Ieri sera Veltroni ha vinto il confronto con Berlusconi un po' come la Roma ha vinto contro il Manchester United.
Com'è noto, stamattina Veltroni brandiva i dati auditel relativi alla prima serata di Rai2, spiegando che la mezza conferenza stampa fatta da Berlusconi era stata seguita da meno persone rispetto alla mezza conferenza stampa fatta da lui. Capirai. Per prima cosa, spero che i miei amici del Partito Democratico gli spieghino che qui stiamo facendo le elezioni politiche e non il televoto con l'applausometro. Secondo, qui al Sud buona parte dei negozi chiude dopo le nove di sera, e la gente tende a tornare a casa intorno alle dieci meno un quarto e ad accendere la tv alle dieci: mio padre, ad esempio, ha visto innumerevoli secondi tempi di film dei quali non ha mai saputo il titolo. Terzo, anche mia madre ha seguito con attenzione la mezza conferenza stampa televisiva di Veltroni; ma, se Veltroni sapesse cosa gli diceva mia madre mentre lo guardava, con ogni probabilità non sarebbe così contento di essere stato seguito da più persone.
La Roma ha giocato meglio del Manchester United; Veltroni, avvantaggiato dall'effetto-novità e dalla possibilità di parlare per secondo, ha reso meglio rispetto a Berlusconi. La Roma è celebre per il suo gioco spettacolare, tanto che milanisti interisti e juventini, pur di non lasciar vincere gli altri rivali, sono pronti a simpatizzare per lei: alla stessa maniera, la gente guarda con simpatia ai gadget tricolori del PD ma ciò non implica che lo voti perché produce delle aerodinamiche visiere. La Roma ha dovuto convivere con la tragica assenza di Totti; Veltroni convive con l'imbarazzante presenza di Prodi, tanto che quando veniva interrogato direttamente sull'argomento o svicolava o si contraddiceva visibilmente (il governo Prodi è stata un'esperienza talmente positiva che non vogliamo ripeterla mai più).
Il Manchester United berlusconiano era favorito in partenza, ha sì giocato malaccio ma ha segnato in scioltezza, senza strafare, quando l'occasione è stata propizia; per questo la rimonta romanista e democratica si fa ardua. Come sempre, sono le riserve a fare una grande squadra: mentre lo United si poteva permettere di levare Rooney e inserire Tévez, la Roma ha dovuto togliere Aquilani e mettere, ehm, Esposito. Chiunque abbia posseduto un album Panini sa che con gli Espositi non si vincono le Champions League. Cambiando canale e orario, quando a Porta a Porta si sono scontrati i numeri due degli stessi partiti, il Pdl ha sostituito Berlusconi con Fini, mentre il Pd ha sostituito Veltroni con Franceschini. Chiunque sia capace di intendere e di volere sa benissimo che con i Franceschini e i Franceschielli non si vincono le elezioni.
Se in prima serata Veltroni ha certamente potuto guadagnare qualche decina di voti, in seconda serata gliene ha fatti perdere a centinaia Franceschini, il quale è notoriamente un genio strategico: nel 2006, intorno alle tre e mezza del pomeriggio del lunedì elettorale, dichiarò che il centrosinistra si era affermato con un margine tale da consegnare a Berlusconi una disfatta di proporzioni storiche ed epiche al contempo; fatti meglio i conti, il distacco risultò essere pari allo 0,06%.
Se sul piano comunicativo i titolari se la giocano, fra le riserve di PD e Pdl non c'è partita: è molto più divertente Franceschini. Fini se l'è mangiato ridacchiando, mentre il numero due del PD dichiarava che aveva capito di poter vincere le elezioni vedendo brillare gli occhi della gente durante i comizi di Veltroni. Inoltre Franceschini ha dichiarato che il PD porta infinite novità nella politica italiana, prima fra tutte quella di superare la normale dinamica delle alleanze con le restanti forze di sinistra: è per questo, ha spiegato, che con un gesto di rottura col passato il PD ha scelto di non allearsi mai più con nessuno, a parte Di Pietro alle politiche e la Sinistra Arcobaleno alle comunali di Roma, alle regionali di Sicilia e in qualche altro centinaio di posti. Indimenticabile il momento in cui Franceschini, con ammirevole fermezza, ha espresso il proprio dissenso dall'idea di Fini, secondo il quale si doveva aumentare lo stipendio agli insegnanti, dicendo che al contrario lui riteneva invece che si dovesse aumentare lo stipendio agli insegnanti. Incespicante sui contenuti e balbettante sulle forme, sembrava Prodi dimagrito.
Quando Franceschini ha dichiarato, col favore delle tenebre, che Prodi aveva governato bene e che non aveva affatto aumentato le tasse, si è improvvisamente capito che il suo romanzo La follia improvvisa di Ignazio Rando era autobiografico.
[Ultime notizie: pare che, nella migliore tradizione dei regimi comunisti, alla fine non si voti più.]
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