Dovete sapere che alla fine ha vinto il mal di gola e martedì scorso non ho potuto essere in primissima fila alla presentazione di Un Coro per il Vecio, la raccolta di testimonianze per celebrare gli ottant'anni di Bearzot (l'alternativa sarebbe stata presentarmi e passare la serata a tossire di fronte a Bearzot, vicino a Bearzot, sopra Bearzot: non era il caso). Per chi come me sta rimpiangendo di non esserci stato, per chi come altri sta rimpiangendo che l'incontro abbia dovuto avere una necessaria fine, Quasi Rete/Em Bycicleta consente di sbirciare nove minuti e quarantasette dell'incontro in video, altresì disponibili su YouTube dove di tanto in tanto non si vedono solamente tardoadolescenti che si vomitano addosso l'un l'altro invocando Satana e l'onorevole Caruso. Onore a Bearzot, dunque, e onore pure all'amico Gino Cervi che ha organizzato il tutto e del quale, sul lato sinistro dello schermo, si distinguono il naso e una mano (scherzo, pochi minuti dopo compare a figura intera).
Altra questione in sospeso, la discussione con Lisa sulla giornata della memoria. Per dovere di cronaca, segnalo la sua replica alla mia replica, ulteriormente corroborata dalla rivelazione storica che il Nazismo sia stato fiancheggiato non solo dal Vaticano ma anche dal Tg2. Io sono dell'idea che discutere con qualcuno (indipendentemente dall'evenienza che questo qualcuno sia Lisa o meno) sia completamente inutile: se l'altro è più intelligente di me, non avrò modo di capirlo; se sono più intelligente io, non ci sarà modo di spiegarmi; se siamo intelligenti alla stessa maniera, verremo travolti da un infinito gorgo di sofismi uguali e contrari, in cui l'uno confuta l'altro e l'altro confuta l'uno. E' il caso di me e Lisa, quindi bon. Però siccome le voglio bene e so che alla fin fine le piace, per farla arrabbiare oggi ho risposto alla sua lunga citazione (in Inglese) di un articolo del solito Economist con una lunga citazione (in Inglese) di un articolo del solito Foglio.
Foglio che ha ancora il sito chiuso per ristrutturazione, e vi si può soltanto leggere la lunga lettera (in Inglese) a Ban Ki-Moon per la moratoria sull'aborto. Questo nonostante che ieri Luca Sofri si fosse inventato lo scherzone della repentina riapertura, indicando un link che invece che fra le braccia di Ferrara spediva qui (cliccate se ne avete il coraggio).
Per il resto niente di che. Fra gli amici, menzione d'onore per Spangly Princess che ha ripescato un paio di temi dal vecchio Io Speriamo Che Me La Cavo, di Marcello D'Orta, da proporre all'ignaro pubblico britannico ("Si chiamavano i Garibaldini. Erano 1000. Essi vestivano tutti di rosso, come il Liverpul"). Medaglia d'argento al figlio di Piccola Fiammiferaia sta per imparare a procedere gattoni (o forse si tratta di suo marito, non è specificato). Tutto qui.
Martedì prossimo esce il nuovo romanzo di Pietrangelo Buttafuoco (L'Ultima del Diavolo, Mondadori), mentre ieri invece è uscito il secondo volume dell'Antimeridiano di Luciano Bianciardi (ISBN) e, dall'occhiata superficiale che ho dato alle millenovecentotrentotto pagine, si tratta di un volume meraviglioso - compreso l'odore poetico della colla fresca e della carta appena stampata. Ne riparleremo.
Bene, anche oggi ho fatto il blogger. Per quel poco che ancora resta della giornata tenterò di essere una persona decente.
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