanda: “E che dovrei, che dovremmo andare a fare in piazza San Pietro? A fare gli avvoltoi? Ad aspettare una campana che suona?”
Al sabato mattina,
[1] E non, come tutti ma proprio tutti hanno detto in questi giorni, Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, chissà che canto.
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