Di sicuro ieri è emersa netta la sostanziale differenza fra Inter e Milan: entrambe sono andate in Inghilterra a giocare partite variabili fra il pessimo e il preoccupante, ma l’Inter ha perduto peggio di quanto meritasse e il Milan se l’è cavata meglio di quanto temesse. Questione di esperienza e di approccio mentale (oltre che del terror panico che assale i nerazzurri ogniqualvolta sentono la canzoncina-sigletta universale della Champions; bisognerebbe iniziare a suonarla anche in campionato). L’Inter paga lo stesso errore di valutazione fatto da Romano Prodi quando giurava e spergiurava che avrebbe governato in eterno; non considerando che se alla Camera (id est in campionato) il premio di maggioranza nazionale gli garantiva un margine incrollabile, al Senato (id est in Coppa dei Campioni) la musica, appunto, è tutt’altra. Prodi ci ha rimesso le penne, Mancini quasi – è presumibile che presto si terranno le primarie per il nuovo allenatore (Mourinho? Benitez? Il mago di Arcella?).
Un’occhiata anche agli altri ottavi. L’Olympiacos Pireo ha bloccato sullo 0-0 il Chelsea nientemeno, ed è stata la ragguardevole punizione che gli dèi dell’Olimpo hanno assegnato agli inglesi per la ybris di essersi travestiti da evidenziatori (erano inguardabili, facevano cambiar canale più ancora che per come giocavano). Lo Schalke04 inguaia il Porto, che però in casa segna sempre; bisogna vedere quanti ne prende. Ammirevole il Fenerbahçe che, dopo aver sconfitto l’Inter in autunno con una partita sostanzialmente perfetta, azzanna tre volte un Siviglia particolarmente reattivo e (occhio) relativamente perforabile in casa, dove non ha mai tirato giù la saracinesca (è il difetto delle squadre spettacolo: che cioè ogni tanto lo spettacolo lo fanno fare agli altri). Onore al Celtic e a Vennegoor of Hesselink, l’attaccante dal cognome più lungo del mondo (batte il record di Eric Rabesandratana, centrale del Paris Saint Germain che una decina d’anni fa uccellò un Milan imbarazzante), il quale non scatenerà ululati isterici ma fa ciò per cui lo pagano, ossia sbatterla dentro quando l’occasione gli è propizia; detto questo, il Barcellona al ritorno vincerà 4-0 o giù di lì. Lione e Manchester United pareggiano il derby fra realtà sopravvalutate.
Per il puro piacere di essere smentito dai fatti, azzardo la previsione sulle otto qualificate: Liverpool, Chelsea, Real Madrid, Schalke04, Arsenal, Barcellona, Fenerbahçe e Manchester United: sì, nessuna italiana e quarantamila inglesi – quest’anno va così.
Due parolette infine per
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