Gurrado, certo le classi miste sono un’ottima invenzione: nessuno dei due sessi si diverte troppo, senza la compagnia dell’altro e, quando non comporta fastidiose complicazioni di natura sentimentale, l’amicizia tra un ragazzo e una ragazza può rivelarsi estremamente utile e vantaggiosa per entrambi. Nel tentativo di esplorare l’oscuro Stato dei Licei, e di descrivere quindi con minuziosa attendibilità tutti i fatti e i misfatti che accadono all’interno dell’edificio scolastico, mi sono trovata innanzi a limiti apparentemente invalicabili, che rischiavano di ostacolare non poco il mio lavoro; proprio grazie al sentimento d’amicizia che mi lega a un fidato compagno di classe, questi limiti sono stati in parte superati. Da spia intrufolata nascostamente nella repubblica dei registri, infatti, mi sono permessa di intrufolare a mia volta il suddetto compagno di classe, Tommaso A, all’interno dello spogliatoio maschile della nostra palestra, nel quale mi sarebbe stato altrimenti impossibile porre piede senza mettere a repentaglio la mia incolumità. Fondendo dunque l’esperienza di Tommaso A con la mia personale di Silvia G, è stato possibile creare un immaginario osservatore onnisciente in grado di stendere un pittoresco affresco di ciò che avviene all’interno dei due luoghi più misteriosi e affascinanti della scuola, e forse dell’universo intero: lo spogliatoio maschile e quello femminile.
Malgrado il riscaldamento della palestra lasci alquanto a desiderare, e il termometro non salga mai sopra i nove gradi, undici impavide donzelle si appropinquano a svestirsi e ad indossare delle larghe tute da ginnastica. Pressate attorno all’unico calorifero presente nella stanza, esse si sfilano in gran fretta i blue jeans, le gonnelline, le camicie e le canottiere, sfoggiando della biancheria curiosamente variopinta: quasi tutte infatti indossano calzini a righe colorate, ora fucsia, ora verde grano acerbo, ora giallo banana, ora blu cobalto, ora turchese. Sugli slip di alcune di loro compaiono bizzarre fantasie orientali, sui reggiseno sono ricamati api, farfalle e vasetti di miele. Le dodici donzelle si complimentano vicendevolmente per l’originalità della rispettiva biancheria e, quasi si trattasse di una competizione, tentano ogni volta di superare il record dell’assurdo intimo con calzini, slip e reggiseno sempre più singolari.
Nel frattempo, poco distanti, sette baldi giovani stanno trasformando lo spogliatoio maschile in un piccolo campo di battaglia: sparpagliati gli zainetti, i jeans e le magliette ora sulle panche, ora sul pavimento, ora fuori dalla finestra, essi si divertono a rubarsi vicendevolmente le scarpe e a minacciare di gettarle nel water o sotto la doccia, salvo poi non resistere al raccapricciante fetore che le calzature emanano e scaraventarle quindi il più lontano possibile dalle loro narici. Incuranti delle basse temperature, saltano a torso nudo di panca in panca, compiaciuti della propria virile agilità, giocando col berretto del più deboluccio di loro come si gioca a palla.
Le fanciulle intanto, non possedendo la stoica resistenza al freddo dei coetanei maschi, si sono vestite. Una di loro estrae dallo zainetto una rivista femminile ricca di fotografie di modelle elegantemente vestite (o, per lo più, elegantemente svestite); sfogliandola, ella rinviene un test a risposta multipla intorno al tema: “L’anima gemella”, e decide di condividere con le compagne la gioia di completarlo. Risulta così che nove fanciulle su dodici si sentono più attratte da uno studente di medicina piuttosto che da uno di lettere, dieci preferiscono i bruni rispetto ai biondi e dodici dichiarano di non aver mai flirtato col compagno di banco.
I sette baldi giovani hanno nel contempo estratto dallo zainetto la medesima rivista, ma i loro interessi sono proiettati esclusivamente verso le suddette modelle elegantemente svestite. Stilano una classifica delle migliori indossatrici fotografate; poi, evidentemente in vena di classifiche, redigono una lista delle più attraenti tra le compagne di classe, fantasticando sui completi intimi delle fanciulle poco lontane (e ignorando che quegli stessi completi sono più adatti al Carnevale che alle riviste di moda).
Un temibile fischio echeggia quindi nella palestra; la professoressa Gatto, insegnante di educazione fisica, urla agli alunni che, qualora non uscissero all’istante dagli spogliatoi, maschi e femmine pagherebbero con gli interessi il tempo che le stanno facendo perdere. L’educazione fisica rimane pur sempre l’unica materia in cui le punizioni corporali sono ancora praticabili (e praticate): le dodici fanciulle e i sette baldi giovanotti tornano dunque a mescolarsi tra loro, nuovamente uniti nella perigliosa lotta per sopravviv [A questo punto Silvia G viene scoperta mentre sbircia i baldi giovanotti, e per un motivo o per l’altro il manoscritto termina qui]
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